Studi Cna: la ripresa prevista nel 2021 non basterà per recuperare il calo del 2020

Export: si attendono segni positivi per regione e Paese ma ancora negativi per la provincia

Man Wearing Blue Hard Hat Using Hammer 544966In provincia di Ravenna il 2020 si chiuderà con una caduta del valore aggiunto, cioè della ricchezza prodotta, del 7,7 percento e la discesa provinciale appare leggermente inferiore rispetto a quella regionale (-8,7) e nazionale (-8,6). L’attesa per il 2021 prevede una ripresa per l’economia ravennate che sarà però solo parziale (+5,4%), contenuta a causa della persistente diffusione della pandemia nella prima parte dell’anno, non sufficiente a recuperare le perdite subite. È una sintesi dei dati usciti dal Rapporto congiunturale ed economico della provincia di Ravenna curato dalla Cna (qui si può scaricare il report completo).

L’evoluzione resterà soggetta a notevoli incertezze sino a che la campagna vaccinale non verrà realizzata secondo le pianificazioni del Governo, ma senza ulteriori intoppi, ostacoli o ritardi e per il 2022 si ipotizza segno più ma con una spinta meno vigorosa (+4,9%).

La tendenza provinciale complessiva per il 2021 sarebbe caratterizzata da una ripartenza del reddito disponibile (+4,9%) e dei consumi delle famiglie (+4,2% nel 2021, dopo un crollo superiore a quello del valore aggiunto nel 2020) ma senza il supporto del rilancio dell’interscambio commerciale (-4,2% la stima delle esportazioni per il 2021).

In questa ottica, dopo la discesa nel 2020 a 26.400 euro (era 29.000 euro nel 2019), il valore aggiunto per abitante dovrebbe arrivare nel 2021 a 28.000 euro; sulla base di queste stime, la ricchezza prodotta dal complesso dell’economia ravennate avrà un parziale recupero, passando dai 10,3 miliardi di euro del 2020 ai 10,9 del 2021, ancora lontani dal valore del 2019 (11,3 miliardi di euro).

Per quanto riguarda il contributo dei settori economici provinciali, nel 2020 è stato il manifatturiero ad accusare il colpo più duro, ma anche nei servizi la recessione è risultata pesante, mentre la flessione dell’attività è stata molto più contenuta nelle costruzioni.

In riferimento alle esportazioni, nel 2020 la caduta del commercio mondiale (-6,9%), accentuata dallo sfasamento temporale della diffusione globale dalla pandemia, ha avuto gravi riflessi sull’export provinciale (circa -13%, rispetto al 2019) e l’analisi territoriale del commercio con l’estero mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane.

Secondo il quadro previsionale, le vendite all’estero sosterranno la ripresa nel 2021 in Regione e nel resto del Paese (+12,7% in Emilia-Romagna e +12% mediamente in Italia), ma non nella provincia di Ravenna per le quali ci si attente un altro segno meno (-4,2%), frenate dalla contenuta crescita dei mercati europei che costituiscono lo sbocco principale per le imprese ravennati. Ovviamente, molto dipenderà da come evolverà l’emergenza sanitaria.

Sono 1.634 le imprese nate nella provincia di Ravenna nel 2020, 301 in meno rispetto all’anno precedente. A fronte di queste, però, 2.006 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 180 in meno rispetto al 2019. Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite negativo per 372 imprese e, dunque, a fine dicembre 2020 lo stock complessivo delle imprese ravennati ammontava a 38.298 unità. Normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno ed è in questo periodo che si attendono le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia. Rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, l’incidenza delle imprese artigiane passa dal 26,73% del 31/12/2019 al 26,66% del 31/12/2020, un dato pressoché invariato.

I dati relativi all’occupazione rilevati nel corso del 2020 evidenziano un decremento della forza lavoro del 5,92%. Si registra pertanto un’inversione del trend consolidatosi da fine 2017, quando, per la prima volta dal 2008, si era raggiunto un risultato superiore a quello registrato pre-crisi. A fine 2020, rispetto a fine 2008, si constata un aumento occupazionale pari al 3,87%. Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese. Per quanto riguarda i principali comuni e le principali aree territoriali della provincia, si evidenzia ovunque un marcato decremento occupazionale: Ravenna -3,98%, Cervia -24,52%, Russi -2,67%, Lugo -9,69%, Bassa Romagna -4,05%, Faenza -7,15% e Romagna Faentina -5,35%.

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