Ecco le bolle doc made in Romagna, fra bianco e rosato

Le “basi” sono Trebbiano e Sangiovese

Vino E PesceLa Romagna non è solo terra di Sangiovese ma, adesso è ufficiale, è anche vocata alla produzione di vini spumanti. In realtà delle “ bolle romagnole”si è cominciato a sentirne parlare durante l’ultimo “Vinitaly”. Nel corso della fiera veronese, sono state assaggiate alcune anteprime di vini spumanti romagnoli. Mi ero ripromesso di scriverne al cessare delle polemiche che, come il solito, nascono in questi casi. E, come accade, anche questa volta tanto rumore per nulla!
Il disciplinare che riguarda il “Romagna Trebbiano” dicitura che indica un vino Doc perché di qualità, ha subito una modifica scatenando il putiferio generale tra i produttori. Ora, per la cronaca, troverete in vendita uno spumante “Made in Romagna” che porterà in etichetta la dicitura “Romagna Bianco Spumante” ottenuto da uve Trebbiano con un minimo che va dal 70% a un massimo del 90%.

Le polemiche sono partite dal fatto che questo cambiamento è stato suggerito dai grandi gruppi di vinificatori organizzati che, anche senza fare nomi, tutti conosciamo.
Come se non bastasse, il disciplinare fa riferimento anche a un “Romagna Rosato Spumante” dove il Sangiovese, da un minimo di 70% ad un massimo del 90% è protagonista insieme ad altre uve.
L’area territoriale dove lo spumante può fregiarsi di tale denominazione è molto vasta e si estende dalla provincia di Bologna fino a Rimini. Per quanto riguarda la vinificazione e le regole d’imbottigliamento, queste possono essere effettuate nel territorio della regione Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto. Inoltre, i vini a denominazione di origine controllata “Romagna Bianco Spumante” e “Romagna Rosato Spumante” si possono ottenere tramite il sistema denominato “metodo classico” rifermentazione in bottiglia, o in autoclave.
È evidente che si tratta di una denominazione che concede ampia libertà di movimento. Questi i fatti.

I motivi delle lamentele dei piccoli produttori sono diversi e purtroppo, a mio parere, infondate. Si ha l’impressione di essere davanti a quelle situazioni dove i “piccoli” si mettono contro i “grandi” invece di usare questi ultimi come apripista per proporre un prodotto, magari più artigianale, finalmente “denominato”.
Purtroppo ogni tanto si è portati a credere che ciò che è vinificato dai grandi gruppi delle cooperative organizzate sia di bassa qualità. Forse, il motivo di tali lamentele nasce da questa credenza. Senza impelagarci nelle polemiche del caso, cos’è cambiato per il consumatore?
Il consumatore, ora ha in mano una bottiglia con un’etichetta che garantisce la qualità, la doc appunto, dove c’è un disciplinare che deve essere rispettato a pari modi sia dalla cantina sociale sia dal piccolo produttore.

Se prima ognuno poteva commercializzare il proprio spumante senza troppe remore negli uvaggi, ora occorre adeguarsi per garantire un prodotto conforme alla qualità richiesta dal disciplinare. Nessuno discute che il piccolo produttore sia seccato che la considerazione di una nuova doc nasca spesso per volere di chi produce milioni di bottiglie però, è giusto ricordare, che proprio chi ha grandi produzioni ha una visione dei mercati più attenta.
Mentre il piccolo produttore fa poesia, chi ha milioni di bottiglie deve vendere e per raggiungere lo scopo, nel caso romagnolo, era necessario presentarsi ai mercati, soprattutto esteri, con un’etichetta di maggiore valore che desse sicurezza e garanzia di qualità.
La richiesta degli spumanti nel mondo ha una tendenza sempre in aumento e la Romagna non poteva restare dietro a quelle regioni e aree vinicole della penisola che per tradizione producono vini spumanti.
Comunque sia, alla fine, tutto il Trebbiano che produciamo, dovevamo pur metterlo da qualche parte. Non credete?

IL DISCIPLINARE

Uve consentite per lo spumante romagnolo

“Romagna” Bianco Spumante
Trebbiano Romagnolo minimo 70%, massimo 90%, possono concorrere alla produzione del vino anche i vitigni Albana, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Bombino Bianco, Garganega, Grechetto Gentile, Riesling, Sangiovese, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 30%, nonché il vitigno Manzoni bianco fino ad un massimo del 10% e Famoso fino ad un massimo del 5%.

“Romagna” Rosato Spumante
Sangiovese minimo 70%, massimo 90%, possono concorrere alla produzione del vino i vitigni Albana, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Bombino Bianco, Garganega, Grechetto Gentile, Riesling, Merlot e Uva Longanesi, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 30 %, nonché il vitigno Manzoni bianco fino ad un massimo del 10% e Famoso fino ad un massimo del 5%.

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