Genitori aggressivi con i docenti? Spesso è un segno di insicurezza Seguici su Telegram e resta aggiornato Caro dottore, sono un insegnante e leggo spesso di aggressioni verbali e anche fisiche a danno dei docenti. Spesso sono promosse dagli studenti, ma sono tanti altri gli episodi che hanno come protagonisti i genitori. Non dico che dovrebbe essere come un tempo, quando al rimprovero dell’insegnate, alla nota sul diario, seguiva un rimprovero ancora più severo da parte dei genitori ma oggi ci ritroviamo ad essere proprio screditati. Personalmente non ho subìto episodi gravi da essere riportati nella cronaca, ma le aggressioni verbali nei colloqui con i genitori posso riferirle. Perché secondo lei i genitori si comportano così? Lettera firmata Credo siano diversi i fattori a concorrere a questa dinamica. Principio di autorevolezza, sensazione di onnicomprensiva competenza individuale, insicurezza, possono essere alcuni di questi. Un tempo si demandava a chi si riteneva fosse più competente di noi. Oggi c’è la tendenza a sentirsi competenti e più liberi di sentenziare su tutto. Internet, Google illudono le persone di potersi esprimere su ogni argomento. Il fenomeno della cosiddetta democrazia diretta è un segnale che credo confermi questa tendenza. Corollario è di conseguenza la svalutazione dell’autorità, anche per rafforzare la propria. Altro fattore possibile, per quanto possa apparire paradossale, è una sensazione di insicurezza riguardo alle proprie capacità educative. Queste incertezze anziché favorire un dialogo con i docenti, spesso si traducono in un attacco nei loro confronti. Conversione nell’opposto e formazione reattiva sono le dinamiche psichiche, o per dirla più propriamente, i meccanismi di difesa coinvolti. Convertire nell’opposto significa trasformare con il comportamento una pulsione, uno stato dell’essere nel suo contrario. Quindi l’insicurezza prende le forme dell’arroganza. La formazione reattiva è simile, induce anch’essa a un comportamento cosciente opposto al desiderio inconscio intollerabile e non pronunciabile. Quindi i genitori che vorrebbero sentirsi bravi educatori ma temono di non esserlo agiscono in modo aggressivo anziché collaborativo. Senza dimenticare che un richiamo è un attacco narcisistico per l’alunno ma anche per l’adulto e oggi siamo in una società molto fragile da questo punto di vista, con la conseguenza di sapere tollerare male la frustrazione. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo