Nuovo cda Hera: Manfredi confermato in quota Ravenna, terzo mandato per l’avvocato

Il legale è entrato nella governance della multiutility per la prima volta nel 2014. Esce l’altra ravennate, Giorgia Gagliardi di Fusignano, che rappresentava Cesena. Polemiche per le retribuzioni dei manager ai vertici: l’Ad Venier raddoppia in un anno e arriva a un milione di euro

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Danilo Manfredi

Sarà ancora l’avvocato Danilo Manfredi il componente in quota ravennate nel consiglio di amministrazione di Hera. L’assemblea dei soci della multiutility si è riunita a Bologna il 29 aprile scorso e ha nominato il cda per il prossimo triennio. Il 51enne Manfredi, ex segretario comunale del Pd a Ravenna, è uno dei sei confermati su quindici e si appresta così a svolgere il suo terzo mandato nella governance dove è entrato la prima volta nel 2014, indicato dall’allora sindaco Fabrizio Matteucci.

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Giorgia Gagliardi

In quell’anno anche un’altra ravennate entrò nel cda: la 38enne Giorgia Gagliardi, vicesindaco di Fusignano nei cinque anni precedenti, rappresentava però il territorio di Cesena. Per la fusignanese, entrata nel 2007 alla Cmc di Ravenna al servizio assistenza contrattuale per l’estero e ora in graduatoria per un posto da istruttore direttivo amministrativo contabile in Comune a Ravenna, arriva al capolinea l’esperienza ai vertici del colosso Hera: fino al 2023 per Cesena ci sarà Monica Mondardini. La 60enne cesenate è tra i top manager italiani: amministratrice delegata di Compagnie industriali riunite (Cir), di recente si è dimessa dal cda di Gedi Editoriale (di cui era stata anche Ad) dopo il passaggio del gruppo alla Exor.

Monica Mondardini

Monica Mondardini

«Ringrazio Giorgia Gagliardi per l’impegno e la professionalità dimostrati in questi anni – ha commentato il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca – e auguro un buon lavoro a Monica Mondardini. Sono onorato che abbia accettato questo incarico e sono convinto che per Cesena possa rappresentare un’ulteriore possibilità di sviluppo di progetti insieme al Gruppo Hera». Gagliardi nel 2014 venne indicata da Paolo Lucchi, predecessore di Lattuca, e prese il posto di Roberto Sacchetti, attuale presidente di Start Romagna. Da Ravenna non sono giunti commenti in merito alla conferma di Manfredi.

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Tomaso Tommasi di Vignano e Stefano Venier, presidente e Ceo di Hera

Il cda (qui la composizione completa) ha poi provveduto alla nomina di presidente, vicepresidente e amministratore delegato. Alla presidenza riconfermato il bresciano Tomaso Tommasi di Vignano che guida il gruppo sin dalla nascita nel 2002. Vicepresidente (non esecutivo) l’ingegnere modenese Gabriele Giacobazzi, professore a contratto all’Università di Modena e Reggio Emilia. Come Ad è stato riconfermato Stefano Venier, in Hera dal 2004. Attorno a Tommasi di Vignano e Venier sta montando in questi giorni una polemica per l’aumento delle loro retribuzioni. Nel 2018 il presidente aveva incassato 558mila euro, nel 2019 sono stati 562mila. Ma ancora più consistente il compenso per il Ceo: dai 578mila euro del 2018 a 952mila. Nel caso di Venier a incidere è l’aumento alla voce “bonus e altri incentivi”, passata da 170mila a 540mila. Le retribuzioni di Gagliardi e Manfredi sono di 60mila euro annui, senza variazioni.

L’assemblea dei soci ha approvato la proposta del cda di distribuire un dividendo di 10 centesimi di euro per azione, in linea con quanto già annunciato nel piano industriale. Lo stacco della cedola avverrà il 6 luglio. «Complessivamente – si legge in una nota di Hera – gli azionisti hanno quindi beneficiato nel 2019 di un ritorno del 50 percento, frutto del rendimento annuo del dividendo approvato e dell’aumento del titolo Hera nel corso del 2019 sostenuto dai risultati sopra le attese e dell’ingresso nell’indice Ftse Mib». Lo stesso Piano industriale prevede una politica dei dividendi trasparente e in crescita, per arrivare fino a 12 centesimi nel 2023.

Il bilancio di sostenibilità 2019 di era parla di oltre due miliardi di euro distribuiti agli stakeholder del territorio, di cui 154 milioni nella provincia di Ravenna (9 in più rispetto al 2018): «Oltre 95 milioni ai fornitori locali – fa sapere l’azienda –, creando un indotto occupazionale di circa 800 posti di lavoro». Nella provincia di Ravenna i dipendenti sono 675 e i nuovi assunti lo scorso anno sono stati 27.

Hera è un gruppo industriale che conta circa novemila dipendenti e serve 4,3 milioni di cittadini di 330 comuni sparsi tra Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Toscana. Nel 2002 la nascita, nel 2003 la quotazione in Borsa: il fatturato 2019 è stato 7,4 miliardi di euro.

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