venerdì
22 Agosto 2025

Scontro fra due auto sulla statale Adriatica poi una si incendia. Traffico nel caos

Le fiamme sono divampate quando gli occupanti erano già scesi

Un incidente fra due auto nella mattinata di oggi, 21 giugno, a Ravenna sulla statale Adriatica all’altezza di Madonna dell’Albero ha avuto pesanti ripercussioni sul traffico ma lievi conseguenze per gli occupanti dei veicoli. Non risultano feriti gravi anche se sono stati trasportati in ospedale per accertamenti.

Quando le persone erano già uscite dalle auto, una delle due si è incendiata: l’intervento dei vigili del fuoco ha imposto la chiusura di entrambe le carreggiate, quella per Ferrara dove è avvenuto l’incidente è rimasta chiusa anche dopo aver spento le fiamme.

Un altro candidato sindaco comunista: il 19enne Ferri si presenta al parco Teodorico

Dopo Bongarzone con Prc e Pci ecco anche il Pc. Atteso in città anche il segretario Rizzo

Lorenzo Ferri
Lorenzo Ferri

Ravenna avrà due candidati a sindaco comunisti. A pochi giorni dall’annuncio della lista unica di Rifondazione e Pci, a sostegno di Alessandro Bongarzone, si presenta infatti Lorenzo Ferri.

Si tratta di un 19enne che si presenta con il sostegno del Partito Comunista (Pc), da non confondere con il Partito Comunista Italiano (Pci), che sostiene invece come detto Bongarzone.

Il 26 giugno Ferri verrà presentato in un incontro pubblico al parco Teodorico di Ravenna, a cui parteciperà anche il segretario nazionale Marco Rizzo.

«Ho 19 anni, sono uno studente che proprio in questi giorni sta svolgendo l’esame di maturità – scrive Ferri in un post su Facebook -. Sono un ragazzo come molti altri, ma con una passione politica che mi ha spinto, tre anni fa, ad iniziare a militare appunto nel Partito Comunista.
Quando mi è stato chiesto di candidarmi non ci ho pensato un attimo. È per me motivo d’orgoglio poter rappresentare il Partito in questa tornata elettorale e diffondere le nostre parole d’ordine. Abbiamo un futuro da conquistare, tutti insieme. Il socialismo è la gioventù del mondo!».

Diffusione del virus nel ravennate ridotto ai minimi termini: solo 2 contagi

In Emilia-Romagna i nuovi positivi sono a quota 73. Solo una vittima registrata, un 72enne nel modenese

Test CoronavirusNel territorio ravennate oggi si sono registrati 2 casi: si tratta di 1 maschio e 1 femmina, rilevati da contact tracing per sintomi, in isolamento domiciliare, a Castel Bologgnese e Ravenna. I tamponi eseguiti sono stati 515. Non sono stati comunicati decessi mentre si registrano 12 guarigioni.
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 30.513.

In Emilia-Romagna su 13.087 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 73 casi di positività in più rispetto a ieri. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è attestata allo 0,5%.
La situazione dei contagi nelle province vede Parma con 24 nuovi casi e Bologna (11); poi Rimini (11) e Ferrara (7), quindi Forlì (5), Modena (5), Imola (4) e Ravenna (2). Seguono Cesena, con 2 nuovi casi, Piacenza (1) e infine il Reggio Emilia (1).

In regione si registra 1 solo nuovo decesso nella provincia di Modena (un uomo di 72 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.246.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 38 (-1 rispetto a ieri), 223 quelli negli altri reparti Covid (-10). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: nessuno a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 5 a Parma (invariato), 3 a Reggio Emilia (invariato), 7 a Modena (-1), 14 a Bologna (invariato), 1 a Imola (invariato), 2 a Ferrara (invariato), nessuno a Ravenna (invariato), 5 a Forlì (invariato), 2 a Cesena (invariato) e 4 a Rimini (invariato).

Per quanto riguarda la campagna vaccinale in regione, il dato di oggi, alle 13 domenica 20 giugno , rileva la somministrazione complessiva di 3.447.425 dosi; sul totale, 1.233.228 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Trifonov, fuoriclasse del pianoforte in concerto alla Rocca di Ravenna

Il trententenne pianista russo è una dei solisti più attesi del Festival 2021. Anche in diretta streaming gratuita

Daniil Trifonov
Il pianista e compositore Daniil Trifonov (foto Dario Acosta)

È uno dei concerti solisti di punta del Ravenna Festival 2021, quello del pianista Daniil Trifonov, in programma domenica 20 giugno (Rocca Brancaleone, ore 21.30, anche i diretta streaming gratuita sulla piattaforma ravennafestival.live).

Da tempo Daniil Trifonov non è più soltanto il più grande pianista under 30, ma è ormai uno dei concertisti più influenti al mondo. Le sue interpretazioni, la scelta non comune del repertorio e le incisioni discografiche lo collocano nell’Olimpo del pianismo contemporaneo. Per il suo atteso recital a Ravenna Festival, Trifonov ha scelto di indagare il passaggio radicale del pianoforte tra Ottocento e Novecento, gli anni in cui la tastiera muta letteralmente stato fisico, dissolvendosi e ricomponendosi nei cambiamenti culturali dettati dall’implosione dei canoni romantici.
In un arco cronologico di 64 anni Trifonov eseguirà la Terza Sonata del ventenne Johannes Brahms (l’ultima della sua produzione, “una sinfonia in potenza” come la definisce Schumann per il rigoroso controllo della forma architettonica), la Suite “Pour le piano” di Debussy, giocata su morbide armonie, i cinque “Sarcasmes” (uno dei manifesti del camaleontico pianismo di Sergej Prokof’ev) e la Terza Sonata di Karol Szymanowski, che nel 1917 condensa in un unico movimento un grande flusso di potente pulsione vitalistica, in liquido dissolvimento tra tonalità e atonalità.

Il pianista russo Daniil Trifonov, classe 1991, ha compiuto una spettacolare ascesa nel mondo della musica classica come solista, concertista e anche come compositore. A soli vent’anni è riuscito a vincere medaglie in tre delle competizioni più prestigiose del mondo della musica: il terzo premio al Concorso Chopin di Varsavia, il primo premio al Concorso Rubinstein di Tel Aviv e sia il primo premio che il Gran Premio – riconoscimento ulteriore conferito al miglior concorrente generale di qualsiasi categoria – al Concorso Čajkovskij di Mosca. Nel 2013 gli è stato assegnato il prestigioso Premio Franco Abbiati come miglior solista strumentale dall’Associazione dei critici musicali italiani e nel 2016 è stato nominato artista dell’anno da “Gramophone”.
Combinando impeccabile tecnica con rara sensibilità, sin dagli esordi ha  destato la meraviglia di mostri sacri come Martha Argerich («Ha tutto e di più… la tenerezza e l’elemento demoniaco. Non ho mai sentito niente del genere»).
Innumerevoli le orchestre e i direttori che lo hanno accompagnato in questa sfolgorante e infaticabile carriera, dalla Carnegie Hall alla Philharmonie di Berlino, senza però rinunciare alla ricerca e all’approfondimento di nuovi repertori. Per la stagione 2020-21 Trifonov ha preparato infatti programmi che spaziano lungo un arco di tre secoli, da Bach a Schnittke.

Cambio ai vertici di Cna Ravenna, Matteo Leoni è il nuovo presidente

L’imprenditore faentino guiderà l’associazione territoriale per i prossimi 4 anni. Eletta sua vice Marianna Panebarco

Mazzavillani Leoni Panebarco Cna
Il nuovo presidente Cna Ravenna Matteo Leoni (al centro) con la vice Marianna Panebarco e (a sinistra) il direttore dell’associazione Massimo Mazzavillani

Cambio ai vertici della Cna territoriale di Ravenna, a conclusione della stagione congressuale che ha portato al rinnovo degli organi direttivi dell’Associazione per il quadriennio 2021-2025.

Matteo Leoni, imprenditore faentino del settore dell’automotive, 42 anni, sposato e con due figli, laureato in Economia Aziendale con lode all’Università di Bologna, è stato eletto Presidente della Cna Territoriale di Ravenna. Succede a Pierpaolo Burioli che ha presieduto il sindacato delle pmi dell’artigianato ravennate negli utimi quattro anni.
Lo affiancherà una presidenza composta da altri 6 imprenditori, a rappresentare le tante anime che compongono l’Associazione, sia in termini di territorio sia di settori produttivi: Marianna Panebarco, vicepresidente, imprenditrice ravennate del settore della produzione audio video e animazione, Andrea Antonioli, imprenditore ravennate del settore della meccanica, taglio e piegatura di lamiere, Massimo Baroncini, imprenditore di Conselice impegnato nel settore dell’impiantistica termoidraulica, Sauro Bernabei, imprenditore cervese del settore agroalimentare, Giuliano Pasi, imprenditore di Fusignano impegnato nel settore dell’impiantistica elettrica, e Katia Ponzi, imprenditrice del settore agroalimentare di Castel Bolognese.

Il nuovo presidente Matteo Leoni ha delineato una prospettiva sugli anni a venire e sui temi e i valori che guideranno l’attività dell’Associazione: «lo scenario economico e sociale che ci troviamo oggi di fronte – ha affermato – è tutt’altro che semplice e ciò ci impone di farci guidare da tre pilastri: la conoscenza, il coraggio e l’umiltà. La pandemia ha fatto emergere ancora una volta e con ancora più evidenza che il lavoro e le imprese, specialmente quelle Piccole e Medie, devono tornare al centro delle azioni e degli obiettivi di chi ci governa. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrà dare nuovo slancio all’economia del Paese, dovrà necessariamente coinvolgere gli artigiani e le piccole imprese che possono svolgere un ruolo fondamentale per il rilancio del Paese. In quest’ottica, risulterà decisiva la concentrazione delle risorse in progetti infrastrutturali destinati a migliorare in maniera permanente l’efficienza e la competitività del sistema Paese. Determinante, a tal fine, sarà la semplificazione della normativa sulle opere pubbliche, l’efficientamento della gestione amministrativa e la riforma della Pubblica Amministrazione. La ripartenza, tuttavia, non deve dimenticare il concetto di sostenibilità, economica, ambientale e sociale. Una visione che, nel nostro territorio e nell’intera Regione, condividiamo con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro e per il Clima, trovando il giusto equilibrio tra lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e i grandi progetti di transizione ecologica, digitale e sociale che caratterizzeranno i prossimi anni e in cui le nostre imprese possono giocare un ruolo chiave».

«Il nostro è un territorio che vive molto anche di tradizioni, cultura e turismo – ha dichiarato la neo eletta vicepresidente Marianna Panebarco – ed è anche da questi settori che deve prendere il via una vera e profonda stagione di rilancio. Affinché ciò sia possibile, però, questi non devono essere considerati settori di serie B: l’arte, declinata in ogni suo aspetto da quello più tradizionale all’innovazione digitale, la cultura, il turismo come sistema devono essere destinatari di interventi strutturali e duraturi e politiche incentivanti. Solo così le imprese creative di ogni genere potranno contribuire efficacemente al rilancio dell’economia del Paese»

Pandemia e burocrazia: il nuovo Woodpecker arriverà solo nel 2022

La storica discoteca di Milano Marittima, abbandonata da decenni, sarà ristrutturata entro la prossima primavera

Woodpecker CerviaIl 2021 sarebbe potuto essere l’anno di riapertura del Woodpecker a Milano Marittima, la storica discoteca di Milano Marittima degli anni ‘60 con la cupola in vetroresina ideata dall’architetto Filippo Monti, ma la pandemia e la burocrazia hanno fatto slittare la data alla primavera del prossimo anno.

«Quando è scoppiata la pandemia abbiamo rallentato i lavori per capire l’evolversi delle cose – spiega Riccardo Guerrini della Bolsera Costruzioni di Filetto che si è aggiudicata il bando del Comune di Cervia per la concessione dell’immobile –. Siamo a un punto in cui manca l’ultima parte importante dell’investimento e vogliamo farla solo quando sappiamo di poter aprire con sicurezza».
Guerrini è particolarmente sfiancato dalla lotta alla burocrazia: «È stata davvero un ostacolo continuo. Abbiamo dovuto affrontare molte cose che non erano previste alla vigilia, così non è facile investire».

Addio a Nerio Cocchi, per 31 anni è stato sindaco di Conselice

Nerio Cocchi ConseliceStimato amministratore e cooperatore è scomparso a 85 anni. Da oggi la camera ardente in Municipio, martedì 22 i funerali

Si è spento ieri, 19 giugno, all’età di 85 anni Nerio Cocchi, uomo politico e cooperatore, per decenni impegnato come amministratore e primo cittadino nella sua Conselice, comune che alla fine del 900 ha fortemente contribuito a far crescere e modernizzare.

«Nato a Conselice il 26 gennaio del 1936, poco più che ventenne è entrato nel 1960 in Giunta come Assessore alla Cultura per poi passare al ruolo di Assessore al Bilancio l’anno successivo – scrive in una nota stampa l’attuale sindaco di cConselice Paola Pula –. Per 49 anni da amministratore pubblico, e per 31 da Primo Cittadino, Nerio Cocchi è stato il protagonista assoluto della vita politica locale e del mondo cooperativo provinciale, giocando un ruolo di primo ordine nel processo di sviluppo economico di tutto il territorio conselicese.
Sono suoi i progetti dei poli industriali di Lavezzola e San Patrizio, suo il processo di modernizzazione della macchina amministrativa pubblica in grado di sviluppare e finanziare molti investimenti strutturali, oltre che essere più attenta alle novità ed ai bisogni delle sue comunità.
Negli anni ’60 entrò giovanissimo come ragioniere della cooperativa braccianti di Conselice e con il Direttore Demauro Giovanardi – scomparso lo scorso anno – ne seguì il destino, trasformandola in un azienda che, oggi, è una delle radici più vive della filiera agroalimentare emiliano-romagnola, italiana ed europea, un modello di buona conduzione e tecnica agronomica rispettosa dell’ambiente, oltre che uno straordinario esperimento riuscito di riscatto attraverso gli strumenti del mutualismo economico. Una lunga carriera di amministratore pubblico che gli è valsa il riconoscimento di Commendatore Ufficiale della Repubblica ricevuto nel 1998 dalle mani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Sullo sfondo il consenso eccezionale che portò le sue Amministrazioni ad un solido 73% di consensi, che mantenne anche dopo l’incontro e l’ingresso nel Governo locale, nel 1995, del il mondo cattolico dell’Ulivo prodiano».

Il Comune ha allestito la camera ardente nella sala delle cerimonie, al primo piano del Municipio, che verrà aperta dalle ore 14 alle ore 19. Si proseguirà per tutto lunedì, dalle ore 8 alle ore 19. Il funerale è previsto per martedì mattina dopo il saluto pubblico davanti al Municipio alle ore 10.

Messaggi di cordoglio per la scomparsa di Cocchi sono stati inviati dal presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, dal segretario provinciale del Pd, Alessandro Barattoni e dai massimi dirigenti della Lega e della Federazione delle Cooperative dell’Emila Romagna, Mario Mazzotti, Giovanni Monti e Lorenzo Cottignoli.

Ruba bicicletta da mille euro e la rivende in stazione a Ravenna a ottanta

Il ladro beccato sul fatto dalla Polizia Locale e accusato sulla base dei riscontri delle telecamere di sorveglianza. Mentre l’incauto compratore rischia l’accusa di ricettazione

Bici Rubata Polizia Locale
La bici rubata restituita dalla Polizia Locale al legittimo proprietario

È accaduto venerdì scorso in zona stazione ferroviara a Ravenna, dove agenti in borghese della Polizia Locale hanno individuato una compravendita sospetta, sorprendendo due uomini a contrattare, al prezzo di 80 euro una bici nuova, rubata il giorno prima, del valore di 1.000 euro.

Identificato immediatamente l’acquirente, dopo una estenuante fuga, i poliziotti sono riusciti a bloccare anche il ladro-venditore e a sottoporre a sequestro il denaro appena incassato.
Immediati accertamenti hanno consentito inoltre di risalire al proprietario, felice di tornare in possesso della sua preziosa bicicletta. Imporatnte, come accade sempre più spesso, il contributo delle immagini dei tanti sistemi di video sorveglianza dislocati sul territorio.

All’incauto acquirente – giustificatosi dicendo di non sapere che stesse acquistando una bici rubata – la Polizia Locale non ha naturalmente creduto e potrebbe ora dover rispondere del reato di ricettazione.
Visto il caso, e i guai in cui rischia di incappare chi compra oggetti sospetti, la Polizia Locale raccomanda ai consumatori di rivolgersi sempre a rivenditori autorizzati e qualificati.

«Gli open day per i ragazzi con AstraZeneca? Un’iniziativa irresponsabile…»

Nuove disposizioni dopo la morte della 18enne in Liguria. Il parere del nostro esperto, ricercatore presso l’Iss

Vaccino AnticovidDal quinto Rapporto di farmacovigilanza, attiva ed efficace, sui vaccini anti Covid-19, pubblicato da Aifa, emerge che il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca “è in linea con quanto osservato a livello europeo”.
Si tratta di “1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate” e “nessun caso dopo la seconda dose”. Per i quattro vaccini attualmente in uso sono pervenute 66.258 segnalazioni di reazioni avverse su un totale di 32.429.611 dosi somministrate (tasso del 2% circa), di cui circa il 90% sono riferite a eventi lievi. Le reazioni insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (83% dei casi) mentre le segnalazioni per eventi avversi gravi corrispondono al 10,4% del totale, indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose (prima o seconda).
La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNtech (71,8%), finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (68,7% delle dosi somministrate) e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria di AstraZeneca (24% delle segnalazioni e 20,8% delle dosi somministrate), al vaccino di Moderna (3,9% delle segnalazioni e 9% delle dosi somministrare) e al vaccino Janssen di J&J (0,3% delle segnalazioni e 1,5% delle dosi totali).

Dopo i casi di trombosi registrati in Italia e la morte della diciottenne di Genova, che soffriva precedentemente di piastrinopenia ed era già in cura con una terapia specifica (a quanto si apprende però la malattia e la terapia non erano state indicata nella scheda anamnestica consegnata al medico vaccinatore), il ministro della Salute Roberto Speranza, con una circolare, ha stabilito lo stop al vaccino AstraZeneca per chi ha meno di 60 anni, causando una mancata somministrazione del 20% ed uno stallo di 1,2 milioni di dosi già consegnate

Il Cts è quindi arrivato ad alcune conclusioni: in primis, il rapporto rischi/benefici connesso all’utilizzo del vaccino Vaxzevria è influenzato, in maniera determinate, dallo scenario epidemiologico in atto. Il documento “Risk Assessment” dell’Ecdc colloca l’Italia al terzo posto tra i Paesi europei nell’ambito di quelli a più basso rischio contagio, dopo Islanda e Malta, e primo tra i Paesi sotto osservazione, su un totale di 30 Paesi in Europa.
La strategia vaccinale nei soggetti di età inferiore ai 60 anni è rappresentata dai vaccini a mRNA per i quali, a oggi, non sono stati riportati eventi avversi gravi correlabili e riconducibili alla loro somministrazione.

Per quel che riguarda la seconda dose per i soggetti già programmati, è raccomandato continuare la somministrazione con il vaccino Vaxzevria per i soggetti di età superiore a 60 anni mentre si ritiene raccomandabile l’utilizzo di un altro vaccino a mRNA nei soggetti di età inferiore ai 60 anni. La somministrazione della seconda dose a mRNA dovrebbe avvenire a una distanza compresa tra le 8-12 settimane dalla somministrazione della prima dose di Vaxzevria.

Per quanto riguarda la vaccinazione “eterologa” (mista), da un punto di vista immunologico non ci sono controindicazioni, ma occorrerebbe attendere ulteriori evidenze scientifiche approfondite. La vaccinazione “eterologa” – considerata off-label fino pochi giorni fa, ora approvata da Aifa – è attualmente utilizzata da Paesi come la Germania e i risultati degli studi clinici effettuati sono incoraggianti: i dati dimostrano come la risposta immunitaria sia addirittura migliore di quella con due dosi dello stesso vaccino.
Tuttavia, in base ai tassi di incidenza e di prevalenza dei contagi, di ricovero e di mortalità, occorre valutare nei minimi dettagli le caratteristiche individuali dei soggetti in rapporto al vaccino da somministrare, in funzione anche degli effetti collaterali.

Fino a poco tempo fa, i vaccini contro Sars-Cov-2 non erano stati autorizzati per l’uso in persone di età inferiore ai 16 anni per mancanza di dati: ora sono necessari vaccini sicuri per proteggere questa fascia di popolazione, per facilitare e ripristinare la socializzazione e contribuire all’immunità di gregge.

Attualmente stiamo eseguendo un importante studio controllato con soggetti casuali di età compresa tra 12-17 anni, attraverso la somministrazione del vaccino BNT162b2 (Pfizer/BioNtech): in un campione di 3.000 ragazzi, il 50% ha ricevuto il vaccino in due dosi a distanza di 21 giorni mentre il 50% ha ricevuto un placebo. Come è stato riscontrato in altri studi, il vaccino dimostra un profilo di sicurezza favorevole ed i valori di anticorpi neutralizzanti prodotti dopo la seconda dose del vaccino hanno indicato una risposta immunitaria maggiore rispetto a quella prodotta dai soggetti adulti. Tra i partecipanti allo studio, tutti senza una precedente infezione da Sars-Cov-2 nota, non si è verificato alcun caso di positività nel gruppo trattato con il vaccino BNT162b2 mentre si sono verificati per il momento 10 casi di positività nel gruppo trattato con placebo; l’efficacia osservata del vaccino BNT162b2 risulta essere quindi del 100%, senza eventi avversi o effetti collaterali gravi in alcun soggetto vaccinato.

L’iniziativa di organizzare i cosiddetti “Astra-day” per i maggiorenni senza il consiglio di una competenza scientifica è stata assolutamente irresponsabile. La ricerca scientifica, processo in cui si osservano e si verificano i dati, che si sviluppa su fasi ben precise di studio, di campionamento e di metodologia, non può essere colpevolizzata da scelte politiche indipendenti. I giovani rappresentano il presente e il futuro e per questo motivo occorre prestare massima attenzione prima di coinvolgerli nella mentalità dannosa del provvisorio e dell’ipotizzato, preservandoli, educandoli e tutelandoli nel rispetto e nella salute.

Giacomo Farneti è ricercatore ravennate Iss, task force Covid-19, responsabile sanitario di Santa Teresa Ravenna

Appena sei casi di contagio nel ravennate. E non si registrano più vittime

In provincia restano vuoti anche i reparti di terapia intensiva. In Emilia-Romagna i vaccinati sono quasi 3 milioni e mezzo

Lab CoronavirusIn provincia di Ravenna oggi si sono registrati 6 casi di contagio al Covid: 3 maschi e 3 femmine; 1 asintomatico e 5 con sintomi; 6 in isolamento domiciliare e nessun ricovero. Tre sono residenti a Ravenna, 2 a Cervia e 1 a Faenza.
Nel dettaglio 3 positivi sono stati rilevati da contact tracing e 3 per sintomi. I tamponi eseguiti sono stati 919.
Non è stato registrato alcun decesso mentre sono state comunicate 3 guarigioni.
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 30.511. Rispetto alla distribuzione sul territorio, si riportano di seguito le residenze dei casi emersi oggi: 2 Cervia, 1 Faenza, 3 Ravenna

In ambito regionale i casi di positività rilevati sono 93 in più rispetto a ieri, su un totale di 24.222 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 0,4%.

La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Parma con 27 nuovi casi e Modena (18); poi Bologna (15) e Cesena (7), quindi Ravenna (6), Piacenza (6), Reggio Emilia (6) e Forlì (4). Seguono Ferrara, con 2 nuovi casi, Imola (1) e infine Rimini (1).

Complessivamente, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 39 (-1 rispetto a ieri), 233 quelli negli altri reparti Covid (-13).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: nessuno a Piacenza (come ieri), 5 a Parma (+1), 3 a Reggio Emilia (-1), 8 a Modena (come ieri), 14 a Bologna (-1), 1 a Imola (numero invariato rispetto a ieri), 2 a Ferrara (come ieri), nessuno a Ravenna e Forlì (come ieri), 2 a Cesena (invariato) e 4 a Rimini (invariato).

Infine, per quanto riguarda la campagna vaccinale, alle ore 14 di oggi, sono state conteggiate complessivamente 3.414.472 dosi somministrate; sul totale, 1.216.779 sono le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Assante e Castaldo raccontano Lucio Dalla, con incursioni in chiave jazz

Primo appuntamento a Cervia con il “Trebbo in musica”. Oltre le parole, le interpretazione del quartetto di Di Battista

Stefano Di Battista
Il sassofonista Stefano Di Battista (foto Paolo Soriani)

Con un omaggio a Lucio Dalla si apre – sabato 19 giugno (ore 21.30) sul palco dello Stadio dei Pini – l’edizione 2021 dei “rinnovati” Trebbi a Cervia – Milano Marittima, a suon di musica,  organizzati da Ravenna Festival.

Il ritratto di uno dei più grandi cantautori italiani, sarà tratteggiato da due autorità del giornalismo musicale nostrano, Ernesto Assante e Gino Castaldo. L’incontro, fra parole e musica, è un viaggio alla scoperta di Lucio, prima che diventasse Dalla. Assante e Castaldo ripercorrono esistenza e carriera di un’artista imprevedibile, capace di muoversi dal pop al cantautorato e dalla canzonetta al jazz.
E proprio alla centralità del jazz nella musica di Dalla, un amore lungo una vita, è dedicata la serata con i due giornalisti, a cui si uniranno il sassofonista Stefano Di Battista e al suo Jazz Quartet, già protagonisti di una fortunata tournée con il cantautore nel 2004, e capaci di interpretare con maestria alcune delle sue più belle canzoni.

Gino Castaldo Ernesto Assante
I giornalisti Gino Castaldo e Ernesto Assante

Ernesto Assante, giornalista, critico musicale di “Repubblica”, autore e conduttore radiofonico e televisivo, negli oltre trent’anni della sua carriera ha collaborato con settimanali e mensili come “Epoca”, “L’Espresso”, “Rolling Stone”. Ha scritto numerosi libri di musica, alcuni dei quali assieme al collega Gino Castaldo, con il quale dal 2005 tiene le famose “Lezioni di rock”.
Gino Castaldo è giornalista, critico e divulgatore musicale e conduttore radiofonico. Scrive per La “Repubblica”, ha curato l’inserto settimanale “Musica” dello stesso quotidiano, ha condotto programmi per Rai Radio3 insieme a Filippo Bianchi. Ha condotto le dirette radiofoniche del Festival di Sanremo nel 2018, 2020 e 2021.
Stefano di Battista si diploma nel 1990 in sassofono, coltivando la passione per il jazz a partire dalla scoperta della musica di Art Pepper. Nel 1992 durante una tournée a Parigi incontra Laurent Cugny che lo invita a entrare nella Orchestra Nazionale del Jazz. Ha suonato con Michel Petrucciani, prima di dar vita a un suo progetto personale. Nel 1998 l’ingaggio per la storica Blue Note, per la quale incide l’album A prima vista. Nel 2000 ha vinto il prestigioso premio francese Telerama per il disco Stefano Di Battista, registrato con Elvin Jones, il leggendario batterista di John Coltrane, al primo posto nelle classifiche di vendita europee.

L’evento è visibile gratuitamente in live streaming sulla piattaforma ravennafestival.live

I gestori dei locali: «Si può ballare ovunque tranne che in discoteca»

Protesta del sindacato Silb-Confcommercio che tutela le attività: nel mirino ci sono cene danzanti oltre le regole e feste clandestine

Ballo DiscotecaLa scrematura si fa ai cancelli di entrata con il green pass e poi dentro deve esserci libertà. È un po’ questa la sintesi della posizione di Davide Fontana, presidente provinciale a Ravenna per il sindacato dei locali da ballo (Silb) di Confcommercio, su come gestire la riapertura delle discoteche.
«Ci diano regole chiare e date, prima possibile, non chiediamo altro – afferma il proprietario dell’immobile che ospita le Indie a Pinarella –. Le voci dicono che il nuovo protocollo sarà valido dall’1 luglio. Di ufficiale non c’è ancora nulla e intanto il tempo passa».
Non solo, le regole meno restrittive in vigore ora rendono lecite situazioni che secondo Fontana assomigliano molto a quelle di un locale notturno: «Se andiamo nei centri dei paesi la sera in certi punti ci sono assembramenti e persone vicine ma nessuno ha controllato se avevano un green pass per arrivare lì».

Della dozzina di locali associati al Silb nel Ravennate nessuno aprirà nel primo weekend in zona bianca: «Alcuni dovrebbero addirittura fare un passaggio burocratico per inquadrare l’attività aziendale prevalente come bar. Si può fare ma ha dei costi e dei tempi. Per molti non ne vale la pena: possono farlo i pochi locali nei centri sfruttando il movimento del passeggio, ma chi pensiamo che vada in un locale fuori dal paese?».
Fontana è incredulo: «Non ha senso dire che possiamo riaprire ma senza ballare. Il risultato è che in questo momento si balla praticamente ovunque tranne che in discoteca». Il riferimento del paradosso è alle cosiddette “cene danzanti”, forme di intrattenimento che sfruttano le disposizioni: a tavola, se adeguatamente distanziati, si può stare senza mascherina e non si può vietare alle persone di ondeggiare a ritmo della musica di un piano bar o di un cantante dal vivo. «Nulla in contrario a queste forme – assicura Fontana – e non sarò certo io a guardare se uno alza un braccio o due o se si alza sulla sedia. Però deve restare tutto entro certi limiti. E invece nelle chat del Silb riceviamo video da ogni parte d’Italia dove vediamo balli e danze ovunque tranne che in discoteca».

Ma oltre alle cene (troppo) danzanti c’è un altro fenomeno ancora più pericoloso, secondo Fontana: feste clandestine. «Sono sempre esistite ma restavano entro limiti accettabili: una casa in campagna o in collina con un gruppo di amici. Ma ora si sente di serate anche con sessanta persone che magari pagano una quota per entrare. A parte la concorrenza sleale e l’abusivismo commerciale, ma lì chi fa i controlli? Chi controlla i green pass? Chi controlla le mascherine?».
Il presidente Silb è consapevole che non è facile: «Tranne qualche traccia sui social, gli inviti viaggiano con il passaparola. Si fanno in luoghi isolati dove non ci sono vicini da disturbare e quindi è difficile scoprire una festa in una casa».

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