38 – Un barbiere per Sant’Andrea

Sant'Andrea RestiLa basilica di Sant’Andrea Maggiore è stata un importantissimo monumento della Ravenna bizantina. Nel corso dei secoli fu più volte modificata fino alla sua distruzione avvenuta nel XIX secolo. Di questa antica chiesa, come scrivono nella loro guida su Ravenna Wladimiro Bendazzi e Riccardo Ricci, restano alcune tracce «incorporate nei muri delle case al n. 31 di via Ercolana. Nel Magazzino al n. 33 c’è un pulvino della navata destra e sono disegnate le linee degli archi; nell’andito della casa al n. 29 è un altro pulvino, e così pure nell’orto dei cappuccini». Il Liber Pontificalis della chiesa ravennate racconta che l’arcivescovo Massimiano la abbellì con somma cura: «A Ravenna la chiesa di Sant’Andrea apostolo, non lontano dalla zona Ercolana, con ogni cura la fece sostenere da colonne di marmo, e tolte le vecchie strutture di legno di noce, la decorò di marmo del Proconneso». Andrea Agnello, inoltre, ricorda di come Massimiano volesse portare a Ravenna, proprio in questa chiesa, il corpo dell’apostolo Andrea e di come l’imperatore Giustiniano glielo impedì, concedendogli di portare solo una piccola reliquia. Stando al racconto, Massimiano, dopo aver pregato tutta la notte davanti al corpo di sant’Andrea «prese una spada e, recitata una preghiera, recise la barba dell’apostolo fino al mento». Secondo la tradizione l’arcivescovo Massimiano «fu sepolto nella basilica di Sant’Andrea apostolo vicino all’altare, dove aveva deposto la barba del suddetto apostolo».

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