Quante previsioni fallite sull’inizio dei lavori al porto

Cinque mesi e mezzo fa sulle pagine di questa e altre testate locali, circolò la più classica delle foto posate: autorità tra la polvere di un cantiere, con il caschetto di sicurezza e la fascia tricolore sul vestito buono, per il taglio del nastro. «Una giornata storica per Ravenna, cominciano i lavori del progetto Hub portuale – scriveva il sindaco Michele de Pascale su Facebook –. Con questa partenza, Ravenna è nella serie A dei porti italiani». Era il 24 settembre 2021, mancavano dieci giorni alle elezioni. Però fino al 5 marzo nessuno ha scavato.

Allora proviamo a mettere in fila le previsioni (solo le più recenti) sui tempi fatte pubblicamente dai protagonisti della ventennale telenovela dragaggi.

A settembre 2017 conferenza stampa (con la Regione) per annunciare il deposito di 28 faldoni a Roma al ministero delle Infrastrutture e Trasporti dando ufficialmente via all’iter che avrebbe dovuto portare all’inizio dei lavori nei primi mesi del 2019 e al loro completamento dopo sei anni. A febbraio 2018 il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) diede l’ok al finanziamento: «Ora si inizia a scavare», esultò De Pascale. Fu necessario invece aspettare novembre 2019 solo per l’apertura del bando di gara. Per quell’occasione altra conferenza stampa con il presidente della Regione Stefano Bonaccini: l’ipotesi di Ap era di vedere al lavoro le prime draghe a fine del 2020. A giugno 2020 si aprirono le due buste pervenute per l’appalto. Il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi, confermò la stima entro la fine del 2020. Cioè una previsione su un orizzonte avanti di sei mesi con un lavoro già aggiudicato. A novembre di quell’anno ci fu la firma sul contratto e la stima aggiornata di Rossi puntava a «i primi mesi del 2021». Alla fine è stato ai primi mesi del 2022.

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