«Ristrutturate casa ma senza stravolgerla per non compromettere la struttura»

Consigli per un edificio a prova di scossa. Fino al 2021 detrazioni fiscali per chi si adegua ma meglio non andare al risparmio

Ristrutturare

Ma quali sono i fattori da tenere in considerazione se si vuole una casa a prova di terremoto? Innanzitutto che è in vigore, e lo sarà fino al 2021, il sisma bonus. Si tratta di detrazioni fiscali che a seconda dei lavori che si portano avanti possono arrivare all’80 percento. Il bonus è stato oggetto recentemente di un convegno dell’Ordine degli ingegneri piuttosto partecipato.
Per sapere la classificazione dell’abitazione l’ingegnere incaricato procede ad un rilievo strutturale e cerca di ricostruire una sorta di memoria storica dell’edificio.

L’intervento classico, spiega l’ingegner Andrea Polani, è quello che cerca di migliorare la tenuta delle mura con l’inserimento di tiranti all’interno delle stesse. Si tratta del «collegamento di piano» e permette alla casa di migliorare la resistenza ad un sisma. Polani dà poi un consiglio ai futuri compratori: «Capisco che il fascino della casa vecchia da ristrutturare è forte, ma il mio consiglio è di non stravolgere troppo un edificio già esistente perché si rischia di comprometterne la stabilità». Se avete il classico sogno della magione di campagna rivoluzionata con gusto moderno, insomma, meglio rivolgersi ad un tecnico. Un professionista che è sempre meglio contattare prima di acquistare casa per non rischiare brutte sorprese.

Il sisma bonus dovrebbe invogliare i proprietari ad interessarsi di questo tema, un po’ come accaduto con gli efficientamenti energetici. «Non c’è una grande richiesta di questi lavori dalle nostre parti – ammette Polani -, a parte un picco che era arrivato poco dopo il terremoto in Emilia. Anche allora, però, si trattava di rilievi molto superficiali. Diciamo che rimango perplesso quando mi si contesta il costo di questo intervento e poi si preferisce investire sulle piastrelle del bagno…».

Di certo un lavoro serio di questo tipo costa. Lo sottolinea Mattia Galli, da poco diventato presidente dell’Ordine ingegneri, che su questo tema si sta impegnando molto. Non solo il convegno sul sisma bonus ma anche un accordo che la rete delle professioni tecniche sta siglando con i notai. In sostanza – spiega Galli – «stiamo sensibilizzando gli iscritti sul tema delle tariffe professionali affinché il lavoro di classificazione sismica e non solo sia fatto a regola d’arte. Certo, le tariffe minime sono state abolite dal decreto Bersani ma rimane il nostro codice deontologico che impone di non svendere il lavoro». In particolare è previsto che nell’atto della compravendita sia allegata una relazione tecnica integrata firmata da un professionista senza la quale l’atto può essere annullato. L’atto dà la prova della conformità edilizia e catastale dell’edificio ed è «una tutela in più per chi va ad acquistare».

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