Sversamento nel Bevano, Ancisi (Lpr): «Il Comune si costituisca parte civile»

Question time del consigliere comunale presidente della commissione Ambiente sul caso del divieto di balneazione a Foce Bevano per l’arrivo a mare di fertilizzante da un’azienda dell’entroterra

Bevano1altaValutare se al Comune di Ravenna convenga costituirsi parte civile nell’eventuale processo contro i responsabili dello sversamento di digestato che ha reso necessario emanare un divieto di balneazione dal 12 luglio alla foce del Bevano. È la richiesta che il consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lpr), presidente della commissione Ambiente, rivolge al sindaco con un question time che verrà discusso in apertura della seduta di martedì 17. Ancisi chiede inoltre quali prescrizioni applicare nei confronti dell’azienda da cui proviene lo sversamento ed eventualmente stabilire controlli specifici a campione sulle acque in uscita.

Ancisi si addentra nelle riflessioni sulle possibili conseguenze per i responsabili: «Da notizia di stampa si è appreso che la procura della Repubblica avrebbe già emesso un avviso di reato. Si può logicamente formulare al riguardo l’ipotesi dell’inquinamento ambientale introdotto dall’articolo 452 bis del codice penale, il quale punisce con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10mila a 100mila euro».

Il caso è noto ed è quello dell’ordinanza comunale che per motivi igienico-sanitari impone il divieto di balneazione nel tratto di mare ricompreso tra i 500 metri a nord e quelli a sud della foce del torrente Bevano. Gli accertamenti di Arpae hanno mostrato che un’ingente presenza di digestato (materiale di origine organica utilizzato come fertilizzante in agricoltura) dall’entroterra ravennate aveva raggiunto il mare attraverso il torrente. È stato poi accertato che lo sversamento è avvenuto in un’azienda che gestisce due impianti di digestione anaerobica a San Pietro in Campiano, dalla quale il digestato si è riversato nel canale Erbosa e da qui nel canale Acquara Alta, causando profondi mal odori e una colorazione scura delle acque, confluendo poi nel Bevano attraverso un reticolo di altri canali. Ne è pure derivata una consistente moria di pesci, anche di grosse dimensioni (carpe, anguille, cefali, passere) lungo tutto il corso d’acqua. Il divieto di balneazione è valido fino all’emissione di un nuovo rapporto di prova che attesti il rientro delle acque nei limiti previsti dalla legge. Ma la scarsità di acqua proveniente dai canali e dal torrente, la risalita della marea e le molte sinuosità del Bevano nel tratto finale producono una lentissima dispersione del digestato nel mare, che rende difficoltoso ipotizzarne i tempi di risoluzione.

Infine il consigliere comunale ricorda che la foce del Bevano presenta un elevato interesse naturalistico, essendo l’ultimo estuario meandriforme dell’alto Adriatico libero di svilupparsi naturalmente. L’area presenta numerosi vincoli paesaggistici e naturalistici, essendo classificata, tra l’altro, come Zona umida di importanza internazionale (Ramsar), come parte del Sito di importanza comunitaria “Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano”, della “Riserva naturale Duna costiera ravennate e foce torrente Bevano” e della Stazione del  Parco del Delta del Po denominata “Pineta di Classe e Saline di Cervia”.

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