233 – Una basilica commovente

Saant'Apollinare In Classe (foto 800)

Nel luglio 1845, in occasione del suo primo viaggio in Italia, lo storico ed epigrafista tedesco Theodor Mommsen visitava Ravenna. Nella prima mattina del 12 luglio, dopo una notte pressoché insonne a causa delle numerose zanzare – così almeno scriveva nel suo diario – si recò alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Dell’antico monumento Mommsen lasciò una descrizione commossa e colma di ammirazione: «mi sono messo in cammino già intorno alle 7, verso Classe. Ho girato un po’ per una contrada fertile, per la maggior parte lungo un piccolo ruscello […]. Verso Classe era molto paludoso; tra le canne del luogo ronzavano innumerevoli farfalle e libellule, e di queste una bellissima specie rosso-sangue, che noi non abbiamo. S. Apollinare si trova del tutto isolato e non viene più usato che come meta delle processioni; l’impressione è commovente. Qui, unico resto di una città fiorente, un tempio completamente intatto, come se il tempo l’avesse sfiorato […] se ci si sta davanti, si vedono dinanzi a sé i ricchi mosaici dell’abside, che stanno alle pitture come il pesante e ricco abito ufficiale degli antichi sacerdoti e vescovi all’abbigliamento moderno […]. La chiesa è bellissima, ampie navate laterali, splendide colonne grigie, che sebbene sepolte in parte sotto un secondo pavimento non hanno perso la loro snellezza, e particolarmente una bella scala di marmo dalla navata centrale all’altare […] meravigliosa l’idea delle pecore che, uscendo da due chiese, salgono al cielo».

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