Da Conselice un aiuto ai giornalisti: on line l’osservatorio sulla libertà di stampa

Strumento pratico contro chi molesta il diritto di cronaca. Il presidente è Paolo Berizzi

Monumento Alla Stampa Clandestina 1

Il monumento alla stampa clandestina di Conselice

È online (a questo link) il nuovo osservatorio sulla libertà di stampa. Si tratta di un portale nato a Conselice, grazie alla collaborazione e all’impegno del Comune con la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e l’Associazione della stampa Emilia Romagna (Aser).

Da tempo Conselice ha scelto di identificarsi come città per la difesa dei diritti dei giornalisti: non a caso è l’unico Comune in Italia che ospita un monumento dedicato alla libertà di stampa, ovvero una pedalina utilizzata dalla resistenza per la stampa clandestina in epoca fascista.

Il nuovo portale è stato presentato nei giorni scorsi nella sala consigliare del municipio di Conselice, alla presenza del giornalista di Repubblica e scrittore Paolo Berizzi, presidente dell’Osservatorio di Conselice, del sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Davide Baruffi, dei vertici di Aser, Matteo Naccari, e Fnsi, Raffaele Lorusso e dei rappresentanti dell’ordine dei giornalisti nazionale e regionale.

Sono inoltre intervenuti alcuni giornalisti vittime di minacce e soprusi in ambito lavorativo, che hanno portato la loro testimonianza, ribadendo l’importanza di questo nuovo portale, «pungolo per la politica su un diritto fondante della nostra Costituzione, sul quale non bisogna mai abbassare la guardia, che è la libertà di espressione», come ribadito dai fondatori.

Il portale è uno strumento pratico contro chi molesta il diritto di cronaca e la libertà di espressione: «sarà uno strumento per non lasciare soli i cronisti e avere informazioni sui casi di minacce ai giornalisti, in Emilia Romagna e non solo – scrivono in una nota gli organizzatori -. L’obiettivo è quello di far sentire la vicinanza di sindacato, società civile e istituzioni a quegli operatori dell’informazione il cui lavoro è contrastato da intimidazioni, querele-bavaglio, minacce fisiche e digitali, odio in rete in un contesto in cui fenomeni di precariato limitano la libertà dei giornalisti e quindi il diritto dei cittadini di essere informati al meglio».

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