I nuovi uffici della Tozzi Industries firmati da Nuovostudio

40 44 ARCHITETT IMPR TC1411:Layout 1Il grande Gruppo ravennate sorto dalla tenacia di Arturo Tozzi rinnova il look della propria sede a Mezzano, costruisce un nuovo edificio dirigenziale  e un vasto magazzino per deposito e per aziende

 

Davanti alla vecchia fabbrica dello Zuccherificio di Mezzano,
poderosa “cattedrale del lavoro”
di inizio Novecento, ecco, oltre la strada, tre palazzine, denominate rispettivamente
A, B e C, che si schierano in fila mentre ci si inoltra nel grande lotto trapezoidale di quasi due ettari, dei quali quasi 8000 metri quadri
 destinati a verde e modellati con mano
sicura dall’architetto paesaggista
Daniela Moderini di Venezia

Mezzano, via Zuccherificio, sabato 27 settembre. Si inaugurano i nuovi uffici della Tozzi Industries, gruppo ravennate di cui fanno parte aziende attive in Italia e all’estero nel settore della progettazione, produzione e installazione di impianti elettrici, strumentazioni e centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili, in cui lavorano più di seicento collaboratori, guidati dal Presidente Mario Tozzi. Nell’occasione il parco pubblico adiacente alla sede della Tozzi Holding viene intitolato ad Arturo Tozzi (1906-1968), fondatore del Gruppo e protagonista della cultura del lavoro a partire dal mulino per la macinazione delle granaglie e alla piccola centralina idroelettrica che garantiva la luce a Casola Valsenio; poi il trasferimento in raffineria a Ravenna e l’apertura della prima Azienda Tozzi.

Davanti alla vecchia fabbrica dello Zuccherificio di Mezzano, poderosa “cattedrale del lavoro” di inizio Novecento, oltre la strada si profilano tre palazzine, denominate rispettivamente A, B e C, che si schierano in fila mentre ci si inoltra nel grande lotto trapezoidale di quasi due ettari, dei quali quasi 8000 metri quadri destinati a verde e modellati con mano sicura dall’architetto paesaggista Daniela Moderini di Venezia. La prima in realtà (2862 metri quadri) è l’esito gradevole del restyling della sede direzionale esistente, una palazzina a tre piani realizzata nei primi anni Settanta su progetto dell’ingegnere Clio Antonellini e, come spiegano gli architetti Emilio Rambelli e Stefania Bertozzi di Nuovostudio, «fortemente connotata da un pregevole carattere razionalista» che ha fornito, nei suoi tratti principali, «una serie di spunti tipologici e compositivi all’approccio progettuale dei nuovi corpi di fabbrica: la conformazione dell’edificio con la grande corte interna su cui affacciano gli elementi distributivi dell’immobile; la struttura a pilastri e travi, denunciata dall’arretramento dei tamponamenti, che diviene parte sostanziale nella definizione estetica del manufatto; la caratterizzazione delle fronti, con grandi finestre corredate da “palpebre” orizzontali esterne; l’ingresso principale, denunciato dalla rilevante pensilina a sbalzo».

Come spiegano gli architetti Emilio Rambelli e Stefania Bertozzi di Nuovostudio, l’edificio originario, denominato A, è una palazzina a tre piani realizzata nei primi anni Settanta su progetto dell’ingegnere Clio Antonellini. Si mostra «fortemente connotata da un pregevole carattere razionalista» che ha fornito, nei suoi tratti principali, «una serie di spunti tipologici e compositivi all’approccio progettuale dei nuovi corpi di fabbrica: la conformazione dell’edificio con la grande corte interna su cui affacciano gli elementi distributivi dell’immobile; la struttura a pilastri e travi, denunciata dall’arretramento dei tamponamenti, che diviene parte sostanziale nella definizione estetica del manufatto»

Seguono i corpi di fabbrica B (3300 metri quadri) e C (5747 metri quadri), rispettivamente destinati il primo a nuovi uffici e il secondo a depositi, attività artigianali e laboratori di ricerca, costruiti per l’occasione su progetto dello studio ravennate in evoluzione linguistica dal corpo A. Da ciò deriva una scelta compositiva in cui si conferma con chiarezza la cifra stilista di Nuovostudio, improntato ad un razionalismo che riallaccia i fili di una storia ormai antica, avviata con la Bauhaus di Gropius. Se nell’edificio A il ritmo di vetrature era dato dalla sequenza dei pilastri portanti in cemento armato a vista e dalla sequenze di “palpebre” frangisole, nell’edificio B, in virtù del loro arretramento si definisce un unico nastro vetrato da cui emerge una veletta continua a ciascun piano, collegata con elementi verticali a disegnare segni continui su due o tre direzioni consecutive, che costituiscono ormai una firma “rambelliana” di Nuovostudio.

Si tratta di «una sorta di alettatura profonda m 1,50 che garantisce grande comfort nelle diverse stagioni dell’anno», precisano gli architetti, poiché è in grado di schermare la luce zenitale estiva e di accogliere i raggi inclinati del sole invernale, che «penetra attraverso le grandi vetrate e contribuisce a riscaldare naturalmente l’edificio, migliorandone al contempo le prestazioni in termini di comfort e di risparmio energetico». Si tratta di un edificio a quattro piani fuori terra, composto da due corpi di fabbrica paralleli destinati ad ospitare uffici, sale riunioni e sala conferenze, chiusi a quadrilatero dai blocchi servizi e dai collegamenti verticali ai piani. L’ingresso in angolo sud-ovest è segnalato da una grande pensilina a sbalzo, messa in evidenza dalla scelta di posare il fabbricato su un basso piano porticato per le autorimesse. Poco oltre scorre un tunnel in vetro e acciaio, posto al primo livello, che collega le due sedi vecchia e nuova, omaggiando con un largo brivido di piacere i percorsi e le viste inter-esterne. Protetti dalla grande pensilina accediamo ad una piacevole hall di ingresso a doppio volume, in cui viene proiettato in loop un video sulle molteplici attività e location del Gruppo Tozzi. Qui ha origine il secondo tema progettuale, si potrebbe dire “materico”, poiché ne è grande protagonista il rovere biondo a partire dal banco reception, fino ad avvolgere gran parte degli corridoi di distribuzione dei percorsi ai piani e diviene parete-divisoria nelle sale (sala conferenze, sale riunioni, cucina e sala ristorazione dirigenti) e pareti-contenitore negli uffici dirigenziali, opportuni fondali per il lavoro decisionale, tra eleganti soluzioni in arredo in legno scuro, mobili in pelle nera, tappeti orientali e calibrati inserti di preziose opere d’arte degli ultimi tre secoli.

L’ingresso in angolo sud-ovest dell’edificio B, nuovo cuore di Tozzi Industries, è segnalato da una grande pensilina a sbalzo, messa in evidenza dalla scelta di posare il fabbricato su un basso piano porticato per le autorimesse.
Poco oltre scorre un tunnel in vetro e acciaio, posto al primo livello, che collega le due sedi vecchia e nuova, omaggiando con un largo brivido di piacere i percorsi e le viste inter-esterne. Protetti dalla grande pensilina accediamo ad una piacevole hall di ingresso a doppio volume, in cui viene proiettato in loop un video sulle molteplici attività e location del Gruppo Tozzi

Sporgendoci oltre, ci accorgiamo di trovarci in angolo ad una grande corte interna di 15 x 24 metri, il cui pavimento in legno trasforma lo spazio in patio, pronto a configurarsi come «una sorta di “giardino intercluso”». Qui ci appare con evidenza la seconda citazione di Nuovostudio, a partire dalla corte bordata dalla sequenza di lastre di cristallo termico: la Bibliotheque Nationale di Dominique Perrault, ma con un tono più ciliegio rispetto al rovere dei camminamenti e delle sale di Mezzano. Inoltre nel  patio di Tozzi Industries al posto della foresta parigina ecco apparire una composizione di palme, che lasciano ampi spazi per le visioni metafisiche di un’algida figura muliebre e un’articolata coppia con tunica di Angelo Biancini (Castelbolognese, 1911 – Faenza, 1988), protagonista della scultura e dell’arte ceramica italiana del Novecento. In chiusura, gli architetti Rambelli e Bertozzi ci chiedono di poter rivolgere un sentito ringraziamento ai «fratelli Tozzi e in particolare Franco, che ci ha seguito e rispettato come un committente di altri tempi, con un rapporto di stima reciproca; tutte le persone che hanno fatto parte del progetto, dai progettisti specialistici ai consulenti, a tutte le imprese realizzatrici; infine ai tecnici istruttori degli uffici tecnici del Settore Edilizia Privata del Comune di Ravenna, che ci hanno accompagnato nel corso del processo amministrativo con disponibilità e competenza».

 

AGENZIA MARIS BILLB CP 01 01 – 31 12 24
AGENZIA CASA DEI SOGNI BILLB 01 01 – 31 12 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24