La difficile lotta contro le zanzare: nel 2018 impennata delle disinfestazioni

Già 350 «trattamenti adulticidi» portati a termine da parte di Azimut per combattere il fenomeno. Le piogge abbondanti non aiutano

IndexSettantunmila pozzetti. Passa da questo numero la mole di lavoro che c’è dietro la lotta alle zanzare che Azimut combatte ogni anno. Sono gli stessi tecnici dell’azienda – che gestisce il servizio per conto del Comune di Ravenna e di quello di Cervia– a spiegare come ogni anno ci si muova per evitare il proliferare dell’insetto più odiato. Un altro numero dà l’idea di quanto il 2018 sia stato particolarmente difficile: si è già a quota 350 trattamenti adulticidi e deve ancora cominciare settembre, un mese in cui la zanzara è ancora viva e vegeta. Lo scorso anno ci si era fermati attorno a poco più di 200 in tutta la stagione.

Per capire come si muove l’azienda bisogna innanzitutto distinguere tra i trattamenti larvicidi – che si possono definire preventivi – e quelli che riguardano l’insetto già adulto, volante e pungente. Azimut effettua durante la stagione otto trattamenti larvicidi: il che significa passare nei pozzetti, negli scoli e nei fossi pubblici con il prodotto che possa uccidere le larve di zanzara. Otto trattamenti – spiegano in azienda – non sono pochi: «Si consideri che una città come Torino ne fa tre». Dopo l’emergenza Chikungunya, la febbre tropicale che nel 2007 colpì duro a Ravenna, è sulla zanzara tigre che ci si è concentrati in particolar modo. È lei, infatti, ad essere portatrice degli arbovirus, un tipo di virus in cui oltre alla Chikungunya sono compresi Zika e Dengue, le altre due malattie di cui spesso si è sentito parlare in associazione alle zanzare. Le ordinanze che ogni anno a inizio estate vengono emesse nei confronti dei privati e che obbligano a svuotare sottovasi e ristagno oltre che a trattare i pozzetti privati di acqua piovana servono a combattere soprattutto le “tigri” che prosperano in aree urbane e rimangono a poche centinaia di metri dal luogo in cui sono nate.

E la zanzara, per così dire, nostrana? Lei – nome linneano Culex pipiens – è la responsabile della diffusione del virus West Nile che nelle ultime settimane ha imperversato in Romagna. Il suo numero viene monitorato da Azimut attraverso bollettini periodici che ne stimano la quantità. Quando viene raggiunto il livello di guardia di tolleranza partono i trattamenti adulticidi. Quelli di cui si parlava all’inizio e che riguardano soprattutto aree verdi e zone umide perché in città tali trattamenti sono possibili solo a seguito di specifiche ordinanze dell’Ausl. «Le zanzare comuni sono più difficili da controllare rispetto alle zanzare tigre– spiegano ad Azimut – perché la loro presenza dipende anche da fattori climatici. Quella del 2017 è stata un’estate con meno precipitazioni rispetto a questa e, di conseguenza, con meno zanzare». Il picco delle ultime settimane ad esempio «è la conseguenza delle abbondanti piogge che ci sono state attorno a Ferragosto».

La correlazione tra acquazzone e punture è insomma un luogo comune verificato: più piove, più zanzare ci sono. Soprattutto se le temperature sono alte. Le Culex oltretutto si spostano molto di più rispetto alle cugine tigrate, seguendo il vento e le correnti sono in grado di coprire chilometri dal luogo in cui sono nate. Proprio la difficoltà di prevenzione fa sì che il modo più semplice di combatterle sia il trattamento adulticida. Trattamenti che comunque hanno efficacia immediata ma, dopo qualche giorno, potrebbero ripresentare un problema. La lotta ha anche qualche ostacolo: «Dopo alcuni anni le zanzare diventano resistenti al prodotto usato, allora bisogna cambiarlo». Il modo di combattere questi insetti può essere insomma efficiente, specie se combinati con le misure prese dai cittadini, ma il sogno di un’estate senza zanzare difficilmente si realizzerà: del resto, ricordano ad Azimut, sono tra gli insetti più antichi della Terra. Resistenti, oltre che fastidiosi.

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