Quei ragazzini in discoteca con il documento falso. I locali: «Noi controlliamo…» Seguici su Telegram e resta aggiornato Si moltiplicano le testimonianze di ragazzini che riescono anche a bere alcolici al tavolo. Gli imprenditori: «Serviamo solo maggiorenni, ma non possiamo sapere a chi danno il drink» Una serata all’Onyx «Sono andato in discoteca perché ci andavano i miei amici, mi sono divertito. Cos’ho bevuto? Un vodka lemon, mi pare si chiamasse». A parlare è un quindicenne, che la scorsa estate è entrato in una discoteca del litorale ravennate senza neppure bisogno di mostrare il documento falsificato per l’occasione. È solo una delle diverse testimonianze raccolte tra ragazzini e genitori. Si va dalla 13enne che a Ferragosto è entrata in una popolare festa in discoteca con un documento che la certificava come neomaggiorenne, al 15enne che sta preparando proprio in questi giorni la carta d’identità fasulla in vista della riapertura dell’Astoria. Passando per i genitori di una 14enne che sono stati costretti ad andare a prenderla a Marina di Ravenna insieme a un’ambulanza (poi rifiutata) dove versava in uno stato al limite del comatoso, dopo aver provato per la prima volta l’alcol. Pare gin allo stato puro. O per i ragazzini che entrano – ci hanno detto loro – senza neppure mostrare un documento in quanto sono già compresi in un tavolo prenotato da un amico maggiorenne. «Le ragazze, poi, entrano tutte, indipendentemente dall’età», fa notare un altro 15enne, basandosi sui racconti delle amiche. I genitori sono spesso consapevoli: «Il suo giro di amici va in discoteca e hanno un anno di più. Cosa faccio, lo lascio a casa?», sono più o meno le argomentazioni raccolte da un paio di mamme. Testimonianze che naturalmente non trovano riscontro nei titolari delle discoteche della zona. È prevista in questi giorni, per esempio, la riapertura delle serate di intrattenimento all’ex cinema Astoria a Ravenna. Le tre sale gestite dalla società che fa capo a Michael Landini, giovane imprenditore del settore notturno con interessi anche nei locali della riviera, proporranno un menù variegato con concerti dal vivo, cene con dj set, cabaret ma anche vere e proprie notti da discoteca. Una delle serate avrà come target indicativo la fascia d’età 18-20. «La nostra politica, anche al Matilda di Marina di Ravenna, da sempre è quella di consentire l’accesso a chi ha 16 anni compiuti – spiega Landini –. È una nostra prerogativa. Gli addetti alla sicurezza hanno l’indicazione di controllare i documenti e non accettiamo che vengano mostrate fotografie sul cellulare». I cosiddetti buttafuori, lavoratori di un’agenzia esterna, hanno l’input dalla gestione di impedire l’ingresso a persone di cui sono note precedenti responsabilità per disordini in altri contesti: «Le persone della sicurezza lavorano in vari locali e le facce dopo un po’ diventano note. Cerchiamo di tenere all’esterno persone che hanno creato problemi altrove o nei nostri locali. È l’unica cosa che possiamo fare per abbassare i rischi di episodi spiacevoli». Questa linea però può dare origine a problematiche nei pressi del locale: «In inverno è più difficile perché in zona Astoria c’è poco da fare e fa freddo. Ma in estate chi resta fuori da una discoteca al mare non va a casa, resta in giro e magari quando la gente comincia a uscire si innescano episodi di violenza. Ma fuori dal locale non abbiamo possibilità di intervento, possiamo solo chiamare le forze dell’ordine». Pochi giorni fa, il questore ha chiuso per 15 giorni il Marinabay, sulla spiaggia di Marina di Ravenna, anche se a fine stagione, per una serie di «furti e rapine», si legge nella nota inviata dalla polizia. «Una follia – dice il titolare del Marinabay, Angelo D’Ambra -, una decisione presa per alcuni furti che noi stessi abbiamo sventato, riuscendo a fermare il colpevole e a consegnarlo alle forze dell’ordine. Da parte della questura c’è un accanimento nei nostri confronti. In passato abbiamo vinto diverse cause contro provvedimenti simili (D’Ambra è titolare anche della discoteca Onyx di Godo, ndr). Facciamo una selezione accurata e abbiamo una sorta di black list grazie alla quale non facciamo più entrare chi in passato ha creato guai. Siamo tra i pochi a controllare il documento solo in versione originale, non accettiamo fotografie. Sono i genitori i primi a lamentarsi, perché non facciamo entrare i loro figli. Ogni persona all’ingresso viene controllata con metal detector e al Marinabay c’è un conta-persone digitale per evitare sforamenti nelle capienze. Ogni barista controlla i documenti e un maggiorenne che prenota un tavolo deve firmare un modulo in cui si prende la responsabilità. Certo, non possiamo sapere se un maggiorenne poi passa alcol a minorenni…». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... La faentina Carlotta Ragazzini a Parigi per le Paralimpiadi Concerto di Capodanno con raccolta fondi per progetto di beneficienza Una biblioteca con oltre 500 libri e giochi di società all'istituto Morigia Seguici su Telegram e resta aggiornato