sabato
27 Settembre 2025
trasporto pubblico

A Faenza il bus non si paga dal 2023. Il Comune ci mette 50-60mila euro all’anno

L'iniziativa voluta dall'Amministrazione per il post alluvione resterà in vigore anche nel 2026. Ma poi il biglietto tornerà

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Mentre è partita a Ravenna la sperimentazione sui bus della linea 80, abbiamo fatto il punto su Faenza, dove il trasporto pubblico urbano è gratuito per tutti dal 2023 e lo sarà, almeno, fino alla fine del 2026. «È stata una decisione presa nei momenti dell’emergenza per le alluvioni – spiega Luca Ortolani, assessore con delega alla Mobilità –. Molta gente era rimasta senza auto e le tante strade chiuse per allagamenti non consentivano di dare un servizio pienamente efficiente».

In totale tre linee urbane (51, 52 e 53 che un tempo si chiamavano 1, 2 e 3) coperte dai mezzi delle aziende Start e Coerbus, che fanno parte del consorzio Mete che ha l’appalto, e la linea 192 extraurbana che serve Santa Lucia.

Il totale di passeggeri trasportati è un dato non disponibile: «I mezzi non sono dotati di contapersone e non abbiamo rilevazioni puntuali». La misurazione “a occhio” parla di aumento: «Se guardiamo i mezzi oggi li vediamo girare con più persone a bordo».

In realtà già nel 2013 partirono i primi servizi gratuiti finanziati dal Comune. Quell’anno nacque il progetto chiamato Green-Go Bus: piccole navette elettriche che collegano parcheggi scambiatori e aree residenziali con il centro della città. Il gruppo Erbacci, che gestisce il servizio, stima che la linea A, la prima nata, abbia trasportato circa 1,7 milioni di passeggeri in dodici anni tra piazzale Pancrazi e via Pistocchi. Nel 2023 è nata la linea C (non esiste più la B) con partenza dal centro commerciale Borgo verso il centro: in due anni centomila passeggeri.

Le navette Green-Go resteranno gratis. Sulle altre linee tornerà il biglietto solo quando sarà completata una riorganizzazione. «Contiamo di definire tutto nel nuovo anno. Vogliamo disegnare meglio le rotte già esistenti senza variare le percorrenze, evitando alcune sovrapposizioni e facendo in modo che in centro entrino solo i mezzi più piccoli con motore elettrico, lasciando attorno al centro storico i bus più grandi».

La sperimentazione della gratuità, quindi, sarà durata per quasi quattro anni. Ortolani si augura che sia stata un’occasione per far conoscere il servizio a nuovi utenti: «Io stesso penso di aver usato il bus due volte in vita mia perché a Faenza ci si muove bene a piedi o in bici. In altre città italiane della stessa dimensione (circa 60mila abitanti, ndr) il servizio di bus urbani non esiste nemmeno. Averli gratis senza bisogno di capire dove e come fare un biglietto, potrebbe aver incentivato qualcuno in più a usare quel mezzo così che in futuro possa considerarla un’alternativa all’auto».

Il trasporto pubblico su gomma è sostenuto da Regione, Provincia e Comune. Per quest’ultimo il costo annuale è di circa 1,7 milioni di euro, una cifra che tre anni fa era 1,4 (nell’aumento ha inciso pesantemente il caro carburante). La spesa comprende 600mila euro per il trasporto scolastico (rimasto a pagamento con le rette delle famiglie) e i restanti 1,1 milioni per gli autobus urbani (comprese le navette Erbacci). La quota che veniva dalla bigliettazione, e quindi ora è coperta dal Comune di Faenza, era di circa 50-60mila euro annui.

Una quota tale da valutare il mantenimento della gratuità? «Partiamo dicendo che è una cifra che consente al Comune di fare altre cose. Ma credo che sia più una questione di principio e sia giusto un contributo dell’utente».

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