Il saldo tra aperture e chiusure di imprese è positivo per il terzo anno di fila

Il report 2023 della Camera di Commercio. Soldo positivo per aziende giovani, femminili e straniere

03.06 Colleghi D 6307Il 2023 è il terzo anno di fila in cui il saldo tra aperture e chiusure di imprese in provincia di Ravenna è positivo. Al netto delle cancellazioni d’ufficio, ci sono state 1.900 cessazioni volontarie e 2.011 nuove iscrizioni. Il totale delle aziende nel registro della Camera di commercio a fine anno era 37.021. Sono dati forniti dalla Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara (da questo link si può scaricare un report statistico dettagliato).

Il numero totale delle imprese è il minimo degli ultimi 14 anni per effetto delle 1.593 cancellazioni d’ufficio effettuate nel corso dell’anno (nel 2022 erano state 6, nel 2021 erano state 21): operazioni di pulizia degli elenchi che nell’anno appena concluso sono state intensificate per migliorare la trasparenza e la qualità dell’informazione, eliminando le imprese non più operative (es. partita iva chiusa, titolare deceduto, società di capitali in liquidazione che non hanno depositato i bilanci per tre anni consecutivi). Non è stato però un anno con saldo positivo per tutti gli ambiti di attività.

Settori in crescita. Aumentano, oltre alle Costruzioni (+159 unità), anche il Noleggio, agenzie-viaggio e servizi di supporto (+40), le Attività professionali scientifiche e tecniche (+36), le attività Immobiliari (+30), Credito (+24) e le Altre attività dei servizi (+20). In generale cresce la maggior parte delle attività dei Servizi, con un ritmo più veloce per quelli rivolti alle imprese.

Settori in calo. Chiudono in rosso, invece, l’Agricoltura (-133), il Commercio che ha perso 77 unità. Più contenute le diminuzioni per l’industria Manifatturiera (-44, mentre nel 2022 aveva realizzato un saldo positivo), la Logistica (-15) ed i servizi ICT che contabilizzano a fine anno, 9 unità in meno. All’insegna della stabilità le Attività di alloggio-ristorazione, ma l’impatto degli eventi climatici avversi, primo fra tutti l’alluvione di maggio, ha colpito duramente. Segnali positivi arrivano anche dall’Artigianato, che chiude il proprio bilancio annuale con 123 unità in più, incremento superiore al risultato dello scorso anno (+79 nel 2022), grazie alla vitalità delle costruzioni e del suo indotto.

Più della metà delle 37mila imprese in provincia di Ravenna sono individuali

La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative, conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, in atto ormai da anni. Il maggior contributo all’andamento viene infatti, ancora una volta, dalle società di capitali, con un tasso positivo pari a +2,5% rispetto al 2022, e con un saldo netto fra iscrizioni e cancellazioni pari a +222 (però in rallentamento rispetto al +314 dell’anno prima). In positivo, ma con un risultato molto più contenuto, anche le imprese individuali che in ragione d’anno fanno registrare un tasso di crescita pari a +0,3% (-0,5% l’anno prima) e con un saldo netto pari a +54. Le imprese individuali continuano a rappresentare oltre la metà dello stock delle imprese ravennati esistenti (quasi il 53%, quando a livello nazionale la quota scende al 50,6%). Diminuiscono invece le società di persone (-1,9%) e la categoria residuale delle altre forme (-1,7%).

Imprenditori under 35: Ravenna ha un incidenza inferiore alla media regionale

Crescono le imprese giovanili che passano dalle 2.483 unità del 2022 alle attuali 2.497 (14 aziende giovanili in più, per quanto riguarda il confronto fra gli stock, a fronte del risultato registrato nell’anno precedente pari a +37). Il saldo netto annuale della movimentazione (cioè la differenza fra iscrizioni e cancellazioni volontarie) è largamente positivo ed in miglioramento (+379 ed era +332); in crescita il tasso di variazione relativo  (+15,3% ed era +13,6% nel 2022, il +12,7% nel 2021, il +7,5% nel 2020 e +9,5% nel 2019). Analizzando i flussi, le nascite giovanili (579 in ragione d’anno) rappresentano il 28,8% del totale delle iscrizioni e solo il 10,5% delle chiusure volontarie complessive (200 le cessazioni giovanili). Nel confronto con il 2022, le nuove iscrizioni di imprese guidate da “under 35” crescono quasi del +9% mentre le chiusure volontarie sono stabili. L’incidenza percentuale sul totale delle imprese, per le imprese “under 35” risulta essere pari al 6,7% (7,3% in Emilia-Romagna e 8,5% mediamente in Italia).

In provincia di Ravenna più di una impresa su cinque è in mano a donne

Anche per le imprese femminili, nel 2023, il saldo della movimentazione tra aperture e chiusure rimane positivo (+34) e risulta anche in miglioramento rispetto al dato del 2022 (era +10). A riprova del dinamismo, l’andamento del tasso di crescita annuale, salito a +0,42%, dal +0,12 dell’anno precedente. Inoltre, la loro quota sul totale delle imprese si alza al 21,3%, superando, anche se di poco, quanto rilevato in Emilia-Romagna (21,1%), mentre in Italia si realizza mediamente un 22,2%. Nell’anno in esame, le aperture di imprese gestite da donne rappresentano in provincia di Ravenna il 26,6% del totale delle iscrizioni; contestualmente, il 26,3% delle chiusure volontarie complessive. Nei confronti del 2022, aumentano le nuove iscrizioni di imprese femminili (+3,7%) mentre le chiusure calano (-1%).

Le imprese straniere in provincia di Ravenna sono il 12,4 percento del totale, più della media italiana

Per le imprese straniere la differenza tra aperture e chiusure, sempre positiva (+281 unità), risulta più alta rispetto al dato del precedente anno (+251), con aumenti tra le nuove iscrizioni (+3,4%) mentre per le chiusure volontarie si registra una flessione (-3,6% rispetto a quelle del 2022). Progredisce il tasso di crescita annuale (+5,5% contro il +5,2% del 2022).  Analizzando i flussi, le nascite di imprese gestite da nati all’estero (573) rappresentano il 28,5% del totale delle iscrizioni ed il 15,4% delle chiusure volontarie complessive (292 le cessazioni spontanee di imprese estere). La loro incidenza in provincia di Ravenna sul totale delle imprese registrate, è pari al il 12,4% (a livello regionale il rapporto è il 13,7% ed in Italia l’11,1% è gestito da stranieri).

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