Fra i due punti della costa romagnola monitorati negli ultimi giorni dalla Goletta Verde di Legambiente e risultati inquinati oltre i limiti di legge c’è anche lo sbocco a mare a Punta Marina Terme del canale Ferrari. L’altra foce “malata” che ammorba l’Adriatico – peraltro in modo grave da ormai da 10 anni – è quella del torrente Marano a Riccione.
È quanto emerso dall’iniziativa della nave ambientalista attraccata per tre giorni a Marina di Ravenna – nell’ambito della consueta circumnavigazione estiva del Paese – per effettuare rilievi sull’inquinamento del mare nella riviera dell’Emilia-Romagna.
Tutti gli altri 9 punti campionati dagli ambientalisti in riviera si sono rivelati adeguati ai parametri minimi di salubrità delle acque per la balneazione. Per quanto riguarda la provincia di Ravenna si tratta della spiaggia a nord del canale di destra Reno a Casalborsetti, della spiaggia a nord della foce del fiume Lamone, sempre a Casalborsetti, della foce dei Fiumi Uniti fra Lido Adriano e Lido di Dante, della foce del fiume Savio a Lido di Savio.
Va sottolineato che la foce del canale Ferrari in località Punta Marina – rilevata per l’appunto inquinata – è un nuovo punto che i volontari e le volontarie di Goletta Verde hanno campionato quest’anno, individuato grazie alle segnalazioni dei circoli di Legambiente del territorio e del regionale Legambiente Emilia Romagna.
«La situazione delle acque nella nostra regione a livello generale può dirsi soddisfacente – ha evidenziato Paola Fagioli, diirettrice di Legambiente Emilia-Romagna, ma non dobbiamo abbassare la guardia… Per questo segnaleremo, ancora una volta, le criticità riscontrate da Goletta Verde alle autorità preposte per avviare delle indagini serie per capire l’origine di questo inquinamento e garantire un miglioramento della depurazione, tutelando la salute dei cittadini e delle cittadine».
«I monitoraggi lungo le coste italiane che Goletta Verde effettua da anni non vogliono sostituire i dati ufficiali, – hanno precisato i responsabili di Legambiente in occasione della presentazione a Marina di Ravenna dei dati della ricerca – ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. I dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo. Le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo: andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua che sono il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da insufficiente depurazione arriva in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione».
«L’obiettivo di Goletta Verde è proprio quello di andare a scovare le criticità della mancata depurazione. Non potremo fare questo lavoro senza l’indispensabile aiuto di centinaia di volontari e volontarie in tutta Italia – ha dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde. Sull’efficientamento dei sistemi di depurazione il nostro Paese registra un ritardo cronico dal momento che ben 1 italiano su 4 non è servito da un sistema di depurazione efficiente. Non dimentichiamo che l’Italia deve fare i conti con le quattro procedure di infrazione europee per non esserci adeguati alla direttiva comunitaria sui reflui, due delle quali si sono trasformate in multe che stiamo già pagando. É davvero arrivato il momento di correre ai ripari, pianificando e programmando importanti investimenti per costruire nuovi depuratori, efficientare quelli già esistenti e contrastare in maniera sempre più decisa le illegalità».