Gelata notturna in collina, gli agricoltori: «Falcidiati peschi, albicocchi e kiwi» Seguici su Telegram e resta aggiornato Temperature sotto zero per diverse ore dopo l’inverno più caldo da anni che aveva anticipato la primavera e fatto già fiorire diverse colture Le temperature sulle colline faentine nella notte tra il 23 e il 24 marzo sono scese sotto zero di alcuni gradi per diverse ore e le associazioni di categoria dell’agricoltura segnalano il rischio che queste gelate dopo una primavera anticipata di diverse settimane possano danneggiare diverse piante già in fiore. Sono attese gelate anche per le prossime notti. La Cia-Agricoltori Italiani Romagna sollecita gli associati a segnalare attraverso foto, telefonate, messaggi la situazione nei campi: «La gelata della nottata del 24 marzo ha certamente colpito gli impianti delle nostre produzioni: albicocche, ciliegie, pesche, mele, kiwi, cereali, orticole. Stando alle previsioni, si aspettano ancora alcune notti molto critiche sull’intero territorio romagnolo». Impianti antibrina su Actinidia in funzione vicino a Modigliana (foto dalla pagina Fb di Condifesa Ravenna) Gli agricoltori cercano di difendere il loro lavoro e le produzioni con vari strumenti: da quelli antibrina alle assicurazioni. «Purtroppo i mezzi di difesa non si possono applicare a tutte le colture con convenienza e a volte servono solo per limitare i danni – spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna –. Ad esempio, un’antibrina nei peschi, per il reddito che danno, è impensabile e stanotte di pesche temo ne siano rimaste poche. Alcuni agricoltori, dopo questa pesante gelata ed avendo eseguito le prime visite in campo nella mattinata del 24 marzo, temono di non poter neppure raccogliere albicocche e pesche quest’anno». Impianti antibrina su Actinidia in funzione vicino a Modigliana (foto dalla pagina Fb di Condifesa Ravenna) L’irrigazione antibrina consiste nel mantenere in prossimità di zero gradi centigradi la temperatura degli organi vegetali, ricoprendoli con uno strato di ghiaccio in continua formazione, fino al termine della gelata. Anche Confagricoltura è altrettanto preoccupata: «Possiamo dire addio alla produzione di albicocche e susine della prima collina – dichiara il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti –; male anche per pesche, nettarine, kiwi e per altre colture come il mais. Un flagello che diventa un incubo per gran parte delle aziende agricole perché l’emergenza Covid-19 ha di fatto rallentato l’attivazione delle polizze assicurative contro il gelo: circa il 60% delle imprese colpite non ha una copertura». Il presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Ravenna, Nicola Servadei, riporta quello che ha visto in prima persona sui campi: «Falcidiate sul nascere albicocche e susine, pesche e nettarine; ad allegagione già avvenuta, il frutto è andato perso e stamattina lo abbiamo raccolto a terra oppure scuotendo leggermente il ramo». Impianti antibrina su Actinidia in funzione vicino a Modigliana (foto dalla pagina Fb di Condifesa Ravenna) Coldiretti regionale sottolinea la gravità di questa gelata che arriva dopo «un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Grandine, Coldiretti fa la conta dei danni: nel Ravennate colpite pesche e susine Temperature miti e in collina germogliano gli albicocchi. Ora si temono le gelate Agricoltori preoccupati: «Lupi sempre più in basso, le reti elettriche non bastano» Seguici su Telegram e resta aggiornato