Potrei spenderli in una birra media, da consumare tranquillamente su una panchina dei giardini Speyer. Forse se vado al bar dei cinesi ce ne scappano anche due di birre. Una media e una piccola.
Oppure potrei spenderli donando una monetina da un euro ai prossimi sei artisti di strada che incontrerò in centro a Ravenna, accertandomi che abbiano i permessi per esibirsi.
Oppure potrei giocarmeli alla sala Slot che c’è alla Casa del Popolo della Ca’ Rossa, di fronte al mausoleo di Teodorico.
Oppure potrei andarci ad accendere dodici ceri in Duomo, che costano 50 centesimi l’uno e la Curia ne ha bisogno, di un po’ di soldini.
Oppure potrei spenderli in un caffè, un pacchetto di  gomme da masticare al gusto menta e un deodorante da regalare al barbone di via Mazzini, che così i residenti non si lamentano.
Oppure potrei spenderli per comprare tre paia di calzini e un braccialetto da uno dei venditori abusivi di piazza Kennedy.
Oppure mi basterebbero per fare tre giri (non uno di più) in autobus tra Ravenna a Marina, giusto il tempo per dare due ceffoni a un controllore.
Oppure potrei tenerli da parte, come una persona seria, per pagare le bollette dell’acqua, che ci dicono essere tra le più care d’Italia, forse perché dobbiamo pagare il Cda di Hera, che a forza di autoridursi lo stipendio arrivano a prendere solo il doppio di quello che prendo io in un anno.
Oppure potrei tenerli da parte, come una persona seria, per pagare una minima parte, ma proprio minima minima, della famosa mini-Imu, ricordate? Quella che il sindaco aveva assicurato che noi ravennati non avremmo mai pagato, piuttosto avrebbe infranto il Patto di Stabilità. Ecco, ora salta fuori che dobbiamo pagarla.

(Quest’anno pare infatti che chi dichiara sui 20mila euro potrà beneficiare di uno sconto di circa 6 euro all’anno, dico, 6 euro all’anno, grazie al Comune di Ravenna che ha abbassato l’addizionale Irpef. È proprio il caso di dirlo, grazie, Comune di Ravenna).