Mare e terra, arte e industria, tradizione e innovazione: Ravenna e i suoi contrasti

Il Corriere della Sera e Eni alla Classense per la seconda tappa del tour lungo la penisola: interventi di manager, registi, scrittori e filosofi per raccontare la città dei mosaici

Mosaico

Città di mare e di terra, città viva che ospita le spoglie del Sommo Poeta, città dove innovazione e tradizione si combinano a formare un mosaico di esperienze differenti e allo stesso tempo legate fra loro. È una Ravenna dei contrasti quella che è emersa ieri sera, 22 ottobre, nel corso di “Ravenna città di luce”, evento organizzato dal Corriere della Sera in collaborazione con Eni.

CavezzaliL’appuntamento era la seconda tappa dell’edizione 2019 di “Il Bello dell’Italia”, un viaggio che il Corriere compie ogni anno in autunno per raccontare il patrimonio culturale della nostra penisola. Il quotidiano milanese ha scelto quel polmone culturale che è la Biblioteca Classense come luogo per raccontare la città. Nella sala Muratori si sono radunati un filosofo, un regista, un ingegnere, una musicista, un fotografo, un’artista e un geografo… e già questo sembrerebbe comprovare quanto detto: Ravenna è cangiante come i mosaici che la simboleggiano.

La serata è stata scandita dalla voce della giornalista Roberta Scorranese e puntellata dalle esibizioni di Jenny Burnazzi, giovane musicista che cattura i suoni del suo violoncello elettrico per produrre melodie dotate di grande impatto emotivo.

Rompono il ghiaccio gli scrittori Stefano Bon e Matteo Cavezzali, raccontando la felice esperienza di ScrittuRa Festival e facendo luce su alcune glorie cittadine troppo spesso dimenticate, come la Biblioteca Oriani, che conserva il patrimonio di Storia contemporanea più ricco d’Italia e tra i più grandi del mondo. È anche l’occasione per presentare il nuovo libro di Cavezzali, Nero d’inferno, un romanzo che prende le mosse dal territorio romagnolo – come il precedente Icarus, sull’imprenditore Raul Gardini – per  trattare una tema più ampio e spinoso, spesso taciuto, ossia il razzismo subito dagli italiani emigrati negli Stati Uniti all’inizio del Novecento.

Studiomapp Team Angela Corbari E Leonardo Alberto Dal ZovoCon Egidio Ivetic, storico e geografo, si passa poi a parlare della natura anfibia di Ravenna, città sorta nel punto di contatto tra terra e mare e tutt’oggi sospesa sull’acqua, come ci testimonia la cripta della Basilica di San Francesco. Uno dei due porti più importanti dell’Impero romano d’Occidente, dominatrice dell’Adriatico fino all’anno Mille per poi essere schiacciata dall’ascesa della Serenissima; allo stesso tempo terra fertile e ricca di cereali che nutre, assieme al Veneto, la sponda orientale del mare su cui si affaccia.

Spazio alla scienza e alle risorse energetiche del territorio con Alberto Manzati, responsabile del distretto centro-settentrionale di Eni, e Michele Troni, direttore di Waste & Water Management di Syndial. Incalzati dal caporedattore del Corriere, Stefano Agnoli, i due dirigenti hanno relazionato sui risultati raggiunti da Eni nel campo delle energie rinnovabili e della bonifica di impianti industriali. Grande entusiasmo per la nuovissima tecnologia Iswec, la cosiddetta “culla dell’energia” che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità. Per la riqualificazione del sito di Ponticelle il progetto Noi (Nuove opportunità d’innovazione) intende installare un impianto fotovoltaico, un centro tecnologico per le bonifiche e una piattaforma ambientale dedicata al trattamento dei rifiuti provenienti dal sito con l’obiettivo di massimizzarne il recupero.

PievaniNon solo grandi aziende multinazionali, ma anche piccole realtà in via di sviluppo arricchiscono il territorio ravennate di idee sostenibili. Lo dimostrano i ragazzi di Cestha, il centro ricerche che si occupa della tutela di specie marine e di educazione a una pesca sostenibile, o Leonardo Dal Zovo e Angela Corbari, ideatori di Studiomapp, una startup che si occupa di studio del territorio tramite l’intelligenza artificiale di un algoritmo.

Ma Ravenna è anche e soprattutto arte, e ce lo ricordano i tanti giovani che arrivano nella nostra città per studiare mosaico all’Accademia di Belle Arti. Da qui escono artisti, come Silvia Naddeo e i ragazzi del collettivo Caco3, che reinterpretano la tecnica musiva in chiave contemporanea. Tradizione e innovazione, dicevamo. Le stesse parole chiave guidano il fotografo Maurizio Galimberti nella realizzazione di mosaici di polaroid, in cui il soggetto è frantumato e riassemblato in modo da produrre un’idea di dinamismo: questo orientamento artistico è ben visibile nella rivisitazione del Cenacolo di Leonardo da Vinci, prossimamente in mostra alle Gallerie d’Italia di Milano.

Infine Dante, l’ultima tessera del mosaico ravennate, forse la più fulgida. Marco Martinelli del Teatro delle Albe ci accompagna attraverso la lettura del XXXIIIesimo canto del Paradiso, ed è un viaggio tanto emozionante quanto difficile da spiegare a parole, le stesse che Dante, il Sommo Poeta, non riesce a trovare al cospetto di Dio.

Galimberti Cenacolo WEB OkLa chiusura è affidata al filosofo evoluzionista Telmo Pievani, che ci riporta alle responsabilità terrene dell’uomo, abituato a plasmare tutto ciò che lo circonda in base alle proprie esigenze: «Non possiamo chiamarci homo sapiens e meritarci questo participio di specie se consentiamo che entro il 2050 il mare sia più carico di plastica che di pesci». Pievani ricorda che Charles Darwin invitava a osservare gli elementi imperfetti del mondo per scoprire i segreti dell’evoluzione: l’imperfezione è cambiamento, possibilità, creatività. Come le tessere dei mosaici, così diverse tra loro, uniche nella loro particolarità. E tali da rendere Ravenna essa stessa unica.

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