«È nostra opinione consolidata che quando si indice una gara pubblica di appalto di valore multimilionario, se concorre una sola impresa è perché le condizioni di partecipazione erano su misura; ma se non concorre nessuno, è invece certo che il bando era sbagliato». Così quattro capigruppo di opposizione in consiglio comunale a Ravenna – Alvaro Ancisi (Lpr), Massimiliano Alberghini (gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Forza Italia), Samantha Gardin (Lega Nord) – bollano il bando europeo di Hera da 18,5 milioni di euro per l’affidamento per un anno del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, raccolte differenziate, spazzamento manuale e meccanizzato nei comuni della provincia di Ravenna.
Come aveva reso noto Cgil nei giorni scorsi, nessuna offerta economica è pervenuta entro i termini del bando (8 settembre). Alla luce di questo i quattro consiglieri comunali hanno depositato un question time al sindaco di Ravenna chiedendo come intenda attivarsi essendo anche uno dei maggiori azionisti di Hera e se intenda proporre al consiglio comunale una riforma radicale del sistema di conduzione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani.
«Aveva sollevato perplessità nella parte sindacale – scrivono i consiglieri d’opposizione –, in funzione della qualità del servizio e del trattamento del personale, l’aver fissato un cospicuo ribasso di circa 4 milioni rispetto alla precedente gara d’appalto, che è stata giustificata con lo scorporo della pulizia delle spiagge dalla gara. Tuttavia, a prescindere che il valore di tale servizio è di importo fortemente inferiore all’entità del ribasso, è legittimo presumere che la base d’asta imposta non abbia tenuto conto del maggiore volume delle prestazioni richieste, sia per l’esercizio delle attività stesse (ad esempio, i maggiori oneri per la giusta estensione a tutti i lavoratori del contratto nazionale FISE), sia per gli investimenti richiesti in termini di mezzi operativi, tenuto conto della brevità di un anno dell’appalto per poterli ammortizzare».