Ritardi, progetti persi, strutture rifatte e mai usate: viaggio sui ponti stradali

Nel comune di Ravenna molti hanno limitazioni al peso dei veicoli che possono transitare ma uno rifatto non viene utilizzato. Quello di Teodorico dovrebbe aprire a Natale. Lugo si prepara a mesi di chiusura sul Senio

Attachment (7)Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi.
(Nikita Kruscev, 1960)

La rete stradale di competenza del Comune di Ravenna, il secondo più esteso in Italia (652 kmq, la metà di Roma), ha una lunghezza totale di circa 1.600 km, di questi ce ne sono quasi cinque sopraelevati: sono quelli sviluppati da 256 ponti con un totale di 386 campate.

Nel 2011 la ditta 4 Emme Service di Bolzano è stata incaricata da Palazzo Merlato di eseguire i censimenti e le ispezioni sui 48 ponti in condizioni peggiori (sopralluoghi già compiuti tra il 1989 e il 1992 su 171 ponti comunali avevano individuato in 46 di loro screpolature, cedimenti, fessurazioni, lesioni, distacco di mattoni, pietre sconnesse). La relazioni finale dell’impresa rilasciò per ciascun manufatto dichiarazioni di transitabilità temporanea. Qualora non fossero compiuti i prescritti lavori di messa a norma, avrebbero dovuto essere chiusi al traffico, a seconda dei casi, nei mesi di marzo 2016 o 2017 o 2018. Sapendo che non c’erano tempi per mettere a norma tutti i 48 ponti, il Comune decise di introdurre limitazioni al peso massimo dei veicoli in transito: ne scaturirono 16 ordinanze, uscite tra il 30 marzo e il 27 ottobre 2016.

Ponte Lamone Grattacoppa

Grattacoppa

GRATTACOPPA
Quello in condizioni peggiori tra i 48, stando a quanto divulgato dal consigliere comunale Alvaro Ancisi, è il ponte sul fiume Lamone a Grattacoppa, tra Savarna e Torri. Transito limitato ai mezzi fino a 20 tonnellate. Un progetto preliminare di ristrutturazione da 1,7 milioni di euro avrebbe fatto nascere un nuovo ponte per il 2017. Al momento in cui il Comune andò per affidare la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, ci si accorse che mancavano le carte originali. E così partì tutto da capo per arrivare a un progetto di demolizione e ricostruzione da 2,8 milioni di euro: un impalcato continuo a tre campate in acciaio e calcestruzzo. A febbraio erano iniziate le opere preliminari. Previsioni di completamento entro due anni, ma da febbraio non è stato fatto altro. Dal Comune stimano che il 2021 potrà essere l’anno della partenza del cantiere: previsti diversi mesi di chiusura. Prima di aprire i lavori verranno informati i cittadini su modalità e tempi.

Tre Ponti

TRE PONTI
Se si parla di ritardi, allora tocca citare i Tre Ponti. A novembre 2016 partirono i lavori di demolizione e rifacimento dei ponti sugli scoli consorziali Canala e Cupa, in via Sant’Alberto a Ravenna, all’incrocio detto appunto dei “Tre ponti” (il terzo è quello sullo scolo consorziale Fagiolo, il più a sud dei tre). Il cantiere aprì quando la strada era chiusa già da due anni. Investimento da parte del Comune di 900mila euro, realizzato dalla Adriatica Costruzioni Cervese, riapertura prevista a marzo 2017 e invece fu maggio. Nella campagna elettorale della primavera 2016 l’amministrazione uscente e la coalizione di centrosinistra avevano promesso il termine dei lavori entro fine anno.

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Ponte Assi

PONTE ASSI
Se i ritardi sono spesso la norma nei lavori pubblici, non è difficile intuire l’orgoglio dell’amministrazione comunale ravennate quando un anno fa annunciò la conclusione dei lavori al ponte Assi di via Ravegnana, sul fiume Montone a sud della città, negli otto mesi esatti preventivati. Anzi, addirittura con 8 giorni di anticipo rispetto ai termini contrattuali. Intervento da 700mila euro necessario per la realizzazione di interventi di ripristino tecnologico e risanamento strutturale dell’impalcato per ristabilire la funzionalità dello stesso e togliere le limitazioni di portata a 40 tonnellate.

TEODORICO
La puntualità di ponte Assi è quella che ci si augura anche per il cavalcaferrovia Teodorico, in via Darsena nei pressi del mausoleo da cui prende nome. In tre weekend di giugno è stato demolito con la previsione di aprire il nuovo entro fine anno. La dimensione delle cinque arcate dello storico ponte, che sovrastava i binari delle linee Bologna-Ravenna e Ferrara-Ravenna e collegava la zona della Darsena al centro storico della città, non permetteva il passaggio dei treni merci adibiti al trasporto di semirimorchi o di interi camion. Rete ferroviaria italiana (Gruppo Fs) ha progettato un nuovo ponte stradale ad arco con trave a via inferiore, caratterizzato da un’unica campata di 56 metri di ampiezza e un impalcato lungo 58 metri e largo 19. È stata smontata e demolita anche la passerella pedonale che correva parallela al ponte: il nuovo manufatto avrà un percorso pedonale su un lato e uno ciclabile sull’altro. Il posizionamento del nuovo impalcato metallico, già in fase di assemblaggio in un’area limitrofa, avverrà con l’impiego di due gru – con una portata di 630 e 730 tonnellate – posizionate alle due estremità del futuro cavalcaferrovia e la cui installazione è appena stata ultimata. Investimento complessivo da nove milioni di euro a carico di Rfi, confermata la riapertura entro il 2020.

Nuovo Ponte Lama Zona Pala De André Foto N. 2

Scolo Lama

QUELLO MAI USATO
Ma Ravenna può vantare anche un ponte costato 210mila euro di soldi pubblici e mai utilizzato. È quello sullo scolo Lama in zona Pala De Andrè: mai messo a disposizione degli automobilisti perché non è mai stato realizzato il raddoppio del tratto di via Canale Molinetto che avrebbe dovuto utilizzare il manufatto. L’opera fu approvata dal consiglio comunale nel 2008 e rapidamente costruita, parallela all’attuale tracciato di via Canale Molinetto nel tratto tra via Gulli e viale Europa.

Ponte Albergone

Albergone

ALBERGONE
Anche nel resto della provincia non mancano vicende tormentate attorno ai ponti. Per conferma chiedere a Bagnacavallo. Il ponte Albergone sul fiume Lamone – sulla provinciale 253 San Vitale – è stato chiuso un anno a partire da settembre 2016 per l’adeguamento statico, sismico e funzionale: la previsione era di completare le opere in sei mesi. A causare il ritardo furono i problemi con l’azienda aggiudicataria: la Pinciara di Milano. Per venirne fuori fu necessaria la risoluzione del contratto in corso d’opera e l’affidamento dei lavori da parte della Provincia alla seconda classificata al bando del 2014, l’impresa consortile Arco Lavori di Ravenna. Importo complessivo dei lavori 1,7 milioni di euro finanziato dalla Regione.

LUGO INCROCIA LE DITA
Il piano prevedeva il medesimo intervento a ruota anche sul ponte della Chiusa sulla stessa 253 San Vitale sul fiume Senio alle porte di Lugo. Anche lì si prevedevano almeno sei mesi di interruzione al transito: il caso Albergone deve aver spaventato qualcuno perché a tre anni di distanza ancora non è partito nessun cantiere. Ora sembra tutto pronto e il 2021 dovrebbe essere l’anno dell’intervento.

Inaugurazione Ponte Felisio 3

Felisio

FELISIO
Analoghi disagi a Solarolo. Il ponte Felisio che scavalca il Senio venne chiuso a giugno 2018 per un intervento che doveva finire a ottobre e invece proseguì fino a pochi giorni dopo Natale. Costò 830mila euro: un ponte metallico di prima categoria a campata unica di luce di 50 metri e larghezza di 9,70 metri ha permesso l’eliminazione delle pile intermedie, garantendo un miglior deflusso delle acque del Senio. Durante i lavori è stata realizzata anche una rotatoria del diametro di 31 metri nel comune di Solarolo, nell’area di sedime del vecchio incrocio realizzato nel 1974.

Ponte 2

San Pancrazio

SUL CONFINE
I lavori di consolidamento del ponte tra Roncalceci e San Pancrazio, al confine tra i comuni di Ravenna e Russi (costo 1,1 milioni di euro) dovevano partire lo scorso aprile per concludersi in agosto con divieto di transito per tre mesi. Il lockdown e la pandemia hanno fermato tutto. Il progetto prevede la demolizione dell’impalcato che sarà sostituito da una struttura più leggera. I pilastri del ponte lungo 65 metri, costruito negli anni Trenta, hanno infatti retto bene l’usura del tempo e non necessitano di una sostituzione in toto. Progetto finito, va messo a bando: i lavori potrebbero partire per davvero nel 2021.

IL PONTE VERSO IL NULLA
E poi ci sono quelli che portano in mezzo ai campi. Via dei Granatieri taglia via Faentina all’altezza di Fornace Zarattini: da un lato scavalca la ferrovia, dall’altro scavalca l’autostrada, in entrambi i casi si finisce nei campi e sono stati realizzati due ponti di dimensioni notevoli a servizio degli agricoltori che devono raggiungere i terreni e di un paio di residenti. Di recente 200mila euro di manutenzione per uno dei due manufatti.

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