Quei bunker costruiti dai tedeschi per paura di uno sbarco degli Alleati

Riscoperti da appassionati di storia tra dune e pineta del litorale, le fortificazioni della linea Galla Placidia, ora sono meta di visite guidate

Bunker Punta Marina

Nel cielo sopra a Punta Marina nel weekend del 18-19 giugno mostrano i muscoli alcuni dei prodotti più recenti della tecnologia militare, qualche centinaio di metri più in basso invece si trovano testimonianze di quando la guerra da quelle parti, quasi un secolo fa, si combatteva per davvero. Tra la pineta e le dune sabbiose infatti sono visibili una decina di bunker costruiti dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale come prevenzione da un eventuale sbarco degli Alleati via mare. Un sistema costiero di fortificazioni in cemento armato e strutture difensive che componevano la cosiddetta linea Galla Placidia, estesa per 130 km da Pesaro alla foce del Po.

Le opere sono su terreno demaniale, quindi di proprietà dello Stato. Volontari e appassionati di storia li hanno rintracciati e recuperati nel corso del tempo, ora sono liberamente visibili dall’esterno ma, da qualche tempo, non più accessibili all’interno.
«Si possono vedere bunker di due tipi che di solito venivano realizzati affiancati – spiega Serena Zecchini, guida turistica che per l’agenzia Riviera Experience accompagna i visitatori nei tour percorrendo i sentieri che un tempo erano trincee –. Il Regelbau 668 era un alloggio per sei soldati, il Tobruk è invece solo per due soldati impegnati alla mitragliatrice».

Uno dei più significativi è visibile nei pressi del ristorante Cristallo e del parco giochi: «Venne costruito dai tedeschi per farci passare il cavo del telegrafo che partiva da una vicina palazzina e arrivava fino a Pola passando sotto al mare».
Altrettanto interessanti sono quelli che si trovano nelle vicinanze del bagno Bolognino: «Sono parzialmente demoliti. L’ipotesi è che gli alleati volessero smantellarli completamente per avere più spazio per le piste di atterraggio e decollo in quella zona ma non riuscirono a distruggerli completamente, a dimostrazione della buona realizzazione».

Se nella zona di Punta Marina sono rimasti visibili perché in aree dove non si è edificato, diverso è lo scenario a Marina di Ravenna: «Molti bunker sono stati inglobati nelle case, diventandone le fondamenta antisismiche. Alcuni ora sono cantine di case». Ad esempio quello che si vede parzialmente nel parcheggio di piazzale Azzurra: «È un Regelbau 669, uno dei più grandi rimasti di tutta la linea Galla Placidia ed era dotato anche di cannone. Un altro di grandi dimensioni e ben conservato è in pieno centro, tra lo stabulario e il negozio Punto Vela: sarebbe meraviglioso poterlo rendere visibile ma al momento per lo Stato è ancora considerato un elemento di difesa…».

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