lunedì
07 Luglio 2025

La Mariola potrebbe tornare presto all’ombra della torre civica di Ravenna

Lo ha annunciato l’assessora alla cultura Signorino dopo un’interpellanza del consigliere di LpR Alvaro Ancisi. Dopo vent’anni dalla sua rimozione si concretizzano i progetti di ricollocazione dell’associazione Dis-Ordine e della Soprintendenza

MARIOLA CAVALIERE
La Mariola e il Cavaliera incastonati nella torre civica di Ravenna (foto storica prima della rimozione)

Rimossa e poi custodita della Soprintendenza ravennate dopo la messa in sicurezza della torre civica , il volto della Mariola, pezzo archeologico ed emblema della tradizione popolare locale, potrebbe tornare presto al suo posto, dove è stata incastonata per secoli.

Lo annuncia l’assessora alla cultura Elsa Signorino, che recentemente ha risposto a un’interrogazione del consigliere comunale d’opposizione Alvaro Ancisi, che in una nota stampa esprime la sua soddisfazione per avere “smosso” l’immobilismo che aveva lasciato due decenni nell’oblio l’antico simbolo della civitas ravennate.

Scrive Ancisi: «Lo scorso 18 novembre presentai al Sindaco un’interrogazione per conoscere dove fosse finita la testa marmorea di Mariola celebrata nel detto “Cercar Mariola per Ravenna”, anziché riportata nella sua nicchia storica presso la torre civica. La testa, avvicinata al bassorilievo di un cavaliere, fece sì che la fantasia popolare immaginasse in lui un uomo a cavallo che sembrava cercarla, ma che non poteva vederla essendole rivolto di spalle. Di qui il detto, famoso in Europa fin dal tardo medioevo, per dire di cercare una cosa, pur molto vicina, senza poterla trovare.
“Chi ha chiesto notizie di Mariola – riportai da Silvio Gambi, appassionato cultore e scrittore delle storie e delle tradizioni ravennati – si è sempre sentito rispondere che era stazionante in una non mai ben identificata stanza delle Sovrintendenze e che non era ancora pronta per essere reinstallata nella sua nicchia. Così dopo molti tentativi fatti per rimetterla nel posto, le richieste per il suo ricollocamento si sono moltiplicate nel tempo, e comitati sono sorti a tal fine; purtroppo infrangendosi senza che ne fosse spiegato il motivo”.
Mi feci dunque latore di un gruppo ormai numeroso di ravennati nostalgici o amanti delle tradizioni della loro città, sollecitando il ricollocamento di Mariola nel posto in cui per molti secoli è rimasta, considerate anche la facilità e la spesa modesta di un reinserimento che la renda visibile ai passanti, dotato anche di un QR Code che permetta di leggerne la storia».

Mariola Calco E Raffigurazione
Il calco della testa della Mariola e (a destra) una raffigurazione fantasiosa del personaggio dell’associazione Dis-Ordine

In consiglio comunale, l’assessora compente Elsa Signorino ha così risposto alla domanda di chiarimento: «La nota testa di Mariola è stata asportata dalla sua sede originaria nel 1999, in occasione dei lavori finalizzati all’abbassamento della torre, effettuati dal Comune per ragioni di sicurezza a causa del rischio di crollo. Rimase lì il cavaliere al quale Mariola è associata nella tradizione letteraria, mantenuto nella torre per ragioni di conservazione. Mariola venne presa in carico dalla Soprintendenza Archeologia, che l’ha conservata nei suoi depositi, provvedendo anche ad una prima azione di pulitura.
Per promuovere azioni di restituzione o valorizzazione della Mariola, stante lo stato attuale della torre” – ha precisatol’assessora – due sono i progetti in corso. Il primo è un percorso di musealizzazione del reperto presso le sale del Museo Nazionale, già in possesso di un’ampia raccolta di materiali scultorei, fra i quali Mariola potrebbe trovare corretta collocazione, progetto a cui la Soprintendenza e il Polo Museale stanno lavorando. La seconda pista, fortemente sollecitata da intellettuali e associazioni, è la ricollocazione di Mariola nel suo sito originario, naturalmente con una sua copia, che può essere ricavata dal calco custodito dall’associazione culturale Dis-Ordine o dall’originale. Il collega Fagnani ed io abbiamo dato mandato agli uffici tecnici affinché definiscano un progetto di installazione della copia, che dovrà tener conto della complessa situazione della torre, in particolare di una sua struttura di rinforzo in metallo che non è amovibile. Il progetto sarà elaborato in modo partecipato, cogliendo le indicazioni e le sollecitazioni di intellettuali, come Silvio Gambi. Soprattutto terremo conto delle suggestioni che ci sono state proposte in questi giorni dall’associazione Dis-Ordine, che ha presentato una proposta di ricollocazione di Mariola, comprensiva dell’installazione, ma anche di una serie di azioni possibili con le moderne tecnologie e i vari codici QR o altro, che consentirebbero a chi osserva Mariola nella torre di conoscerne anche la storia affascinante. Molto interessante, in corso di elaborazione, è il coinvolgimento delle scuole della città in un allestimento dei pannelli posti alla base della torre».

Ancisi riporta infine che l’associazione Dis-Ordine, dopo un primo incontro con l’assessora, i tecnici del Comune e Silvio Gambi, è già all’opera per predisporre il progetto, di cui gli uffici del Comune cureranno la realizzazione.

Alla ricerca della bellezza “distorta” tra le foto impeccabili di Paolo Roversi

La nostra visita alla mostra del Mar dedicata al grande fotografo internazionale di origini ravennati. Chiude 6 giugno

02 Paolo Roversi Studio Luce MAR @Silvestrin&AssociatiMentre fa discutere la “censura” al profilo Facebook del museo d’arte di Ravenna per una foto di nudo postata per promuovere la rassegna dedicata al grande fotografo internazionale Paolo Roversi, ecco una recensione/guida alla mostra – da non perdere – che è ancora aperta alle visite per una settimana.

Riaperta a fine aprile con il passaggio in zona gialla e aperta al pubblico fino al 6 giugno, la mostra fotografica di Paolo Roversi è un buon antidoto alle difficoltà del periodo: la bellezza delle immagini del fotografo ravennate infatti è insindacabile e la felicità degli occhi garantita.

Roversi inizia la carriera di fotografo nel 1970 a Ravenna: lo studio è PhotoGraphis in via Cavour, aperto assieme a Giancarlo Gramantieri. Tre anni dopo, Roversi è a Parigi dove agli inizi lavora come assistente di Laurence Sackman e poi apre il proprio studio dal nome sintomatico di Studio Luce, una derivazione dalla prima esperienza di PhotoGraphis – segni di luce – e un atto di poetica in sé, data l’importanza attribuita dal fotografo alla luce e al suo opposto.
Da qui in poi la carriera è aperta e Roversi è oggi quello che tutti conoscono: un fotografo specializzato nel campo della moda che lavora per case come Dior, Armani, Yves Saint Laurent e per riviste come “Vogue” e “Vanity Fair”, che esegue ritratti di star internazionali come Sting, Rihanna o Kristen Stewart e lavora o ha lavorato con modelle-icone da Kate Moss a Naomi Campbell e Natalia Vodianova, senza abbandonare l’amore per scatti di still life – sgabelli presi dalla strada e posizionati in studio oppure strumenti di lavoro fra cui la fedelissima Deardoff – o per still tratti da viaggi che riprendono interni di case o bimbi in abiti locali.

Il fotografo di fama mondiale Paolo Roversi
Il fotografo di fama mondiale Paolo Roversi

Fin qui tutto quadra e spiega l’omaggio che la sua città natale rende ad un concittadino dopo 50 anni di attività a questi livelli e una perizia tecnica tale da ottenere immagini sempre impeccabili. Ma la perfezione non basta e i tre piani di immagini che inseguono il lavoro di Roversi attraverso gli anni – scatti di lavoro ma anche inediti di archivio mai esposti fino al recente Calendario Pirelli 2020 da cui è scaturito anche un cortometraggio – vanno esplorati alla ricerca di quella bellezza sporca, impura e distorta che risulta molto più interessante.

Non ci soffermiamo quindi su tutta una serie di fotografie di donne e uomini talmente belli da coprire in un certo senso la ricerca di Roversi: l’incanto che inevitabilmente sorge davanti a questi eccessi di natura rende quasi opache alcune scelte dell’autore come la costante esecuzione degli scatti in studio su fondali neutri spesso trattati con effetto flou – in modo da creare una sorta di unità fra soggetto e sfondo – oppure l’insistenza sul rapporto luce e gradazioni di ombra da cui quasi emergono i volumi dall’oscurità o viceversa si staglia una figura per contrasti. Per questo tipo di scatti lo spazio è percepito come un vuoto, una sorta di palcoscenico virtuale in cui si palesano delle presenze effimere, votate ad una malinconia di sguardi che è un tutt’uno con quella di chi sta dietro alla macchina fotografica.

02 Paolo RoversiPiù efficaci ci sembrano le foto che mettono una maggiore distanza fra il soggetto e l’occhio, sottraendolo ai legacci dello stupore: parlo quindi di una serie di immagini di moda come Audrey (1998) in cui il soggetto è reiterato nel movimento più volte o bloccato come un manichino tanto da ricordare o gli esperimenti di Muybridge e le sperimentazioni teatrali futuriste e dada. Le immagini di Roversi non si sottraggono dall’ambito della moda di cui si nutrono ma dispongono sempre di un’aggiunta, pongono uno scarto rispetto al capo indossato: che sia la virata in blu in Kirsten (1997) dove la testa diventa una sorta di emblema della perfezione classica o che sia la maschera di Kasia (2007) – una citazione in piena regola dei fotomontaggi dadaisti di Hannah Höch reinterpretati in chiave contemporanea – l’esito non mette in ombra la funzione della foto legata alla moda ma aggiunge qualcosa che apre le porte dell’arte.
Sono immagini spesso inquiete come la serie di Audrey (1996) in cui le masse sfolgoranti rosse e arancioni degli abiti diventano parte integrante di un mondo immaginario, solarizzato, quasi immerso in profondità marine. Anche un soggetto tradizionale come il nudo femminile sfugge allo stereotipo: lo fa presentando una bellezza morbida come quella di Tess (2020) – in un bianco e nero da cui emerge solo la cascata di capelli rossi della modella – oppure producendo in serie (1993-2003) nudi maschili e femminili talmente sovraesposti da apparire come disegnati a matita su carta.

01 Paolo RoversiNelle fotografie più recenti per Dior del 2017 modelle, abiti e sfondo diventano un tutt’uno in un gioco di ombre dovuto all’effetto flou diffuso che lascia a fuoco solo la macchia colorata dell’abito: rimane l’incedere e l’eleganza del passo dei corpi a testimoniare una figura che sembra uscire di scena, fare una giravolta prima di tornare nell’indistinto. Solarizzazioni tipiche di Man Ray e attualizzate da Roversi, fortissimi contrasti di colore su fondi neri dove gli abiti si trasformano in crisalidi di fuoco, sovraesposizioni che corrodono i volumi fino a definirsi solo per contrasti profondi: è qui che la bellezza si svela, qui dove raggiunge la tensione massima prima di sbiadire forse per sempre.

Paolo Roversi – Studio Luce; MAR Ravenna; fino al 6 giugno 2021. Orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 18; domenica dalle 11 alle 19; lunedì chiuso. Per il sabato, la domenica e gli altri festivi la prenotazione è sempre obbligatoria e deve essere effettuata entro le 24 ore precedenti la visita.

 

Contagi nel ravennate sotto la soglia dei venti. Ma ancora un’anziana vittima

In regione 224 positivi e 6 morti ma continuano a diminuire i ricoveri. I vaccinati ammontano a 2.592.589

Test Sierologici OptSempre ristretto su numeri molto bassi il report dell’andamento della pademia nel ravennate. Oggi sabato 29 maggio si sono registrati 19 casi: 9 maschi e 10 femmine; 11 asintomatici e 8 con sintomi; 18 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato. Nel dettaglio si tratta di 11 persone rilevate da contact tracing; 6 per sintomi; 2 test privato. I tamponi eseguiti sono stati 1225.
È stato  comunicato anche un decesso: una paziente di sesso femminile di 93 anni. Mentre  sono state segnalate 29 guarigioni.
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio in provincia di Ravenna sono 30.264.

In ambito regionale dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, si sono registrati 383.503 casi di positività, 224 in più rispetto a ieri, su un totale di 21.742 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’1%. Intanto continua ad abbassarsi l’età media dei nuovi positivi che oggi è di circa 38 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 47 nuovi casi, seguita da Bologna (40), Rimini (32), Reggio Emilia (28), Ravenna (19) e Forlì (18). Poi Cesena (14), Parma (13) e Piacenza (8). Infine, il Circondario Imolese (3) e Ferrara (2).

Sul fronte delle vittime, sono stai comunicati sei nuovi decessi, 1 a Parma, 1 in provincia di Reggio Emilia , 1 in provincia di Modena, 2 a Bologna e 1 a Ravenna. Nessun decesso Piacenza, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini.In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione ammontano a 13.180.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 104 (-5 rispetto a ieri), 532 quelli negli altri reparti Covid (-28). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 6 a Piacenza (-1), 10 a Parma (-1),11 a Reggio Emilia (-1), 16 a Modena (-1), 36 a Bologna (invariato rispetto a ieri), 3 a Imola (invariato), 5 a Ferrara (invariato), 2 a Ravenna (invariato), 1 a Forlì (-1), 5 a Cesena (invariato) e 9 a Rimini (invariato).

Prosegue con sensibili incrementi la campagna vaccinale in Emilia-Romagna: calcolando anche la mattinata di oggi sono state somministrate complessivamente 2.592.589 dosi; sul totale, 943.544 sono le seconde dosi, delle persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

 

Un gruppo «di imprenditori del centro-nord» interessato ad acquistare il Ravenna

A condurre la trattative è l’advisor milanese Roberto Del Conte

Ravenna CesenaÈ l’advisor milanese Roberto Del Conte il professionista che sta conducendo l’operazione di acquisto del Ravenna Football Club.

In rappresentanza di un gruppo di imprenditori del centro-nord (sui quali non trapelano informazioni al momento), il manager ha già avviato i primi contatti di approccio con i rappresentanti dell’attuale proprietà, reduce dalla seconda retrocessione in serie D consecutiva.

Del Conte, in passato a capo di diversi fondi per l’acquisto di società professionistiche di A e di B (recentemente coinvolto nella trattativa di acquisto della Sampdoria) è al lavoro da giorni – ci assicurano dal suo staff – per capire le intenzioni dell’attuale proprietà in relazione a un eventuale passaggio di consegne, visto che in mano avrebbe «un progetto ambizioso per il rilancio del calcio a Ravenna».

Progetto che, come anticipato, vedrebbe il coinvolgimento di diverse vecchie glorie del Ravenna.

«Il Covid diventerà come un’influenza, se continuano vaccini e distanziamenti»

Difficile invece l’immunità di gregge a livello mondiale. «Se in questi mesi non manterremo le cautele arriveranno altri morti “inutili”»

6Continua la nostra riflessione settimanale sull’andamento della pandemia grazie all’esperto Giacomo Farneti, ricercatore ravennate, membro della task force governativa su Covid-19, esegue studi e ricerche per l’Istituto superiore della sanità.

Sono passati 514 giorni dall’inizio ufficiale della pandemia di Covid-19; partito dalla città di Wuhan, in Cina, il coronavirus Sars-Cov-2 ha infettato oltre 50 milioni di persone, causando il decesso di quasi il 3% della popolazione mondiale (dati Johns Hopkins). Alcune ricerche stanno verificando le possibili cause originarie della diffusione di Sars-Cov-2 e stanno cercando di definire il reale “giorno 0”, anche per quanto riguarda l’Italia.

Attualmente, nel nostro Paese in tutte le fasce d’età si assiste ad una decrescita sia del numero di soggetti positivi ma soprattutto di soggetti ricoverati con stato clinico severo. A causa della diffusione del virus e alla luce di un futuro plausibilmente caratterizzato da diffusione endemica di Sars-Cov-2, la vaccinazione contro questo nuovo coronavirus è oggi considerata la strategia più efficace per moderare le drammatiche conseguenze sanitarie, sociali ed economiche.
Per “diffusione endemica” si intende la possibilità che il virus non venga debellato mai completamente (al contrario, ad esempio, del vaiolo), ma nel tempo si trasformerà e si adatterà e noi con lui, diventando “comune” al pari di altri virus e, di conseguenza, i tassi di incidenza/prevalenza e mortalità diverranno pari o inferiori a quello dell’influenza. Sars-Cov-2 è infatti molto simile ai coronavirus endemici (eCoV) nella sua biologia di base: medesima struttura molecolare, stesso ciclo di replicazione e tropismo tissutale primario (infetta principalmente cellule epiteliali respiratorie). Queste caratteristiche rendono molto probabile che le interazione con il sistema immunitario umano siano simili a quelle note sviluppate dai diversi eCoV in circolazione.

L’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini e nei giovani è molto lieve e le manifestazioni patologiche non sono molto diverse rispetto a quelle causate dai virus in età pediatrica. Negli adulti gli eCov non generano una malattia grave, perché l’organismo è dotato di immunità specifica da cui è stato già colpito durante l’infanzia. Una condizione indispensabile perché il virus diventi endemico è quindi che sia possibile sviluppare un’immunità da bambini. Sappiamo che gli anticorpi prodotti dopo una prima infezione diminuiscono rapidamente, più rapidamente del morbillo.
Da recenti studi che abbiamo svolto sappiamo però anche che l’infezione da coronavirus comporta un’immunità parziale: dopo un anno è possibile reinfettarsi, ma l’infezione è meno grave della precedente e questa è la chiave. Questo vale anche per Sars-Cov-2: il virus circola da poco più di un anno, quindi iniziamo solo ora ad osservare su larga scala l’emergere di reinfezioni. Uno studio sugli operatori sanitari suggerisce che l’infezione primaria protegga significativamente al momento delle reinfezioni, sintomatiche e asintomatiche. In generale, le informazioni raccolte finora mostrano che le reinfezioni sono più lievi delle infezioni primarie, ma occorrono ulteriori dati per confermarlo.

Giacomo Farneti
Giacomo Farneti

La recente disponibilità di vari tipi di vaccino, in particolare i due vaccini a Rna, Comirnaty (Pfizer/BionNtech) e mRna-1273 (Moderna), sta aprendo prospettive più ottimistiche nella lotta contro il Covid-19. Nonostante si ritenga necessario vaccinare almeno il 60-70 percento della popolazione mondiale per ottenere un’immunità di gregge diffusa e duratura, la rapidità senza precedenti del successo della ricerca scientifica che ha consentito di progettare, sviluppare e rendere disponibili nuovi vaccini si scontra con alcune difficoltà oggettive.

Questi problemi sono per lo più imputabili alla necessità di fornire una quantità sufficiente di dosi per vaccinare l’intera popolazione mondiale e i dati non sono ancora totalmente confortanti sotto questo punto di vista: ad esempio, dalle 510 milioni di dosi somministrate in Cina su 1,4 miliardi di abitanti, passando dall’India (195 milioni di dosi/1,3 miliardi di abitanti), dal Brasile (63 milioni dosi/210 milioni abitanti), dal Regno Unito (61 milioni dosi/66 milioni abitanti), dall’Italia (31 milioni dosi/60 milioni abitanti) si arriva in Kenya (900 mila dosi/55 milioni abitanti), Iraq (500 mila dosi/37 milioni abitanti), Venezuela (315 mila dosi/28 milioni abitanti) e Siria (2.500 dosi/17 milioni abitanti).

Nel nostro Paese la campagna vaccinale sta producendo ottimi risultati su tutti i fronti (circa il 18% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale), nonostante il fatto che gli italiani si siano dichiarati “totalmente fiduciosi” verso i vaccini solo nel 17,5% dei casi ed una persona su quattro esterna il proprio rifiuto in correlazione alle preoccupazioni sugli effetti collaterali. Nella fascia over 60, che rappresenta circa il 37% della popolazione totale, il 95% dei nostri concittadini ha ricevuto almeno una dose, l’84% ha completato la vaccinazione: questi dati confermano e spiegano appunto l’attuale decrescita del numero dei contagi, ricoveri e decessi.

Occorre infine evidenziare alcune riflessioni attualmente diffuse: il ruolo della stagionalità di Sars-Cov-2 e l’utilizzo dei dispo­sitivi di protezione individuale. Non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri un effetto di indebolimento di un virus rispetto al caldo; basti pensare agli effetti devastanti della pandemia in paesi tropicali. Nessun virus “soffre il caldo”; è possibile che nel tempo un virus si modifichi, diventando più o meno contagioso, in relazione ad alcuni fattori interni, ma questo si può analizzare unicamente tramite lo studio delle sequenze genetiche.

Tutte le evidenze scientifiche dimostrano che la trasmissione avviene principalmente tramite droplets. La mascherina rappresenta una misura preventiva consolidata. Appare scientificamente ovvio che le variazioni di contagio e diffusione del virus non siano da identificarsi unicamente nell’utilizzo o meno dei dispositivi di protezione indivi­duale, ma anche dai fattori esterni (distanziamento so­ciale, comportamenti corretti).
L’efficacia dell’utilizzo della mascherina rimane comprovata all’interno di un regime di presenza maggiore e potenziale del virus (luoghi piccoli e chiusi, ospedali) ed è correlata sia alla minor probabilità di contagio sia ai diversi fattori di riproduzione: per Sars-Cov-2 la carica virale di un soggetto positivo, sintomatico o asintomatico, può variare per ordini di grandezza.

Abbiamo condotto uno studio analizzando le particelle respiratorie di soggetti casuali in ambienti chiusi e aperti, con e senza l’utilizzo di mascherine: le condizioni maggiormente sfavorevoli riguardano ovviamente la presenza di soggetti all’interno di spazi chiusi senza l’utilizzo della mascherina. Il tasso di riproduzione del virus in ambienti esterni con l’utilizzo corretto dei dispositivi garantisce un valore di incidenza pari a zero, mentre i dati dello studio evidenziano l’importanza di combinare l’utilizzo della mascherina con altre misure preventive.
Il distanziamento sociale da solo, senza le vaccinazioni, permette di ridurre leggermente il tasso di mortalità ed evita che i sistemi sanitari siano travolti, ma non permette di evitare la maggior parte dei ricoveri e dei decessi. Se manteniamo le distanze sociali e implementiamo rapidamente la somministrazione dei vaccini, potremmo raggiungere uno stato endemico lieve in un arco di tempo che va da sei mesi a un anno.
Al contrario, se non manteniamo le misure di distanziamento sociale fino a quando una buona parte della popolazione non sarà vaccinata, gli indici della malattia torneranno elevati, con ulteriori centinaia di migliaia di morti inutili: è questo il senso delle misure adottate fin ora, e nessuno studio scientifico ha affermato il contrario.

Dall’Azzurra al debutto a 17 anni in serie A: «Il calcio è tutto. Mi ispiro a Ibra»

A tu per tu con il giovane ravennate Antonio Raimondo, che ha firmato in dicembre con il Bologna il suo primo contratto da prof

Antonio RaimondoNel desolante panorama calcistico ravennate post primo anno di pandemia, con la prima squadra della città piombata tra i dilettanti, c’è anche chi, invece, ha festeggiato il primo contratto da professionista debuttando in serie A ancora minorenne. Si tratta di Antonio Raimondo, ravennate classe 2004, entrato in campo con la maglia del Bologna per pochi minuti, lo scorso 17 maggio, in occasione della penultima di campionato al Bentegodi di Verona, contro l’Hellas.

Antonio, cosa hai provato in quei momenti?
«Una gioia immensa, con un misto di ansia. Mi è passato davanti tutto il mio percorso calcistico, poco prima di entrare in campo».

Quando inizia la tua carriera?
«Da bambino, nell’Azzurra. Poi sono cresciuto a Cesena fino al fallimento (del 2018, ndr). A quel punto avevo davanti diverse offerte, ma ho accettato Bologna per il progetto e anche il bel centro sportivo (Castel Debole, tra i migliori d’Italia per il settore giovanile, ndr)».

Quando hai saputo invece che avresti debuttato? Credi possa essere stato anche un modo per far aumentare il tuo valore da parte del Bologna?
«È stata una cosa improvvisa, che ho scoperto solo dalle conferenze stampa del mister (il serbo Sinisa Mihajlovic, ndr), quando ha fatto il mio nome insieme a quelli degli altri due ragazzi aggregati in prima squadra. Ci sono “rimasto”, sinceramente, perché non me l’aspettavo per niente. Ma credo appunto che sia stata una sua scelta, del mister, che ha dimostrato di avere tanta fiducia in me e a cui sarò sempre riconoscente, non una strategia della società».

Com’è Mihajlovic?
«Un allenatore di grande personalità, che cerca di trasmetterla alla squadra, soprattutto la cattiveria agonistica. Con poche parole e tanti “fatti”».

Come ti hanno accolto compagni e mister, chi ti è stato più vicino?
«Molto bene direi, mi hanno fatto sentire subito uno del gruppo. Quello che mi ha aiutato di più forse è stato Barrow (attaccante gambiano 22enne del Bologna, ndr). Perché essendo giovane ha capito bene cosa stessi provando in quei momenti».

E cosa ti ha stupito degli allenamenti di una squadra di serie A?
«Che lavorano sempre con la palla, con esercizi molto intensi. Poca corsa o lavoro aerobico, invece».

Chi ti ha colpito di più, come calciatore?
«Direi sempre Barrow, che credo sia un giocatore molto importante per questa squadra. È davvero forte».

Quali sono le caratteristiche fondamentali per fare il calciatore, le qualità che fanno la differenza?
«Innanzitutto avere la testa sulle spalle. Poi il fisico, credo sia fondamentale. E la tecnica, naturalmente, ma in particolare devi essere bravo a sapere quello che devi fare ancor prima che ti arrivi la palla».

Ci sono stati maestri particolari, nella tua carriera giovanile?
«Ogni anno che ho fatto da quando ho iniziato da bambino ho imparato qualcosa in più, mi sento di ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto».

Cos’è per te il calcio? Ti pesano i sacrifici che hai fatto in questi anni per lo sport?
«Il calcio è tutto, è sempre stato il mio grande obiettivo, la mia vita ci gira tutta attorno. E i sacrifici quindi non mi pesano, perché li faccio per la cosa che più preferisco fare».

Un ragazzo di 17 anni che debutta in serie A sta pensando anche ai soldi? Hai già pensato cosa ci farai, con i primi guadagni veri?
«Al momento ho firmato un contratto da professionista base (per i giovani dai 16 ai 19 anni prevede un minimo di circa 1.200 euro netti al mese, ndr), che dura tre anni. Certo, spero di rinnovarlo presto, ma non è il momento di pensare a cosa fare con eventuali soldi “veri”…».

Quali sono i tuoi obiettivi?
«Il primo è quello di fare altre presenze e anche i primi gol in serie A. Ma ora penso solo a migliorarmi, giorno per giorno, senza pensare troppo al futuro».

Quali sono i tuoi idoli? A chi ti ispiri come calciatore?
«Non ho particolari idoli, ma mi ispiro a Ibrahimovic, non tanto come tipo di gioco, ma come personalità, mi piace il suo carattere».

Sei un tifoso?
«Diciamo che da piccolo simpatizzavo per il Napoli…».

Che ruolo ha avuto la tua famiglia nella tua crescita sportiva?
«I miei genitori mi hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più difficili».

Hai mai pensato di mollare?
«No, mai».

Com’è stato andare via di casa a 14 anni?
«Una bella esperienza, in convitto ho subito legato con gli altri ragazzi. Ora sono di nuovo a casa, ma il prossimo anno mi trasferirò a Bologna».

Resterai al Bologna, quindi?
«Quasi sicuramente, spero per un altro paio d’anni, mi trovo molto bene. In futuro mi piacerebbe comunque affrontare anche nuove avventure».

Anche all’estero, eventualmente?
«Sì, sarebbe una bella esperienza, in cui bisogna dimostrare di vaere un grande senso di responsabilità».

Sfreccia in auto a Massa Lombarda: fermato. In casa aveva mezzo chilo di cocaina

La droga era nascosta in un frigo nel garage. Arrestato un 27enne

Cocaina Massa LombardaLo hanno sorpreso transitare in auto a forte velocità nel centro abitato di Massa Lombarda. E così la polizia lo ha fermato e, insospettiti, gli investigatori della narcotici hanno perquisito anche la sua abitazione, nel comune di Mordano.

Qui i poliziotti hanno trovato nascosto in un frigorifero inutilizzato nel garage mezzo chilo di cocaina, nonché il consueto materiale necessario al confezionamento delle dosi. Tutto è stato sequestrato mentre il giovane, un 27enne italiano, è stato arrestato per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Su disposizione della Procura di Bologna, competente per territorio, il 27enne è stato portato nel carcere della Dozza.

All’aeroporto l’ultimo saluto al pilota 53enne morto nell’incidente – FOTO

Nei giorni scorsi l’ultimo saluto all’altra vittima, in chiesa

Si sono svolti all’aeroporto La Spreta di Ravenna, nella sede dell’associazione di paracadutismo Skydive Pull Out, per cui prestava servizio, i funerali di Valerio Antonucci, 53 anni originario di Pordenone, morto nell’incidente aereo avvenuto a Ravenna lo scorso 14 maggio.

La foto della vittima è stata posizionata davanti a un aereo, in mezzo al prato, con la scritta “ciao Vale”.

I funerali dell’altra vittima, Riccardo Gamberini, 65enne ravennate, si sono svolti invece martedì scorso in chiesa, a San Rocco, con omelia tenuta dal fratello, don Paolo.

Covid, in tutta la provincia solo 2 persone ancora ricoverate in terapia intensiva

 

Sono solo 13 (su 1.345 tamponi) i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in tutta la provincia di Ravenna nelle ultime 24 ore (dati aggiornati alle 12 di oggi, 28 maggio). Si tratta di 9 maschi e 4 femmine; 1 asintomatico e 12 con sintomi; 13 in isolamento domiciliare e nessun ricovero.

La Regione non ha comunicato decessi ravennati, mentre sono 44 le nuove guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 28 MAGGIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 383.282 casi di positività, 258 in più rispetto a ieri, su un totale di 22.685 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’1,1%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.220 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 353.718.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 16.390 (-966 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 15.721 (-903), il 95,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano quattro nuovi decessi, di cui 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 76 anni), 1 nel parmense (una donna di 57 anni) e 2 in provincia di Modena (una donna di 89 anni e un uomo di 95). Nessun decesso a Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.174.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 109 (-2 rispetto a ieri), 560 quelli negli altri reparti Covid (-61).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 7 a Piacenza (+4), 11 a Parma (-2),12 a Reggio Emilia (-1), 17 a Modena (invariato rispetto a ieri), 36 a Bologna (-2), 3 a Imola (invariato), 5 a Ferrara (invariato), 2 a Ravenna (-1), 2 a Forlì (invariato), 5 a Cesena (invariato) e 9 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.497 a Piacenza (+10 rispetto a ieri, di cui 3 sintomatici), 28.061 a Parma (+36, di cui 19 sintomatici), 46.656 a Reggio Emilia (+26, di cui 22 sintomatici), 65.207 a Modena (+37, di cui 24 sintomatici), 81.807 a Bologna (+65, di cui 47 sintomatici), 12.564 casi a Imola (+6, di cui 3 sintomatici), 23.069 a Ferrara (+5, di cui 1 sintomatico), 30.245 a Ravenna (+13, di cui 12 sintomatici), 16.814 a Forlì (+21, di cui 18 sintomatici), 19.368 a Cesena (+15, di cui 9 sintomatici) e 35.994 a Rimini (+24, di cui 11 sintomatici).

Il Comune per evitare nuove risse obbliga i locali a usare solo musica di sottofondo

Due nuove ordinanze per Milano Marittima: «Uno strumento per far sì che alcuni episodi non si ripetano»

Rissa Milano MarittimaDopo le risse e i problemi di ordine pubblico registratisi a Milano Marittima nei giorni scorsi, il Comune di Cervia corre ai ripari e (dopo aver inviato una lettera a ministri e Regione, in cui chiede l’attivazione di un posto di polizia e una maggiore presenza delle forze dell’ordine) comunica di aver adottato due ordinanze, in vigore già da domani, 29 maggio.

Ne parlano in una nota congiunta il sindaco Massimo Medri e l’assessora alle Attività produttive Michela Brunelli: «L’ordinanza relativa all’utilizzo degli impianti acustici adegua i nostri regolamenti in materia a quanto previsto dal DGR 1197 del 2020, che chiede ai Comuni di valutare la “sostenibilità acustica” del territorio, in base alle sue caratteristiche, e scaturisce da un lungo percorso di confronto condiviso con le Associazioni di categoria».

«L’ordinanza n. 23, invece, è adottata sperimentalmente e in via straordinaria per gestire al meglio questa difficile fase delle riaperture delle attività dopo lunghi mesi di chiusura dovuta all’emergenza sanitaria. Con questa ordinanza chiediamo alle attività del centro di Milano Marittima di mantenere alto il livello di attenzione sulla pandemia, di rispettare e far rispettare rigorosamente le norme anticovid e le ordinanze in vigore e di utilizzare solo musica di sottofondo, in quanto riteniamo che la musica, che rappresenta una parte importante della nostra offerta turistica, può diventare un efficace strumento per far sì che alcuni episodi che hanno coinvolto la nostra località non si ripetano».

Chiedono soldi spacciandosi per parenti malati di Covid: «Occhio alla truffa»

L’allarme della polizia locale di Ravenna, che invita a rivolgersi alle forze dell’ordine in caso di telefonate sospette

1902910 Anziana TruffataSi spacciano per figli o nipoti con il Covid, o comunque ammalati e bisognosi di denaro, cercando così di raggirare le persone più vulnerabili. Si stanno moltiplicando in questi giorni i tentativi di truffe telefoniche, legate all’emergenza Coronavirus, in particolare ai danni di anziani.

Sono svariati gli episodi segnalati alla Polizia Locale di Ravenna.

L’emergenza sanitaria e l’isolamento hanno offerto purtroppo il pretesto per cui malviventi, spacciandosi per figli o nipoti (dei quali tra l’altro conoscono il nome) e approfittando della condizione di fragilità della controparte, dichiarano di trovarsi in ospedale per il Covid e di avere impellente necessità di contanti per cure costose e assistenza.

La Polizia Locale «invita tutti i cittadini a prestare la massima attenzione e a rivolgersi alle Forze dell’Ordine, per qualsiasi dubbio, ogni qualvolta ricevano insolite richieste di denaro/oggetti preziosi, da “familiari” in presunta difficoltà».

Ravenna, il museo della città “censurato” su Facebook per una foto di Paolo Roversi

Il post incriminato promuoveva la mostra del grande fotografo, in corso fino al 6 giugno

Paolo RoversiFacebook ha momentaneamente oscurato la pagina del Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna. La colpa è di un posto con una delle opere d’arte esposte al museo in questo periodo, nell’ambito della mostra di Paolo Roversi, in corso fino al 6 giugno.

In particolare, si tratta di un nudo artistico, tra i marchi di fabbrica del grande fotografo di fama mondiale.

«Nell’attesa di aver nuovamente la possibilità di condividere attraverso Facebook  le nostre iniziative – si legge in una nota inviata ai giornali dal Mar -, invitiamo il pubblico a venire direttamente a visitare la mostra per  ammirare le splendide fotografie che hanno provocato questo spiacevole inconveniente».

La mostra è aperta dal martedì al sabato dalle 9 alle 18, la domenica (e il 2 giugno) dalle 11 alle 19. Info e prenotazioni allo 0544 482477.

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