L’immobile Ravenna e la lezione di Cervia

A vederla da qui, Cervia, fa davvero un po’ impressione. Pro­getti di riqualificazione e “rigenerazione”, come si usa dire in questi casi, in grande stile, con il contributo dei privati ma anche grazie a investimenti pubblici che potrebbero cambiare il volto di almeno una parte della città. Progetti di livello internazionale che hanno dato o daranno presto nuova vita a immobili storici o a zone da valorizzare, come per esempio il lungo canale. Solo negli ultimi mesi sono stati terminati (o sono in corso, come nel caso appunto del cosiddetto Borgomarina) i lavori all’ex Cral delle saline e sono stati presentati o assegnati bandi pubblici per la riqualificazione di luoghi simbolo come il Magazzino Darsena e (fuori Cervia ma sempre nel comune) l’ex discoteca Woodpecker (grazie anche alle sollecitazioni culturali dei tipi di Magma, che torneranno a metà giugno con il loro Modulo Fest, di cui parleremo tra qualche giorno). Altri progetti sono già stati realizzati o sono comunque in lista, neppure tanto teorica, essendo stata pensata dal sindaco una vera e propria delega nella propria squadra di governo ai “50 e più luoghi da rigenerare”. Un po’ come ha fatto a Ravenna il sindaco De Pascale con il riordino delle istituzioni culturali.

Ecco, Ravenna: fare un paragone limitandoci a questo campo sarebbe ingeneroso per il capoluogo, perché le città non sono appunto paragonabili, le priorità sono diverse e Cervia (grazie soprattutto a Milano Marittima) può contare su un numero di visitatori nel periodo estivo che di fatto la trasforma e le permette investimenti diversi. Però, ecco, un po’ di autocritica, di fronte a quanto sta succedendo in questi anni a Cervia, all’interno del partito che ci governa, a Ravenna, almeno nel campo della riqualificazione urbana sarebbe quanto meno auspicabile, per evitare in futuro di ricommettere gli errori del passato, quando non si è stati clamorosamente in grado di gestire senza pasticci neppure la trasformazione di una “semplice” piazza (a Cervia, nonostante qualcuno possa storcere il naso per la presenza a volte ingombrante dei privati, le destinazioni dei principali progetti sono state definite con percorsi partecipativi che garantiscono spazi pubblici e culturali) o di un mercato coperto, senza parlare del mezzo disastro in Darsena (si pensi alle “passeggiate” lungo il canale o all’utilizzo dell’ex dogana), che potrebbe ora essere parzialmente recuparato finalmente con i 13 milioni di euro dello Stato, di cui parliamo a questo link. Chissà che Ravenna – per chiudere con una provocazione – almeno lungo il canale non possa riuscire a diventare almeno una “piccola Cervia”…

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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