Potendo come noto prevedere il futuro, vi faccio avere in anteprima le dichiarazioni a caldo dei candidati a sindaco subito dopo il voto.
L’unica cosa che i miei radar non riescono a decifrare è se queste dichiarazioni devono essere datate 6 giugno oppure 20 giugno.

«Volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno votato ma anche chi non lo ha fatto, perché io sarò il sindaco di tutti i ravennati. L’asten­sionismo, però, è un segnale che non va trascurato» (Michele de Pascale, senza far notare che in realtà gli ride anche il didietro e che in fondo chi ha votato contro o ha preferito andare al mare occupa solo l’ultimo dei suoi pensieri).

«Siamo soddisfatti perché ci sono tantissimi ravennati che sono stanchi di questa sinistra, che vogliono spezzare un regime che ci soffoca da decenni, che vogliono finalmente cambiare» (Massimiliano Alberghini  farà la sua parte mettendo Alvaro Ancisi a capo dell’opposizione in consiglio comunale).

«Siamo soddisfatti perché Francesca Santarella non è più in consiglio comunale» (Michela Guerra, annunciando le prime riunioni, subito dopo il voto, preparatorie per ottenere la certificazione del Movimento 5 Stelle nel 2021 quando «finalmente qualcosa cambierà»).

«Siamo soddisfatti perché abbiamo smascherato gli intrecci tra i poteri forti della città, i conflitti di interesse, gli scandali di palazzo» (Maurizio Bucci poco prima di tornare a non contare un tubo sulla scena politica cittadina).

«Siamo soddisfatti perché abbiamo introdotto un nuovo modello di fare politica, un progetto che mette al centro i beni comuni, che immagina una società interculturale, inclusiva, senza preconcetti e pregiudizi, un’idea nuova di partecipazione, dal basso, un lavoro che svilupperemo in questi anni nonostante la sconfitta, grazie alla nostra mappa mentale che, guardate, ‘stigrancazzi…» (Raffaella Sutter cerca di rianimare i suoi senza accorgersi che in realtà sono tutti scappati. O la stanno guardando con aria beata, con una canna in mano, senza capirci in realtà una mazza).