213 – Antipirina e mosaici

Mosaici Battistero Neoniano Bn

La prima volta che Herman Hesse visitò Ravenna fu nella primavera del 1901, durante il suo primo viaggio in Italia. Dopo aver fatto tappa a Bologna, la sera del 29 aprile arrivava a Ravenna per rimanervi una sola notte e ripartire nel pomeriggio del 30 alla volta di Padova. Nonostante la giornata di pioggia e un tremendo raffreddore ebbe modo, come annotò nel suo diario, di apprezzarne la bellezza: «Nonostante le avverse condizioni sia del tempo che della mia salute, porto con me da Ravenna delle impressioni grandi e importanti. La città è tranquilla, antica, per molti versi interessante, ancorché malridotta e impove- rita». Dei mosaici del Battistero Neoniano ebbe un’impressione «enorme e indelebile», definì il Duomo «chiaro e freddo», mentre il suo campanile «vecchio e bello». Visitò la cappella arcivescovile di Sant’Andrea – «la deliziosa cappelletta», il giardino dell’Accademia di Belle Arti e apprezzò le «piccole piazze con antiche case grigie e angoli romantici». Non tralasciò di visitare il Museo nel monastero di Classe, San Francesco e la Tomba di Dante, né San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, Sant’Apollinare Nuovo e il cosiddetto Palazzo di Teodorico. Nei suoi giri per Ravenna – «Ho attraversato quasi tutta la città» – non mancò di fare tappa anche in una farmacia nel tentativo di rimettersi in forma: «In una farmacia italiana dall’aria ben poco affidabile ho preso un’antipirina che sembrava tutt’altra cosa e che mi è stata servita non certo a norma di igiene».

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