martedì
01 Luglio 2025
sindacato

Indagine sul lavoro in provincia: la pandemia ha colpito di più le donne

Ricerca di Nidil-Cgil sull’occupazione tramite agenzie: retribuzioni più basse e meno assunzioni a tempo indeterminato

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Occupazione FemminileRetribuzioni più basse e minori possibilità di assunzione a tempo indeterminato per le donne rispetto agli uomini in provincia di Ravenna, soprattutto se straniere. È una sintesi di una ricerca in una prospettiva di genere promossa da Nidil-Cgil, curata dall’Università di Urbino e Ires Emilia-Romagna, sulle condizioni di lavoro e le forme di discriminazione presenti nell’occupazione cosiddetta in somministrazione, cioè quella che passa dall’intermediazione di un’agenzia e un tempo veniva chiamata interinale.

La ricerca è stata presentata, alla Camera del lavoro di Ravenna, da Serena Savini, segretaria generale del Nidil Cgil Ravenna, e da Carmelina Angela Fierro, consigliera di parità della Provincia di Ravenna: «Riveliamo i primi dati della ricerca – hanno detto – che si concluderà nei primi mesi del 2022, e si articola su tre direttrici: l’analisi dei dati (Ebitemp-Inail, Inps, Siler), la somministrazione di un questionario e interviste a testimoni privilegiati per cogliere più in profondità le dinamiche discriminatorie».

In provincia di Ravenna, nel 2020, secondo Ebitemp-Inail si stima una media annuale di 3.208 lavoratori in somministrazione (di cui 29,6 percento donne), in calo del 12,9 percento (13,3 per le donne). La contrazione dei “somministrati” – termine con cui i sindacati definiscono questa tipologia di lavoratori – è più rapida per la componente straniera (-17,8 percento a fronte del -10,8 per gli italiani) con una velocità di caduta più rapida per le donne (-23 percento a fronte del -9,4 per le italiane) rispetto agli uomini (-15,7 a fronte del -11,4 per gli italiani).
In media nel triennio 2018-2020, al termine di un contratto di somministrazione il 78,9 percento avvia un altro contratto entro sei mesi, di cui il 14,7 percento a tempo indeterminato (15,1 per gli uomini e 14,1 per le donne).
A Ravenna le donne in somministrazione, rispetto ai colleghi maschi, lavorano il 24,6 percento delle giornate in meno, hanno una retribuzione lorda annua del 33,4 percento in meno e una retribuzione giornaliera minore dell’11,7 percento.

Insieme all’analisi dei dati amministrativi, il percorso di ricerca si arricchisce di una indagine su ai lavoratori e lavoratrici in somministrazione. Nel colloquio con l’agenzia di somministrazione al 48 percento delle donne sono state poste domande sulla condizione familiare (matrimonio, figli, anziani…) e all’83 percento sulla disponibilità al lavoro (straordinari, flessibilità), in linea con la componente maschile. Invece sono state poste domande sulle prospettive di carriera al 42 percento degli uomini e al 23 percento delle donne.
«Tutto questo ci costringe a porci degli interrogativi sulla reale efficacia delle politiche attive del lavoro nel nostro Paese, anche di quelle demandate ai soggetti/enti privati, quali sono le agenzie per il lavoro», ha commentato Serena Savini del Nidil.

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