Lavoro: in provincia aumentano denunce di infortuni e malattie, ma calano i morti

Nel 2024 le vittime sul lavoro a Ravenna e provincia sono state 8, tre in meno dell’anno precedente. Ma i casi denunciati sono aumentati del 2,1 percento, peggio della media regionale e nazionale

RAVENNA 15/03/2019. INFORTUNIO SU LAVORO ALLA RESIN PLAST. 2 Operai Ustionati Dalla Esplosione Di Un Quadro Elettrico.Gli infortuni sul lavoro denunciati in provincia di Ravenna nel 2024 sono stati il 2,1 percento in più dell’anno precedente, peggio della media regionale (-1,1) e nazionale (+0,7). Sono aumentati anche i casi di malattie professionali, da 579 a 626 (+8,1 percento). Ma sono calati i decessi: 11 nel 2023 e 8 nel 2024, al contrario dell’Emilia-Romagna e dell’Italia dove sono aumentati. I dati sono stati resi disponibili da Inail nella giornata di oggi, 5 febbraio.

La Cgil dell’Emilia-Romagna sottolinea che in cinque anni, dal 2020 al 2024, in Emilia-Romagna hanno perso la vita sul lavoro 576 lavoratrici e lavoratori: 69 nell’agricoltura, 90 nell’edilizia e 117 nel trasporto e magazzinaggio.

Nel 2024 crescono in Emilia-Romagna gli infortuni mortali delle lavoratrici donne (11, +57,1% rispetto al 2023), dei lavoratori nati all’estero (23, +21,1% rispetto al 2023) e dei lavoratori over 65 anni (15, +50% rispetto al 2023).

Come dimostrato dai dati nazionali relativi al periodo 2002-2022, il 55,8% degli infortuni mortali riguarda lavoratrici e lavoratori con contratti non standard, il 54,7% si verifica in aziende con meno di 10 addetti. Esattamente come 60 anni fa, il 33% degli infortuni mortali è causato da cadute dall’alto, il 15,7% dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti.

Il segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, Massimo Bussandri, sottolinea che spesso nei casi recenti più gravi sono state protagoniste grandi imprese e aziende partecipate dallo Stato. «È inaccettabile che tre lavoratrici e lavoratori al giorno in Italia siano vittime dell’esasperazione del profitto, del disinteresse per i diritti e la sicurezza di chi lavora. In un paese civile questa sarebbe la priorità di qualsiasi Governo. Questo Governo invece, seguendo la retorica del “non disturbare chi produce”, appare assente e disinteressato».

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