Riciclaggio malavitoso, a Ravenna le segnalazioni sono aumentate del 64 percento

Si tratta del risultato peggiore in regione, secondo i dati del primo semestre dell’Uif della Banca d’Italia

EURO FALSINel primo semestre di quest’anno in provincia di Ravenna sono partite 437 segnalazioni di riciclaggio (su 4.902 complessive in Emilia-Romagna), circa il 64 percento in più dello stesso periodo dell’anno scorso. Complessivamente nel 2020 sono state 690, su 7.810 in regione.

Si tratta dei dati del report dell’Uif della Banca d’Italia (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia), l’unità di intelligence finanziaria italiana, autorità nazionale indipendente con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

A rilanciarli è in particolare la Cgil di Modena, che sottolinea come l’Emilia-Romagna si trovi al terzo posto per numero di segnalazioni effettuate nelle scorso primo semestre e al secondo come percentuale di crescita del riciclaggio segnalato rispetto al primo semestre del 2020 (+40,8%). Tra le provincie, la crescita più elevata si registra proprio a Ravenna, con il 64 percento di cui sopra.

Numeri ulteriormente aggravati dal fatto – ricordano dalla Cgil – «che in questi ultimi tre anni è cresciuta anche la “attendibilità” delle segnalazioni ricevute dalla Uif e pure girate alla Magistratura: dal 17,1 percento delle “non rilevanti” si è giunti al recente 8,4».

Le “forme tecniche” più diffuse e utilizzate per il riciclaggio illegale e malavitoso, sono i bonifici nazionali e transnazionali, operazioni societarie, carte di pagamento, operazioni immobiliare. «Con però una modalità radicata sullo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare – continua la Cgil -, che il report evidenzia con forza, attraverso la costituzione di società fasulle e la “compiacenza di consulenti”, con versamenti fasulli di contributi pensionistici e sanitari a lavoratori invece in nero».

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