L’eclettica collezione di Luigi Varoli reinterpretata da sessanta artisti Seguici su Telegram e resta aggiornato Fino al 12 settembre un’esposizione d’arte contemporanea in occasione della ricollocazione della raccolta del maestro di Cotignola Opera di Elena Hamerski Alto e basso, inferno e paradiso, dialetto e nobile italiano: sono i due estremi toccati nella collezione di Luigi Varoli, artista eclettico e musicista nato a Cotignola nel 1889 divenuto poi dal 1925 direttore della locale Scuola di Arti e Mestieri. Qui, dove si insegnavano le arti maggiori e minori, dalla scultura in terracotta a quella in cartapesta, dalla pittura alla ceramica, trova applicazione la variegata formazione di Varoli ceramista a soli 12 anni, pittore all’Accademia di Ravenna sotto la guida di Vittorio Guaccimanni quindi a Bologna e a Roma, dove si diploma anche come contrabbassista. Nella collezione esposta presso Palazzo Sforza di Cotignola c’è tutta la vita dell’artista e quella degli allievi e amici che lo frequentavano: la varietà dei materiali lascia spazio a ritratti e maschere gigantesche di cartapesta – alcune utilizzate per le feste tradizionali della Segavecchia – oltre ad oggetti d’elezione come un crocefisso ligneo del ‘500, calchi in gesso di opere antiche, strumenti musicali, sculture in metallo, un cavallo a dondolo, testine di scimmie, corna e teschi di animali. Una raccolta onnivora si direbbe, in cui il criterio apparente di raccolta sembra essere tutto ciò che può servire alla didattica e allo stimolo della fantasia utilizzando linguaggi a marce diverse e tenendo conto di un amore illimitato per la campagna e la sua gente dai volti scolpiti. Opera di Massimiliano Fabbri Chiarito l’antefatto, è lo spostamento provvisorio di questa raccolta così suggestiva in occasione dei lavori di ampliamento della scuola museo Cotignola a dare l’occasione per esporla ma anche di realizzare una nuova mostra di arte contemporanea. Suddivisi fra palazzo Sforza e l’ex ospedale Testi sono infatti esposti i lavori di una sessantina di artisti che presentano lavori ispirati ad alcuni degli oltre 300 pezzi della collezione Varoli. Il progetto di Massimiliano Fabbri ha dovuto adattarsi alla pandemia e le brevi residenze d’artista preventivate per tutti i partecipanti si sono realizzate solo in parte: col secondo lockdown, quasi la metà degli artisti ha dovuto partecipare a distanza, a partire da immagini fotografiche della raccolta: unici vincoli, l’ispirazione alla collezione e l’utilizzo prevalente di disegno e pittura ad esclusione delle fotografie di Michele Buda, Daniele Casadio e Marco Zanella che hanno censito e reinterpretato i pezzi della collezione. Come afferma Fabbri nel bel testo di introduzione al catalogo, disegnare è insieme rivelazione e compromesso, un modo di immergersi nel presente ma anche di sfuggirlo. Forse sta in questo equilibrio precario e sempre in discussione la collocazione del sottotitolo della mostra – “della copia e dell’ombra” – che attraversa tutti i lavori: c’è chi ha fatto esercizio di copia di un pezzo attualizzando il linguaggio e l’interpretazione, c’è chi ha fatto risuonare in sè l’oggetto, inseguendolo e inseguendosi in zone più oscure. In questa mostra – di cui si ammira l’equilibrata compresenza di generazioni e generi nella varietà delle provenienze geografiche – alcuni pezzi della collezione hanno sicuramente invaso più di altri: oltre alle caricaturali figure in cartapesta proiettate da Zanella sui volti di alcuni abitanti di Cotignola in fotografie che mescolano realismo e grottesco, è il cavallo a dondolo a comparire spesso nei lavori, così come la corona di spine, gli autoritratti, i teschi o la testa di un bue in rete metallica. Opera di Stefano Pasquini Vittorio D’Augusta (Fiume 1937) nella residenza d’artista prende spunto dai numerosi autoritratti di Varoli e secondo lo zelo concettuale che contraddistingue il suo lavoro ricrea un se stesso a memoria, coprendosi gli occhi con la mascherina chirurgica; Elena Hamerski (Forlimpopoli 1989) riproduce la corona di spine che nell’atlante realizzato a mano si trasforma in pura ossessione a ricamo mentre Chiara Enzo (Venezia 1989) riproduce la stessa immagine a sguardo ravvicinato in un fermo e puntuale disegno ad inchiostro. Il cavallo a dondolo, oggetto di desiderio infantile démodé, diventa incombente nella pittura pastosa di Rudy Cremonini (Bologna 1981) trasformandosi in negativo pittorico e risvolto di ombre nelle tele misteriose di Massimo Pulini (Cesena 1958). Teschi, civette e corni vengono trasformati nelle ottime soluzioni di Elisa Bertagna, Giovanni Bianco e Valeria Carrieri. Ma sono soprattutto le teste scolpite e il ritratto di Olga Settembrini, pittrice e scultrice ravennate allieva di Varoli, a tessere una trama di centralità: forse perchè amata dal maestro, forse perchè così bella, forse per la sua evanescenza verso l’Argentina, paese da cui non tornerà. Il suo primo piano ad occhi chiusi è ossessivamente replicato nella pittura tattile e silenziosa di Massimiliano Fabbri, esplode in icona pop nei dipinti di Stefano Pasquini (Bologna 1969), ricompare nel disegno insistito e fiabesco di Valentina Biasetti (Parma 1979), si atrofizza nella dimensione del ricordo nelle tele di Ettore Pinelli (Modica 1984), emerge dalle delicate e alchemiche “opere in nero” di Lucia Baldini (Bagnacavallo 1970). Spiace che di Olga Settembrini, artista dalla mano sicuramente dotata, si conosca solo una biografia di poche righe: che l’insistenza dei suoi lineamenti scelta dagli artisti di questa mostra le porti maggiore fortuna. Inventario Varoli. Della copia e dell’ombra – Cotignola / Museo civico Varoli ed ex ospedale: fino al 12 settembre (lu-ve 8.30-12.30 su prenotazione; gio-ve 15.30-18.30; sa-do e festivi 10-12 e 15.30-18.30 (nel fine settimana la prenotazione è consigliata: 0545 908879 / 320 4364316 / museovaroli@comune.cotignola.ra.it). Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Finale della mostra “Nature inquiete” con melodie per flauto Dalle foto di Roversi al “genio” del Mic: le mostre al tempo del semi-lockdown A Cotignola inaugura "Inventario Varoli", tra reperti e opere contemporanee Seguici su Telegram e resta aggiornato