La collera di Napoli, tensione, sentimento e scrittura accurata

UnnamedNapoli, estate 1884. Il colera miete in due mesi 7.200 vittime (lungo tutto lo Stivale se ne conta meno del doppio). Re Umberto e il ministro De Pretis, che visita la città incurante della possibilità di contagio, decidono di varare un piano di risanamento che prevede la completa ristrutturazione di ampie sezioni della Napoli bassa. Un piano che, purtroppo, non sarà realizzato. È questo il contesto de La collera di Napoli, edito nel Giallo Mondadori in ottobre e che oggi si trova ancora nella versione ebook (3,99 euro). Il romanzo è l’occasione per approfondire la conoscenza del commissario Veneruso, già incontrato in alcuni racconti editi sempre dal Giallo. Il commissario vive solo, è depresso e irritabile, frequenta una volta al mese il bordello, spesso soffre di male ai piedi e altrettanto di frequente strapazza i propri uomini senza ragione. Per indurirli alla vita, commenta fra sé e sé, cercando un alibi al proprio pessimo carattere. Ma, mentre la forza pubblica deve fronteggiare il moltiplicarsi dei morti per l’epidemia, Veneruso deve fare i conti prima di tutto con il caso di una donna segata in due da un ragazzo di 16 anni; poi si trova fra le mani i delitti di un serial killer ante litteram. Qualcuno uccide e fa scempio di giovani fanciulle, che vengono soprannominate “sirene”, lasciandone i resti sulla spiaggia delle Trecorone. La denuncia di una suora per la scomparsa di una ragazzina dal grande orfanotrofio annesso al Convento Santa Maria Vergine di Porta Capuana (mai esistito), fa puntare l’indagine verso quel luogo dove “governano” le donne, in ogni senso. Il male può annidarsi fra quelle mura. Ma sarà la morte di un’altra giovanissima, precipitata da un altissimo palazzo popolare dall’altra parte della città, a far capire al commissario chi debba cercare e perché. La collera di Napoli ha moltissimi pregi: ogni passaggio gira perfettamente, come gli ingranaggi di un cronometro svizzero. Ha una scrittura fluida e accurata, anche nelle poche inflessioni dialettali. E, al di là della tensione che sa tenere dalla prima all’ultima pagina, il romanzo dà conto dei sentimenti dei protagonisti con una sensibilità rara. E li trasmette con delicata perfezione. La collera di Napoli è uno fra i migliori romanzi letti nel 2015.

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