Quattro new entry “ravennati” nell’elenco regionale degli alberi monumentali

Saranno tutelati, grazie a un decreto del presidente della giunta dell’Emilia-Romagna

Pioppo Pantaleone

Il pioppo nero del Podere Pantaleone

Sono quattro gli alberi “ravennati” tra i nuovi 70 inseriti nell’elenco regionale degli alberi monumentali. Si tratta del pioppo nero del Podere Pantaleone, a Bagnacavallo, della roverella di Serra di Castel Bolognese (in via Serra 4340); del pioppo bianco di Prada (via Corleto) e del gelso nero di San Patrizio (via Merlo 2)

Nuovi inserimenti che portano a quasi 600 il numero complessivo delle tutele. E che potranno accedere – sia nel caso di esemplari di proprietà pubblica che privata – ai finanziamenti regionali annuali per gli interventi di cura, salvaguardia e gestione: 200mila euro per il 2022 che si aggiungono ai 256mila euro del 2021.

Ufficializzate con un Decreto del Presidente della Giunta regionale dei giorni scorsi, le nuove tutele rientrano in un più generale intervento di riorganizzazione del settore che prevede anche una nuova fase di censimento e una nuova legge regionale, nonché la predisposizione di un piano di valorizzazione degli aspetti patrimoniali e culturali degli alberi monumentali.

Chiunque può segnalare alla Regione alberi ritenuti meritevoli di tutela. Non solo Comuni ed Enti territoriali, ma anche singoli cittadini, associazioni, scuole grazie ad una scheda disponibile on line (a questo link) nella quale indicare oltre al tipo di pianta e alla sua localizzazione anche le caratteristiche salienti e allegando la relativa documentazione fotografica.

L’identikit un albero monumentale

Circonferenza del tronco, altezza, sviluppo dei rami e della chioma. E poi naturalmente età, rarità botanica, posizione dominante nel paesaggio, ma anche legame con avvenimenti storici e culturali. Queste le principali caratteristiche che individuano un albero monumentale.

Il regime di particolare tutela cui sono sottoposti questi esemplari ne comporta di fatto l’intangibilità, l’individuazione di un’area di rispetto e il divieto di interventi di qualunque tipo. Fatti salvi ovviamente quelli conservativi e di salvaguardia e quelli di abbattimento. Questi ultimi però solo per casi motivati, improcrastinabili e per comprovate esigenze fitosanitarie o di salvaguardia della pubblica incolumità.

Gli interventi conservativi e di salvaguardia sono coordinati in ogni fase da figure professionali specifiche e da tecnici di comprovata esperienza e servono al mantenimento delle condizioni di salute dell’albero, al miglioramento della funzionalità fisiologica, alla salvaguardia della zona di protezione, alla tutela della pubblica incolumità.

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