
L’iniziativa aveva avuto il suo culmine poco più di un anno fa, con la piantumazione di un centinaio di arbusti che, crescendo, avrebbero dovuto mitigare l’inquinamento acustico (e non solo) sulla ciclabile del mare, quella che da Ravenna porta a Punta Marina. Un’iniziativa promossa in primis da Legambiente, ma sostenuta anche dal Comune, che aveva visto la partecipazione di tanti cittadini, con tanto di dediche lasciate sulle targhette degli alberi appena piantati.
Nei giorni scorsi quel progetto è stato spazzato via dagli addetti allo sfalcio, con l’erba che in alcuni punti era cresciuta al punto da coprire gli arbusti. E così, una settantina di questi sono stati tagliati insieme all’erba. Lasciandone sulla ciclabile meno di trenta.
Legambiente esprime la propria rabbia sui social, auspicando la ripiantumazione da parte di Azimut, l’azienda del Comune che si occupa del verde pubblico.
Ad alzare la voce è anche il coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal fossile”, che parla di «sfregio insopportabile. Uno dei gesti che, nel recente passato, avevano coniugato la partecipazione dal basso della cittadinanza con l’attenzione alla tutela dell’ambiente è stato cancellato per sempre in maniera offensiva e vigliacca».
«In attesa che l’ Amministrazione dia chiare risposte alla cittadinanza e al mondo associativo che ha chiesto spiegazioni su questa squallida vicenda – attaccano gli ambientalisti -, diciamo chiaramente che non siamo propensi a credere possa essersi trattato di una scelta compiuta dai singoli operatori dei lavori di sfalcio. Secondo noi, non solo l’azienda che ha l’appalto di questi lavori deve rispondere risarcendo la cittadinanza e ripristinando al cento per cento la vegetazione distrutta, ma l’ Amministrazione deve rendere conto della qualità dei controlli (e soprattutto dei controlli mancati) nei confronti di chi esegue i lavori con i soldi pubblici».