Ravenna Holding, conti in ordine e stesso dividendo dello scorso anno

Distribuiti 0,019 centesimi ad azione. Palazzo Merlato incasserà 6,3 degli 8,2 milioni di euro. Il resto andrà a Provincia, Cervia, Faenza e Russi

RAVENNA 17/02/2015. CONFERENZA STAMPA RAVENNA HOLDINGIl dividendo è lo stesso dello scorso anno, 0,019 centesimi ad azione, ma i soci sono di più perché nel 2016 sono entrati nella famiglie di Ravenna Holding – la società cassaforte che detiene le partecipate degli enti locali – anche Provincia e Comune di Russi. Così degli 8,2 milioni di euro distribuiti ne finiranno 6,3 al Comune di Ravenna. Il resto della torta sarà diviso tra Cervia (827mila euro), Provincia di Ravenna (574mila euro), Faenza (424.412 euro) e Russi (54.062 euro).

A presentare i dati di bilancio il presidente della società, Carlo Pezzi, insieme al direttore amministrativo Mario Calpista. Da quando è nata, nel 2005, la holding di palazzo ha distribuito 72,8 milioni agli azionisti (pari all’81,26 percento di utile). Oggi il valore totale delle partecipazioni è di 347.542 euro. Il 2016 si chiude con un risultanto netto dell’esercizio pari a 10,474 milioni, migliorando di due milioni le previsioni di budget. Il patrimonio netto è di circa 480mila euro.

«Il ruolo della società capogruppo si è rafforzata – dice Pezzi – nonostante un quadro normativo mai fermo e il decreto Madia che incombe». Il presidente è convinto però che le norme dettate dal governo, che dovrebbero tagliare le partecipate in tutta Italia lasciando solo le partecipate davvero collegate al servizio pubblico, non toccheranno le società ravennati: «Ci potrebbe essere una riflessione da fare su Ravenna Farmacie e Aser ma credo che nessuna di queste aziende siano sotto la scure del decreto, in ogni caso i parametri quantitativi del fatturato minimo – inizialmente un milione di euro, poi mezzo milione – sono ampiamente soddisfatti per tutte le nostre società».

Per quanto riguarda Sapir «la riflessione sulla società è da tempo sul tavolo ma non si tratta di un percorso facile perché, oltre ai privati, ci sono vari enti pubblici che hanno in mano queste partecipazioni». Da quasi due anni infatti si ipotizza uno scorporo dal patrimonio immobiliare di Sapir, di proprietà del pubblico, da quelle che è l’attività terminalistica, che verrebbe lasciata in gestione ai privati. Se ne parla, esistono piani in questo senso, ma nulla ancora si è mosso fattivamente.  Pezzi sorvola infine sulle polemiche riguardo al bilancio delle Farmacie, sollevate dall’opposizione: «C’è un bilancio approvato da professionisti che è quindi regolare».

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