Ecco alcuni commenti, veri, presi da internet in questi giorni in cui Ravenna sta aspettando il verdetto per il 2019. Voi magari mentre state leggendo lo conoscete già, ma forse sarà ancora più bello.

«[…] Si stanno spendendo molte, forse troppe energie per un progetto che dubito possa portare dei reali vantaggi alla cittadinanza […] dovrei forse vantarmi con amici e conoscenti di fuori Ravenna di abitare nella capitale della cultura se quando poi mi vengono a trovare devono noleggiare una jeep per percorrere le mulattiere che chiamiamo strade, che si imbattono in spacciatori in pieno centro storico […]». (Un grande classico, seppur scritto con una certa moderazione: cosa ce ne facciamo della cultura che abbiamo le buche nelle strade?).

«È’ impensabile non li abbiano portati a San vitale e altro ne abbiamo 10 dell’unesco !! ………Non sapevo che lido Adriano ne facesse parte………….». (La signora che scrive è l’emblema di tutti quelli che non sanno di cosa stanno parlando: qui si sta lamentando perché lo staff di Ravenna2019 non ha portato i giurati europei a vedere i nostri monumenti Unesco che, badate bene, sono addirittura cresciuti di numero…).

«No ditemi che non è vero,per favore…cosa li hanno portati a Lido Adriano sul serio!?La discarica sociale più vergognosa della Provincia di Ravenna,piena di africani…ma cosa sono usciti di testa?Ah,questi comunisti,non cambieranno mai…che vergogna.Che vergogna.Povera Ravenna!» (il razzista parla sempre della visita della giuria: lui vorrebbe che la sua città diventasse Capitale ravennate dei ravennati, senza tutti quei negri, per farvi capire insomma).

«Di solito si sonorizza un film muto, non mi pare proprio che Deserto Rosso lo sia» (Ecco, per fortuna qualcuno che si lamenta del fatto che a Ravenna sia nata un’orchestra contemporanea con musicisti provenienti da tutta Italia e cha ha avuto pure il coraggio di fare un concerto gratis per tutti al teatro Alighieri ispirato a un film girato sempre a Ravenna).

«Comunque dal dossier salta fuori che i soldi-se vinceremo-andranno comunque ai soliti» (altro grande classico, i soliti! i soliti! Gomblotto!).