Il felice esordio di Susanna Nicchiarelli e Idiocracy, maschera demenziale (che fa riflettere)

Cosmonauta
di Susanna Nicchiarelli

Roma, 1963. Meno cinque al sessantotto. Luciana fa l’attivista nei giovani comunisti, spinta dalle idee del defunto padre e dal fratello Arturo, un eccentrico ragazzo col pensiero fisso all’Unione Sovietica e alla conquista dello spazio, più che mai, in quegli anni, territorio di guerra fredda.

Opera prima premiata a Venezia, Cosmonauta non è un film politico o militante, ma un racconto di formazione di una donna in un periodo in cui la figura femminile emergeva con enorme difficoltà: dalla madre di Luciana (Claudia Pandolfi, diligente) succube del nuovo marito (sempre mitico Rubini), un uomo ricco e prepotente che non riesce a legare coi figliastri, fino alla stessa protagonista, prigioniera dei suoi sentimenti e della sua timidezza nei confronti del ragazzo che le piace. La regista esordiente racconta un mondo che non c’è più: le ideologie, le passioni politiche, l’altra superpotenza e il mito dell’uomo nello spazio, metafora neanche troppo nascosta di quelli che sono stati i sogni di tanti bimbi. Ironico e favolistico, il film funziona meglio nella prima parte mentre perde qualche colpo quando si parla d’amore; ottima la protagonista, Marianna Raschillà (che ricorda molto Jasmine Trinca), un po’ meno azzeccati gli attori che interpretano i suoi coetanei. Commedia innocua, simpatica, che strizza l’occhio a chi vuole fare ancora certi sogni. Ottima la colonna sonora, coi Subsonica alle prese con alcuni classici. 6 1/2
Il film è preceduto dal corto Sputnik 5, sempre della Nicchiarelli, che “ricostruisce”, a pupazzi animati, la missione sovietica che mandò animali nello spazio. Esilarante. 7 1/2
(A proposito di luna, recuperate l’irresistibile Operazione Luna, di William Karel, facilmente reperibile in rete).

Idiocracy di Mike Judge
Mike Judge è il creatore della serie televisiva del geniale e cinico Beavis and Butthead, nonché co-autore del mitico South Park. Al cinema ha debuttato nel 1999 col discreto Impiegati… Male!, una commedia amara, divertente e lungimirante sul mondo del lavoro privato. In Idiocracy (che non c’entra nulla col recente Videocracy), il governo sceglie i due individui più “medi” possibili per un esperimento che, per errore, porterà i due protagonisti a risvegliarsi 500 anni dopo. Solo che il mondo, a furia di reality, gossip, telegiornali in topless e quant’altro, è popolato solamente da idioti. Un mondo in cui leggere è “roba da checche” e il presidente degli Stati Uniti (nero, lungimirante anche qui) saluta la gente ai comizi mostrando il dito medio (lungimiranza finita). Inutile dire che il protagonista (un ottimo Luke Wilson) sarà considerato un genio assoluto. Un film dalla maschera demenziale, che disegnando un’improbabile caricatura di ciò che sta succedendo nel mondo attuale, rappresenta un’amara analisi della nostra società. Tra le risate, spesso grossolane, si cela quindi un messaggio forte, un grido d’allarme che il contesto quotidiano ci suggerisce di non ignorare. Uscito nell’agosto 2007 in qualche sala italiana, il film è facilmente reperibile in dvd. 7

Pollice verso
Drag Me To Hell
, di Sam Raimi, fa sobbalzare solo per i decibel pompati in sala, la trama è ridicola ma non fa ridere. Siamo lontanissimi da La casa 2 e L’armata delle tenebre. 4 –
Da The Informant!, di Steven Soderbergh, ci si aspettava di più: filmetto divertente solo a tratti, ben girato, ma scritto malino. Molta confusione e troppa carne poco cotta al fuoco. 6 –

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