Scavi al porto, se il problema sono 50 giorni…

I vertici dell’Autorità portuale di Ravenna – presidente, segretario generale e direttore tecnico – sono tornati alle proprie scrivanie, reintegrati dopo l’annullamento della sospensiva decisa dal giudice nell’indagine sul presunto inquinamento dall’affondamento del relitto Berkan B. La prima sospensione arrivò il 9 settembre, l’annullamento è del 28 ottobre. Una cinquantina di giorni in cui il vai e vieni del commissario nominato dal ministero ha di fatto rallentato la marcia verso l’emissione del bando per gli scavi dei fondali. E di questo si rammaricano i diretti interessanti, in più occasioni pubbliche. Si potrebbe sintetizzare così la loro riflessione: “Mannaggia, abbiamo perso 50 giorni di tempo! E poi ci dicono che non c’era motivo di sospenderci. Perbacco, quanto tempo perso! Se non fosse stato per questo disturbo avremmo avuto 50 giorni di lavoro in più”. Comprensibile il rammarico – se non altro perché a nessuno fa piacere essere indagati e sospesi – ma non sarà che a questi 50 giorni si stia attribuendo un’importanza un po’ superiore alla realtà? Si parla di questo progetto da anni e anni – a stare scarsi possiamo dire almeno 7, da quando si insediò Galliano Di Marco che coniò la parola Progettone – e ora sta a vedere che il problema sono 50 giorni persi per un indagine…

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