“Abajur” rischia di spegnersi: nuovo conflitto fra movida e quieto vivere

Il circolo culturale di via Ghibuzza lamenta una limitazione delle attività, ma il caso non è chiaro. Interrogazione a Sindaco e Giunta di CambieRa

Giardino Abajur

Il giardino del circolo “Abajur” di via Ghibuzza

Da qualche giorno, il club privato “Abajour” che ha sede nello storico spazio dell’Aurora di tradizione socialista, in via Ghibuzza a Ravenna, è al centro di un nuovo caso di “conflitto di vicinato” fra movida e quieto vivere, al punto – si lamentano i soci/gestori – da essere costretti ad annullare iniziative di notevole interesse e restringere l’attività aggregativa.

Per “Abajur” (circolo affiliato Aics) non si tratta solo di servire da mangiare e bere ma soprattutto di organizzare proiezioni cinematografiche, concerti, incontri e curiose serate a tema, frequentate soprattutto dai più giovani. Insomma, uno spazio di aggregazione sociale e culturale, non istituzionale, ma molto attivo, creativo e apprezzato.
A quanto pare, per questioni di “schiamazzi” e di fumo (di sigarette o cucina, boh, non si capisce bene dalle dichiarazioni su Facebook dei gestori, ndr), i vicini di casa del circolo – un “vecchietto” sembra, dai vulgata dei social network – avrebbero protestato fino ad averla vinta, costringendo il circolo a limitare le proprie attività, a partire dall’utilizzo del giardino, spazio per molte iniziative di Abajur che confina all’aperto con altre proprietà private.
Su Facebook e simili si è scatenata una comprensibile levata di scudi a favore del circolo preso di mira da vicini insofferenti, ma in effetti servirebbero meno emoticon un po’ più di trasparenza sul caso.

Nel senso che non è il primo caso a Ravenna di “repressione” – per ora a quanto pare solo parziale e senza chiare motivazioni – di una attività di animazione rivolta ad un pubblico, tendenzialmente giovanile, che turba la “quiete pubblica”. Negli ultimi anni ha riguardato diversi locali a Ravenna e dintorni (pensiamo solo alla movida in spiaggia) sollevando polemiche sul provincialismo e il perbenismo di una città, che vorrebbe essere al passo coi tempi, aperta alle nuove generazioni e al turismo, ma che in effetti è solo un “paese per vecchi”.

Però sed lex dura lex. E pertanto, va sottolineato, che i pubblici esercizi e ancor piùi i circoli privati-associativi hanno delle regole molto precise, alle quali si aggiungono le ordinanze municipali, che devono essere rispettate. Sono leggi troppo rigide? Sono anacronistiche? Forse. Intanto, se anche uno solo s’impunta – su una tragressione delle norme – è certo che la spunta e te la fanno pagare. E non ci puoi fare niente…

Allora la solidarietà ci sta tutta nei confronti di chi ha la passione e il coraggio, anche imprenditoriale, di animare un locale o un circolo, che rischia di essere inibito da una presa di posizione intollerrante. Ma i diritti sono tali e virtuosi se non sopravanzano quelli di altri, secondo regole condivise. Su questo aspetto serve sempre fare chiarezza. E per trovare una soluzione serve il confronto e la politica capace di mediare, l’idealismo non basta.

Ed è quello che chiede, sul caso Abajur, un question time avanzato da Samantha Tardi del gruppo consiliare CambieRa al Sindaco e alla Giunta di Ravenna che recita così: «Premesso che di questi giorni l’ennesima polemica scaturita dall’eterna diatriba tra locali che promuovono vita sociale, divertimento e congregazione più o meno giovanile e relativo diritto al riposo del vicinato circostante, in particolar modo, stavolta, è stato il turno del Circolo Abajur di via Ghibuzza: una piccola stradina stretta e priva di parcheggio, completamente composta da vecchie case residenziali ai margini della Via Fiume Abbandonato.
Considerato che polemiche simili non sono rare nella nostra città, infatti abbiamo assistito, negli anni, a diversi tentativi di apertura locali per accontentare la giovane cittadinanza – costretta altrimenti ad uscire da Ravenna per trovare luoghi interessanti – colpiti poi dal difficile connubio tra movida e vicinato, il quale pretende, anche giustamente, di aver diritto al riposo notturno.
Si domanda al Sindaco e alla Giunta: che cosa si intende fare per conciliare le esigenze di entrambe le utenze? Quale posizione assume questa Amministrazione di fronte, in questo caso, alla vicenda Abajur? Esistono intenzioni politiche per poter creare quartieri interamente a vocazione “movida”, mantenendo i residenziali scevri da rumori fastidiosi sotto casa»?

Vedremo se questa interrogazione “ufficiale” e la mobilitazione mediatica a sostegno del circolo riuscirà, una volta tanto, ad attivare una ponderata mediazione fra evidenti esigenze di socialità e la paciosa privacy di certi cittadini. Ma lì dov’è, non altrove.

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