Ponte delle Grazie: ancora non si sa quando arrivierà il bando per rifarlo

La struttura commissariale ha stanziato 900mila euro per la progettazione a Faenza
Per il cantiere servono almeno 4,5 milioni. Il Bailey provvisorio è previsto per un biennio

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Il ponte delle Grazie sul fiume Lamone a Faenza, collegamento cruciale tra il quartiere Borgo Durbecco e il centro città, è uscito malconcio dalle due alluvioni di maggio 2023. La forza della piena che lo ha sommerso ha sollecitato la tenuta del manufatto inaugurato nel 1951. Dovrà essere abbattuto e ricostruito: più alto e senza piloni, serviranno almeno tra 4,5 e 8 milioni di euro, ma al momento non ci sono tempi definiti. Come noto, dallo scorso luglio è operativo un ponte Bailey accanto al ponte delle Grazie: le due strutture sono a senso unico in direzione opposta per alleggerire i carichi di traffico.

Il vicesindaco di Faenza, Andrea Fabbri, è titolare della delega ai Lavori pubblici e non nasconde il fastidio per le difficoltà nei rapporti con Sogesid, la società di ingegneria selezionata dalla struttura commissariale per gli appalti delle opere di ricostruzione. «Vista la mole di questo intervento – spiega Fabbri, esponente del Pd – abbiamo ritenuto che la cosa migliore fosse darne la gestione a Sogesid per non gravare sugli uffici comunali alle prese con tante altre questioni di ricostruzione». La Regione e il commissario Francesco Paolo Figliuolo spingevano a favore della delega a Sogesid e il consiglio comunale ha approvato la convenzione: «Però i contatti si sono interrotti e non abbiamo aggiornamenti». La buona notizia è arrivata nei giorni scorso, dopo la terza alluvione in sedici mesi, quando il generale Figliuolo ha firmato l’aggiornamento di un’ordinanza che assegna 900mila euro a favore del ponte delle Grazie: «Dovrebbero essere quelli per la progettazione e non comparivano nella versione precedente. È una cosa positiva e ci auguriamo che sia un’accelerata. Però vorremmo vedere anche l’assegnazione delle risorse per l’intero intervento: non è un ponticello in montagna, ma un collegamento fondamentale per la città». Al momento della progettazione si porrà la questione dell’altezza del nuovo impalcato. «La legge dice che dovrebbe essere tre metri più alto dell’ultima piena, ma questo non è chiaramente possibile perché siamo in una zona urbanizzata e la rampa dovrebbe partire da piazza del Popolo. Uno studio affidato a consulenti esterni ha incrociato le necessità idrauliche con le reali possibilità del contesto per arrivare a definire dei paletti. La progettazione poi entrerà nel dettaglio. Contiamo che l’Autorità di bacino conceda una deroga per avere un’altezza minore, considerato che il rischio dovrebbe essere minore per la realizzazione di opere a monte come le casse di laminazione per ridurre l’altezza delle piene». Il cantiere per demolizione e costruzione, in teoria, potrebbe richiedere tempi di circa un anno. Ma Fabbri mette le mani avanti: «Andranno valutate tutte le situazioni solo quando ci sarà la certezza di poter fare tutto nel tempo più breve possibile». Il Bailey provvisorio diventerebbe l’unico collegamento nel periodo di cantiere e le date del “noleggio” impongono l’accelerata auspicata da Fabbri: «Il Bailey è nanziato dalla struttura commissariale per due anni, è come se avessero pagato per noleggio con montaggio e smontaggio. Per questo il biennio 2025-2026 dovrebbe essere quello per rifare il ponte delle Grazie».

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