Il cortometraggio di Yuri Ancarani sul carcere di San Vittore, visto dai bambini

La proiezione in anteprima al prestigioso festival di Locarno e in una mostra dedicata al videomaker ravennate al Castello di Rivoli

Yuri Ancarani

Yuri Ancarani

È stato proiettato in anteprima al prestigioso festival cinematografico di Locarno, in Svizzera, San Vittore, il nuovo cortometraggio di Yuri Ancarani, videomaker ravennate di fama mondiale.

Il film è un episodio della serie dedicata a Milano (Saints of Milan) – dove l’autore vive e lavora da ormai oltre vent’anni – che comprende anche San Siro (2014).

Ancarani riprende, dall’interno, il carcere di San Vittore, focalizzandosi sulla particolare architettura della prigione e sui suoi dettagli, dando attenzione all’ala che ospita le donne detenute e il rapporto con i loro bambini. In particolare è su questi ultimi che si concentra lo sguardo dell’artista, su come vivono il carcere e come lo percepiscono quando vanno a trovare i propri genitori, sulle perquisizioni e i controlli che devono subire. I modi in cui l’immaginazione infantile elabora il mondo carcerario sono raccontati dall’artista attraverso i disegni realizzati dai bambini. In alcuni di essi, il carcere si trasforma in un castello, abitato da re e regine.

San Vittore

Una scena di “San Vittore”

San Vittore è risultato vincitore della seconda edizione del bando Italian Council (2017), ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.

Insieme a San Siro e al terzo film della trilogia milanese, San Giorgio (in versione 0, ossia il girato originario), San Vittore è in questi giorni (dal 9 luglio al 10 novembre) in visione anche al Castello di Rivoli (a Torino) nell’ambito della mostra Yuri Ancarani. Le radici della violenza a cura di Marcella Beccaria. «La trilogia – scrive la stessa curatrice – delinea un ulteriore capitolo nell’ambito della ricerca di Yuri Ancarani dedicata ai luoghi della socializzazione, del lavoro e del controllo sociale. L’interazione tra corpi umani, architetture, tecnologie e le conseguenti relazioni emotive e comunitarie che si formano, sono alla base della pratica dell’artista».

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