«Trebbiatura anticipata per il caldo, la resa diminuisce ma i prezzi non salgono»

Le preoccupazioni del presidente Cesac, realtà da 90mila tonnellate di conferimento: «Mais e grano tenero hanno quotazioni che non coprono i costi, sono a rischio scomparsa»

Le elevante temperature dell’estate appena conclusa hanno costretto ad anticipare la trebbiatura nei campi con una conseguente riduzione produttiva dei terreni che arriva al 30-35 percento per mais, sorgo e soia ma alla quale non è corrisposta un aumento dei prezzi. La segnalazione preoccupata arriva da Stefano Andraghetti, presidente del Cesac di Conselice, realtà di rilievo nel settore cerealicolo con un conferimento potenziale di 90mila tonnellate.

«Le rese produttive – dice Andraghetti – sono diminuite sensibilmente per tutte le principali specie, passando da 100 a 65 quintali ad ettaro per il sorgo e da 120 a 75 quintali per il mais; per la soia le previsioni indicano una contrazione da 40 a 25 quintali ad ettaro. Contrariamente a quanto registrato per le orticole, la diminuzione produttiva non ha determinato un aumento dei prezzi, che a fine agosto hanno invece mostrato una flessione per il grano duro, oggi quotato sui 29 euro al quintale, praticamente 10 euro in più rispetto al grano tenero».

Questo comporta un rischio potenziale sulle future pianificazioni: «Le attuali quotazioni di grano tenero e mais non riescono nemmeno a coprire i semplici costi di produzione. C’è il rischio concreto che queste due colture possano scomparire in breve dai programmi di semina degli agricoltori: questa inquietante eventualità non deve assolutamente concretizzarsi perché metterebbe a rischio produzioni italiane di alta qualità e favorirebbe, dall’altro lato, il ricorso alle importazioni tout court. Dopo una fase caratterizzata da notevoli acquisti da parte dell’industria molitoria in giugno e luglio, la domanda si è fortemente ridotta da agosto a tutt’oggi. Nello stesso tempo, le notizie provenienti dai principali mercati internazionali relative ad una produzione abbondante costituiscono un freno per qualsiasi aumento delle quotazioni dei cereali».

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