L’avventura da brividi dei “Bastardi” di Tarantino e la saga ricca di invenzioni del canadese Vallé

Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino
Incipit: Parigi, 1941. Il colonnello nazista Hans Landa (interpretato in maniera memorabile dallo sconosciuto attore austriaco Christoph Waltz) persuade un pastore locale a rivelargli il nascondiglio di una famiglia ebrea.

Venti minuti di pathos puro, di faccia a faccia tra due personaggi così diversi, tra la lucida freddezza del nazista e l’ingenua generosità del contadino. Venti minuti che vi proietteranno in una delle più coinvolgenti avventure cinematografiche degli ultimi anni: mentre un gruppo di soldati americani ebrei (i cosiddetti “bastardi”) vendicano il loro popolo dando la caccia ai nazisti, l’affascinante e sensuale Shosanna (Melanie Laurent, una femme fatale sia per i nazisti che per gli spettatori), sfuggita al “cacciatore di ebrei” e diventata proprietaria di un cinema, attende l’occasione propizia per pareggiare i conti. Queste vicende si incroceranno, dando vita a un’ultima parte folle, assurda e da brividi forti. Brividi che si provano per tutto il film a partire dall’inizio, passando soprattutto per la scena della taverna, capolavoro di suspense hitchcockiana, fino al già citato incredibile crescendo finale. Il cinema di Tarantino a livello formale raggiunge qui la sua perfezione: la messa in scena non è mai stata così impeccabile, la direzione degli attori degna della miglior orchestra, il ritmo è incessante nonostante due ore buone di azione scarsa. Resta in sospeso la follia e il coraggio di chiudere un film ignorando totalmente la storia, quella vera, con l’effetto di disorientare anche lo spettatore più creativo. Il cinema ha la forza di dare immagini, volti e a volte pieghe nuove alla vita di tutti giorni: va accettato anche quando la sua forza diventa la verosimiglianza. Il Tarantino citazionista è limitato ad alcuni momenti, il Tarantino narciso tira fuori dal suo cilindro momenti di Iene e di Bill, il Tarantino regista ci offre due ore e quaranta di spettacolo maestoso e impressionante, impeccabile nella sua forma e straripante nel suo contenuto. Non piacerà a tutti. 9
Filmografia di Quentin Tarantino Le Iene (1992), Pulp Fiction (1994), Jackie Brown (1997), Kill Bill (2004), Grindhouse: a prova di Morte (2007).

C.R.A.Z.Y. di Jean-Marc Vallée
Opera prima canadese presentata alla Mostra di Venezia di qualche anno fa e uscito presto di scena dai nostri cinema, C.R.A.Z.Y. (coi puntini, nel finale del film verrà spiegato il perché) è una saga familiare ambientata a cavallo tra i sessanta e i settanta, scandita da una colonna sonora straordinaria (il regista pare abbia speso gran parte del budget in diritti delle canzoni). Storia di cinque fratelli, vissuta attraverso gli occhi di Zachary (il quarto), nato il giorno di Natale, e storia del rapporto di Zach col padre, che sembra non capire e non accettare le scelte di vita del figlio. Crazy è anche una canzone della cantante country Patsy Cline, la preferita del padre di Zach, che ne possiede una copia in vinile rarissima alla quale tiene come ad una reliquia, e che il piccolo bimbo incompreso, alle porte dell’adolescenza, rompe volutamente per far posto ai suoi eroi del rock (dai Rolling Stones a David Bowie, dai Pink Floyd ai Sex Pistols). Questa “rottura” tra padre e figlio, scandita metaforicamente dalla musica, sarà il tema dominante di questa storia, che dura sì quasi due ore, ma che ricorda i migliori film e telefilm di generazione anni 60-70. Una saga ricca di invenzioni e situazioni vere e appassionanti. Colonna sonora strepitosa, e grande rivelazione il suo protagonista Marc-André Grondin. Per gli appassionati di rock è da non perdere, per gli amanti del cinema pure. Stiamo ancora aspettando l’opera seconda di Jean-Marc Vallée. 8

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