L’ingegnere edile esperto di Bitcoin: «Sarà un fenomeno di massa fra dieci anni»

Le previsioni di Valerio Dalla Costa, autore di due libri sulle criptovalute e relatore a un convegno a Ravenna «Per creare nuove unità monetarie serve energia elettrica, quindi si incentiva il settore delle rinnovabili»

Si parla spesso di Bitcoin. Ma quanti sanno realmente di cosa si tratta e quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Per saperne di più sulla nota criptovaluta inventata da Satoshi Nakamoto, c’è il convegno “Aggiustiamo il tiro”, in programma sabato 4 novembre dalle 9.30 alle 17 alla Casa Matha di Ravenna. Tra i relatori Valerio Dalla Costa, fondatore di Villaggio Bitcoin, nonché divulgatore e autore di un paio di libri sul tema.

Ingegnere

Dalla Costa, proviamo a dare una definizione di Bitcoin che sia realmente alla portata di tutti…

«Non è facile da comprendere perché, essendo qualcosa di nuovo, non c’è un precedente: è una nuova infrastruttura tecnologica che provoca un cambio di paradigma. Come è successo in passato con il passaggio dalle carrozze alle auto, con l’avvento dell’energia elettrica e di internet».

Da un punto di vista tecnico è una valuta digitale che permette agli utenti di effettuare pagamenti attraverso la tecnologia blockchain. Quali caratteristiche ha?

«Anzitutto il fatto di essere completamente decentralizzata, e quindi non controllata da un organismo come la Banca Centrale Europea per l’euro. Questo fa sì che gli utilizzatori siano tutti a pari livello, usando internet per comunicare. Una moneta sana e onesta che può creare una nuova società più solida e serena e non più così soggetta a crisi economiche, rialzi dei tassi, inflazioni e svalutazioni».

Facendo un passo indietro, lei è un ingegnerie edile. Quando ha deciso di dedicarsi ai Bitcoin anziché alla progettazione di case, ponti e strade?

«Terminati gli studi mi sono subito occupato di sicurezza, in realtà. Mi sono avvicinato ai Bitcoin per curiosità nel 2014, in quanto unica tecnologia in grado di fare da punto di incontro tra diversi temi a me cari quali politica monetaria, ambiente, energia, fisica e termodinamica. Da autodidatta ho iniziato a cercare siti, libri e blog e ho scoperto l’esistenza di una community mondiale concentrata nel portare avanti questo nuovo sistema».

In quale misura i Bitcoin fanno bene alla sostenibilità ambientale?

«Sostenibilità ambientale ed economica sono due facce della stessa medaglia. La forza di Bitcoin è che, per estrarre valuta, è necessario un investimento energetico. Noi siamo abituati a un ente che stampa banconote facendo clic su un telecomando. Con i Bitcoin non funziona così: per creare nuove unità monetarie serve un lavoro termodinamico e generare energia elettrica. Ecco perché Bitcoin contribuisce a incentivare il campo delle energie rinnovabili che oggi fatica a decollare».

Com’è arrivato poi a scrivere due libri sul tema e a fondare uno dei primi villaggi Bitcoin in Italia?

«Dopo “Villaggio Bitcoin. L’alba di una nuova società basata si una moneta sana e onesta”, lo scorso settembre è uscito anche “21 Pensieri dal Villaggio Bitcoin”, per divulgare Bitcoin e far capire la loro importanza. Dopo una parte storica fino alla creazione di Bitcoin, ho affrontato in una parte tecnica il funzionamento di questa nuova valuta, per spiegare infine l’impatto politico, sociale, filosofico sulla società. L’idea di un Villaggio Bitcoin è altrettanto semplice: avere un luogo fisico in cui le persone possono incontrare qualcuno che ne sappia sul tema».

Offrite consulenza e corsi a privati e aziende…

«Sì. Il punto di partenza per tutti è raccogliere informazioni. Bitcoin non ha una struttura centralizzata con un Ceo, non ha un ufficio marketing, è qualcosa di completamente nuovo. Si tratta di un software che non va a cercare persone e imprese, ma sono le persone e le imprese che devono attivarsi e questo richiede tempo e anche un po’ di sacrificio».

Aperto il 18 settembre 2021, Villaggio Bitcoin ha compiuto i primi due anni…

«E abbiamo festeggiato con uno speciale “open Day” a cui hanno partecipato 130 persone e nel corso del quale sono stati effettuati 83 pagamenti in Bitcoin. Negli ultimi due anni, abbiamo conosciuto tante persone e imprese con cui si è instaurato un buon rapporto perché intuiscono le potenzialità di questo mondo».

Come si può iniziare a comprare Bitcoin? Molti sono attirati a fini speculativi…

«E questo non è per niente l’approccio giusto… Ripeto, il primo passo è investire del tempo per capire di cosa si sta parlando. Non servono cifre alte, si può cominciare anche con 10 euro o meno ancora. Noi insegniamo come aprire un “wallet bitcoin” e diventare la banca di noi stessi. Una volta capito il funzionamento, le persone diventano autonome».

In base alla vostra esperienza, chi è oggi più interessato a Bitcoin?

«È un fenomeno ancora di nicchia. Non è ancora percepito l’impatto importante che potrebbe avere. Ci stiamo concentrando su aziende che vogliono sperimentare e tentano di aprirsi a nuovi mercati e opportunità tecnologiche, siamo solo agli inizi. Serve tempo. A poco a poco, diventerà uno standard tecnologico come è stato con internet. Noi siamo dei pionieri e questo potrebbe darci un vantaggio competitivo».

Se mai si riuscirà, quanto tempo è necessario per fare diventare comune Bitcoin?

«Circa dieci anni, diventerà un fenomeno di massa verso il 2033. L’interesse e l’innovazione verso questa nuova tecnologia sta crescendo sempre di più, come dimostrato dal moltiplicarsi di nuove start-up, applicazioni».

Ci sono Paesi più avanti di altri in questa sperimentazione? L’Italia come si colloca?

«A differenza di internet che è arrivato grazie al governo americano, Bitcoin verrà per la prima volta dal basso, come dicevo in modo decentralizzato e questo renderà l’adesione spontanea. Al momento, l’adozione è a macchia di leopardo nel mondo. A fronte di tanti Stati che ostacolano il cambiamento, c’è El Salvador, il primo esempio al mondo di Paese che ha adottato Bitcoin come moneta. A Lugano in Svizzera e a Torino in Italia si stanno già sperimentando progetti per insegnare ai commercianti ad accettare pagamenti Bitcoin e per accelerare lo sviluppo di tale tecnologia. L’Italia è particolarmente all’avanguardia e presto organizzeremo a Brescia il primo grande evento Bitcoin per presentare le nuove tecnologie neutre».

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