Bancarotta fraudolenta e falso in bilancio: tre denunciati, 8 immobili sequestrati

L’indagine della procura ipotizza che dietro la scissione di un’azienda in crisi ci fosse un piano per sfilare beni del valore di 4 milioni dal patrimonio a favore dei creditori

Foto GdF MiMaIl passaggio di otto immobili del valore complessivo di quattro milioni di euro da una società a un’altra riconducibile agli stessi amministratori, sarebbe stata un’operazione pianificata in maniera fraudolenta per sottrarre i beni dalla disponibilità dei creditori della prima impresa prima che arrivasse a fallimento nel 2019. È l’ipotesi della procura di Ravenna che ha condotto un’inchiesta arrivando a ottenere un provvedimento di sequestro preventivo disposto dal giudice per le indagini preliminari. La guardia di finanza provinciale ha eseguito il decreto mettendo i sigilli a due negozi, un garage e tre appartamenti in una centralissima via di Milano Marittima e un ulteriore appartamento con magazzino a Ravenna.

L’indagine nasce da un’ispezione tributaria condotta dai Finanzieri nei confronti di una società di vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori di alta gamma. Oltre alle contestazioni amministrative in materia di imposte dirette e Iva, le Fiamme Gialle hanno individuato un’operazione straordinaria di scissione societaria attraverso la quale era stato ridotto il patrimonio immobiliare della società che già versava in un conclamato stato di decozione ed era oramai inattiva ed in stato di liquidazione volontaria. Il pubblico ministero ha presentato istanza di fallimento al tribunale. I successivi approfondimenti avrebbero dimostrato che la scissione societaria aveva finalità esclusivamente distrattive.

Sono stati denunciati l’amministratore della società e i due consulenti che avevano fornito il loro apporto professionale per l’esecuzione del piano per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta per distrazione e di bancarotta impropria derivante dal reato di falso in bilancio per aver ritardato l’emersione dello stato di insolvenza gonfiando artatamente il bilancio chiuso a gennaio 2015. I due consulenti aziendali, dopo solo tre mesi dall’operazione, entravano nella compagine di nuova costituzione attraverso una società veicolo di diritto svizzero.

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