Massaggi a luci rosse: sgominata un’organizzazione, uno dei centri era a Faenza

Una coppia reclutava sul web giovani donne italiane promettendo facili guadagni. Clientela agiata e fatturato di trentamila euro al mese dietro il paravento del trattamento tantrico

Massaggio TantricoC’è anche un centro massaggi faentino tra i nove chiusi nell’ambito di un’operazione di polizia partita da Ancona. Al suo interno le ragazze lavoravano e si prostituivano – secondo gli investigatori – dietro la maschera del “massaggio tantrico”. Le giovani coinvolte non erano costrette a prostituirsi ed erano una cinquantina, dislocate in nove centri massaggi, tutti sequestrati, in cinque regioni italiane (oltre all’Emilia-Romagna anche Marche, Abruzzo, Puglia e Lombardia).

L’indagine è durata due anni e ha portato all’arresto di cinque persone e alla denuncia di una sesta. L’attività era secondo l’accusa guidata da un foggiano 40enne e dalla moglie di 33. Ci sono poi quattro donne iscritte nel registro degli indagati. I centro massaggi in Emilia-Romagna, oltre che a Faenza (gestito da una 39enne) si trovavano a Rimini e Bologna. L’accusa è di concorso in favoreggiamento della prostituzione per tutti e sei gli indagati mentre la coppia considerata ai vertici dovrà rispondere di induzione alla prostituzione perché promettevano sui siti specializzati guadagni fino a 2.500 euro al mese, reperendo giovani ragazze italiane. L’organizzazione fatturava centinaia di migliaia di euro l’anno e, pur promettendo la sola pratica olistica, esercitava attività sessuali dopo aver addestrato le ragazze.

I massaggi tantrici che venivano insegnati prevedevano il contatto corpo a corpo, con cliente e massaggiatrice entrambi nudi. Secondo gli investigatori però tale tecnica sfociava poi – come emerso da alcune intercettazioni e filmati- in rapporti sessuali. Il sesso non veniva mai menzionato esplicitamente ma tutti i clienti si rivolgevano, per la procura, a quei centri massaggi ben consci del servizio che avrebbero ricevuto. La clientela era in gran parte di fascia economica agiata. Le ragazze lavoravano con partita Iva e di solito non erano impiegate nella loro città, convinti dai due che quei massaggi a luci rosse fossero perfettamente legali.

. Il massaggio durava circa un’ora e il cliente pagava in anticipo 100 euro di cui 40 andavano alla ragazza e 60 ai presunti gestori. L’attività avrebbe fruttato ai coniugi circa 30mila euro al mese. Tra i clienti c’erano anche donne per il cui massaggio con happy end avrebbe provveduto il gestore.

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