Quarta ondata: «Terza dose e mascherine: per salvare il Natale dovremo essere saggi»

Angelini (Ausl Romagna):«I benefici dei vaccini sono sotto gli occhi di tutti. Il richiamo potrebbe proteggerci per diversi anni»

Regione Confronto

Dati di tutta l’Emilia-Romagna, elaborazione a cura della Regione

Nella settimana dall’1 al 7 novembre i nuovi casi di positività al coronavirus in Romagna sono stati, in crescita, 1.185. Di cui 391 in provincia di Ravenna. Nella stessa settimana, un anno fa, furono 2.851 in Romagna e 949 nel Ravennate. I ricoverati, nello stesso periodo, un anno fa erano 431 in tutta la Romagna, di cui 38 in Terapia intensiva; oggi sono invece 94, di cui solo 5 in Rianimazione in tutte e tre le province romagnole (nella tabella in alto ci sono invece i dati riguardanti l’intera Emilia-Romagna).

Raffaella Angelini Ausl RomagnaParte da questi dati l’analisi sulla quarta ondata di Raffaella Angelini, direttrice della Sanità pubblica dell’Ausl Romagna. «Solo chi non vuole vederli, non vede gli effetti positivi del vaccino. Anche perché – continua – la curva dei contagi è analoga a quella dell’anno scorso dal punto di vista dell’andamento. I primi freddi, le riaperture delle scuole, la frequentazione dei luoghi al chiuso hanno determinato un aumento della circolazione del virus che dalle prime settimane di ottobre ha iniziato a diventare significativa. Con la differenza però che i valori assoluti sono molto più bassi e che rispetto all’anno scorso continuiamo a fare praticamente tutto: non c’è il coprifuoco, possiamo andare al ristorante, a prendere il caffè, in discoteca o al cinema…».

E le feste di Natale 2021, dopo le chiusure del 2020, possono davvero dirsi salve? «Se saremo saggi sì. Ma come monito dobbiamo guardare ai Paesi che hanno abbassato le difese in questi mesi, come il Regno Unito, e che ne stanno pagando le conseguenze. Quindi – continua Angelini – dobbiamo continuare a usare le misure di contenimento e tutte le cautele: il distanziamento, la mascherina, il lavaggio delle mani. E naturalmente dobbiamo sapere che la vera grande barriera che abbiamo a disposizione è il vaccino e che chi non si è vaccinato corre grandi rischi perché la malattia non è cambiata, colpisce meno solo perché la maggior parte della popolazione è vaccinata, appunto. Quindi chi non lo ha ancora fatto – è l’appello della dottoressa – vada a vaccinarsi e chi è nelle condizioni di farla, faccia la terza dose».

Ma la seconda dose quindi non basta? Dovremo continuare a vaccinarci ogni anno? «Diciamo che la seconda dose come ormai noto perde efficacia con il passare del tempo per la protezione dell’infezione ma continua a proteggere contro le forme gravi. Pare ormai acclarato invece – stando a quanto emerge nell’ambito del Cts – che la terza dose potrà garantire una protezione di lungo periodo (gli immunologi stanno parlando di 5 o 10 anni, ndr), un po’ come succede per il tetano, con i richiami spalmati negli anni. Anche se ovviamente i vaccini e le malattie non sono paragonabili e dobbiamo sempre ricordare che il Covid non lo conoscevamo fino a pochi mesi fa».

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