Il sindaco agli architetti: «Il nuovo palasport dovrà essere soprattutto funzionale»

De Pascale replice alle accuse di professionisti e ordini sui temi della progettazione. E annuncia a Marina il raddoppio del parcheggio scambiatore

De Pascale Fagnani

Il sindaco De Pascale con l’assessore Fagnani alla presentazione del progetto del palazzetto

Rivendica tutto, il sindaco Michele de Pascale, e replica alle accuse di professionisti e ordini professionali all’insegna del pragmatismo. «Non volevamo un altro libro dei sogni, non volevamo una serie di proposte magari anche suggestive ma poi di fatto irrealizzabili».

Il tema è quello del concorso internazionale per la riqualificazione delle aree retrodunali dei lidi ravennati, per cui sono stati presentati solo quattro progetti, di cui uno non ammesso. «Noi siamo soddisfatti – continua il sindaco – perché non eravamo di fronte a un semplice concorso di idee, ma a un concorso di progettazione che sapevamo essere molto impegnativo. Anche per questo abbiamo messo a disposizione circa 100mila euro di premio, per coprire almeno le spese “vive” dei concorrenti. E siamo soddisfatti dei risultati: ora abbiamo dei progetti che dovranno passare al vaglio degli altri enti coinvolti, che poi verranno condivisi con i bagnini e le località, lido per lido». Progetti che prevedono «una fortissima riduzione» delle auto negli stradelli retrodunali e quindi anche alcune azioni compensative, come il raddoppio – annuncia De Pascale – del parcheggio scambiatore di via Trieste, a Marina di Ravenna. Il tutto con la speranza di partire con i primi lavori dopo l’estate del 2019, grazie anche ai fondi che la Regione ha messo a disposizione per interventi di questo tipo (il Comune ha comunque già previsto un investimento complessivo di 10 milioni di euro). E il tutto – sottolinea De Pascale, ricordando come il bando preveda che i promotori debbano anche realizzare le fasi successive del progetto – «senza stressare ulteriormente l’ufficio progettazione del Comune di Ravenna».

L’altra questione sul tavolo, infatti, è proprio questa: un ricorso, per molti eccessivo, ai tecnici comunali per progetti che le amministrazioni pubbliche solitamente affidano a professionisti esterni. Un esempio è il polo scolastico di Lido Adriano, il cui progetto è stato rivisto (decisamente al ribasso, dal punto di vista economico) dagli uffici comunali rispetto a quello del gruppo dell’architetto Giampiero Cuppini di Bologna che aveva vinto il bando nel 2004.

L’altro, lampante, è quello del nuovo palazzetto dello sport di Ravenna, un progetto da circa 15 milioni di euro che in molti si sono stupiti di veder affidato ai tecnici comunali. «La realtà è che abbiamo un Ufficio Progettazione capace, che ha studiato fin dal primo giorno la casistica e lo storico dei palazzetti in Italia e non solo, quello che ha funzionato e non funzionato. E un progetto di questo genere qualifica ulteriormente il nostro parco dipendenti. Va detto poi che il Pala De André è frutto di un progetto lasciato incompleto e questo significa che il nuovo palazzetto non segnerà un nuovo intervento ma sarà una sorta di completamento. Certo, l’estetica è importante e sarà anche “bello” ma l’importante è che risolva i problemi di funzionalità del Pala De André, che abbia consumi energetici virtuosi e bassissimi costi di manutenzione, che sia insomma prima di tutto funzionale».

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