Carta: produzione in calo, prezzi in salita, tipografie nella tempesta perfetta

Per quotidiani e riviste si usa materiale riciclato al 90 percento: in un anno è passato da 500 a mille euro a tonnellata. Mentre le cartiere puntano sulla creazione di imballaggi richiesti dal commercio online

Tipografia Imola Rotativa

È in calo la quantità di carta prodotta per stampare giornali e libri, mentre il prezzo è raddoppiato in un anno. È lo scenario in cui si muove l’industria editoriale ed è il risultato di un combinazione di fattori. Per capire meglio le dinamiche del settore abbiamo fatto due chiacchiere con Attilio Chiozza, responsabile di produzione dello stabilimento di Imola del Centro Servizi Editoriali: dalle loro rotative escono diverse pubblicazioni giornalistiche tra cui anche il giornale di carta di questa testata che viene stampato, da vent’anni, ogni settimana per 47 numeri all’anno.

La tipografia imolese mette in macchina ogni anno circa 5.500 tonnellate di carta che arriva in bobine: nastri di carta mediamente di 20 km e varie altezze (lo scarto finale è un 5 percento che viene rivenduto per essere riciclato). «Per la stampa dei quotidiani – spiega Chiozza – si usa ormai un prodotto quasi interamente riciclato e sbiancato. Una volta si faceva meno selezione nel materiale da riciclare ed era più difficile sbiancare la fibra. Ora sono migliorate le tecnologie delle macchine e abbiamo prodotti più bianchi. La svolta nell’industria dei giornali è stata tra il 2004 e il 2005 quando tutte le testate quotidiane sono passate alla stampa full color e hanno migliorato molto il prodotto finale».

La carta per quotidiani è quella con i prezzi minori tra le carte commerciali in ambito grafico. «Il prezzo viaggiava attorno ai 500 euro a tonnellata ed è rimasto stabile per anni». Dall’inizio del 2022 è però partita l’impennata: «All’inizio dell’estate si è arrivati a 900 euro, poi la carta era scesa un po’ e ora sfioriamo i mille euro. E non dimentichiamo che una tipografia ha un grosso consumo di energia: per noi il costo unitario per corrente elettrica e luce oggi è il 35 percento più alto di quella che avevamo all’inizio dell’anno e le previsioni dicono che nel 2023 toccheremo il 60 percento».

A incidere sull’andamento del prezzo richiesto dalle cartiere sono principalmente due fattori. Si tratta di industrie che lavorano a ciclo continuo senza spegnere mai i macchinari e quindi molto energivore. Che in base alle prospettive dei mercati di destinazione stanno avviando processi di conversione della produzione: «Diverse cartiere passano dalla carta per giornale ai cartoni per imballaggi che sono diventati sempre più richiesti per le spedizioni di prodotti, che sono cresciute. Oggi in Italia non c’è più una cartiera che produca carta per giornale, gli acquisti si fanno dall’estero: Francia, Germania, Svezia e Norvegia. Abbiamo un cliente delle Marche che la fa arrivare dal Canada perché in Europa scarseggiano gli approvvigionamenti».

In questo scenario sono pochi i margini di manovra per una tipografia: «Siamo nel mezzo di una bufera che non avevamo mai vissuto – ammette Chiozza –. Abbiamo avuto altre crisi nel settore ma meno profonde e meno pesanti. Non ci sono ricette magiche, vanno trovate soluzioni strada facendo: la prima necessità è ridurre ancora di più gli sprechi e riorganizzare la struttura tecnica, dove possibile. Ma il settore è in difficoltà».

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