L’irresistibile follia di un film anarchico. Peccato non poterlo vedere al cinema…

Palm Springs (di Max Barbakow, 2020)
Palm SpringIl sottotitolo che recita “vivi come se non ci fosse un domani” svela una trama che vede Nyles andare, annoiato, al matrimonio di una cara amica della sua fidanzata, tirare fuori un discorso bellissimo alla cena nuziale per poi farci accorgere… che sta vivendo lo stesso giorno da chissà quanto tempo. Un altro “giorno della marmotta”, a partire dal capostipite Ricomincio da capo fino al recente (e, ricordiamolo, niente male) Auguri per la tua morte, che si concentra sulla festa di matrimonio, contesto non solo tra i più utilizzati nel cinema statunitense, ma anche simbolo (spesso) di noia e frustrazione: immaginiamoci quindi intrappolati nella peggior festa di matrimonio!

Film indipendente, passato al Sundance e distribuito inevitabilmente solo in streaming dove ha ottenuto un successo strepitoso, Palm Springs è approdato nei nostri cinema proprio “grazie” alla penuria di film in distribuzione causa Covid. Questo perché un film così indipendente, particolare, completamente fuori dagli schemi in un’epoca “normale” sarebbe finito, invisibilmente, direttamente in streaming nel migliore dei casi. Palm Springs nasce (e muore) coi toni della commedia nera e brillante, ma inevitabilmente si sconfina facilmente nella fantascienza, mantenendo un invidiabile equilibrio tra i toni dei diversi generi. Si ride da subito senza influenzare la cosiddetta “avventura” che i due (altra novità) protagonisti vivranno per uscire dal loop temporale, che dà al giovane regista esordiente il giusto spunto per inserire ogni tipo di situazione, assurdità e violenza.

Un autentico “mappazzone” cinematografico che però funziona benissimo grazie anche allo stato di grazia dei due protagonisti, Andy Samberg e Cristin Milioti, non troppo noti da noi ma (soprattutto Samberg) vere e proprie icone in patria a stelle e strisce.

Parola d’ordine del film? Follia. Divertente, a tratti irresistibile, se pur sgangherato. Una curiosità: il regista, in un’intervista, ha dichiarato come sua maggiore influenza (oltre a Ricomincio da capo) il cinema di Paolo Sorrentino e in particolare La grande bellezza, che gli ha dato l’idea per l’ambientazione. Acclamato dalla critica indipendente (su Rotten Tomatoes 94% di critiche positive) e salutato come qualcosa di finalmente un po’ diverso e anarchico, Palm Springs poteva rappresentare per molti di voi un’ideale spinta al ritorno in sala, dove distanziati e con mascherina si potrebbe vivere comunque benissimo, perché il cinema era, è e resta il miglior posto dove guardare un film. Forse. Magari. E invece no, al momento non si può.

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